Mps veste Prada, ma c'è il giallo sul via libera dell'Ue
Menu

QUOTIDIANO INDIPENDENTE - Fondato e diretto da MAURIZIO BELPIETRO

Home/ Finanza
Finanza Mer 09 novembre 2022

Mps veste Prada, ma c'è il giallo sul via libera dell'Ue

Patrizio Bertelli, storico Ceo del gruppo Prada, ha annunciato di aver sottoscritto l’aumento di capitale del Monte dei Paschi di Siena. Mps veste Prada, ma c'è il giallo sul via libera dell'Ue
Tobia De Stefano
di 
Tobia De Stefano

Con una lunga esperienza nel settore economico, ha lavorato a Libero Mercato e Libero. Ora è alla Verità e scrive per Panorama e Verità & Affari

L’aumento di capitale di Monte dei Paschi

Da una parte arriva un segnale di fiducia. Patrizio Bertelli, storico Ceo del gruppo Prada, ha annunciato a Radiocor di aver sottoscritto l’aumento di capitale del Monte dei Paschi di Siena. Dall’altra una doccia gelata. La notizia – messa nero su bianco – che l’Europa non ha dato nessun via libera alla partecipazione dello Stato nella ricapitalizzazione di Siena. Stato che ricordiamolo ha coperto 1 miliardo e 600 milioni rispetto ai 2,5 miliardi complessivi. Ma andiamo con ordine. La giornata di Siena – che dal punto di vista borsistico si è conclusa con un incremento di 2,65 punti percentuali a 1,858 euro – era partita con l’endorsement di Bertelli.

Il patrimonio

«Lavoro da anni con Mps e la considero un partner importante, che ha ancora un grande valore da esprimere – ha sottolineato il manager toscano -, la scelta di essere parte di un nuovo progetto di rilancio è la principale motivazione che mi ha spinto ad investire e avere l’opportunità di partecipare al suo sviluppo… Mps è una vera banca del territorio e un patrimonio per il nostro Paese». Le buone nuove però finiscono qui.

Puntuale come un orologio svizzero, infatti, è arrivata la notizia dell’ennesimo esposto di Giuseppe Bivona, il fondatore di Bluebell Partners e consulente di due grandi fondi che hanno fatto causa a Siena. Nell’esposto Bivona riporta un estratto della risposta ricevuta dall’Antitrust Ue (Dg Comp) dove si evidenzia che l’autorizzazione concessa a Siena lo scorso 2 agosto «riguardava solo la revisione degli impegni per gli aiuti di Stato relativi a Mps» mentre «in riferimento alla partecipazione dello Stato nell’aumento» di Siena «spetta agli Stati membri valutare se un intervento di questo tipo costituisca un aiuto di Stato che deve essere notificato alla Commissione».

Tradotto. Dgcomp non ha mai detto che il miliardo e 600 milioni con il quale il Tesoro ha coperto la sua parte di aumento di capitale non costituisca aiuto di Stato, per un semplice motivo, la domanda in merito da parte dello Stato italiano, primo azionista di Mps con il 64% delle azioni, non è mai arrivata.

Istruttoria

Cosa significa? Da un lato potrebbe voler dire che lo Stato non ha dubbi sulla correttezza dell’operazione. E questo rappresenta un elemento positivo. Ma dall’altro espone a un rischio l’intera operazione. Perché in futuro l’Antitrust di Bruxelles potrebbe aprire un’istruttoria per verificare se l’intervento del Mef sia qualificabile come aiuto, con conseguente richiesta di restituzione del miliardo e 600 milioni versato dallo Stato.

Bivona si spinge più in là. Secondo il fondatore di Bluebell infatti, la banca, in una serie di comunicazioni, avrebbe indotto in errore il mercato dichiarando che l’aumento era soggetto all’autorizzazione della Dg Comp (12 agosto) e che la Dg Comp l’avrebbe rilasciato (5 e 15 settembre). Non solo. Perché questo rischio non è stato rappresentato nel prospetto.

Condividi articolo