L'autunno caldo di Mps, parte il confronto per la riorganizzazione
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Finanza Mar 30 agosto 2022

L'autunno caldo di Mps, parte il confronto per la riorganizzazione

Giovedì primo settembre partirà il confronto tra la banca senese e i sindacati sulla revisione del modello organizzativo del Monte dei Paschi L'autunno caldo di Mps, parte il confronto per la riorganizzazione
Camilla Conti
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Camilla Conti

La riorganizzazione di Mps

Inizia l’autunno caldo, l’ennesimo ma stavolta davvero decisivo per la privatizzazione, del Monte dei Paschi. Giovedì primo settembre partirà, infatti, il confronto tra la banca senese e i sindacati sulla revisione del modello organizzativo del Monte, necessaria per rimodellare le strutture e l’operatività di Siena al ridimensionamento degli organici previsto dal piano industriale. Gli interventi, spiega il documento, «si concentrano sulla revisione degli assetti e su una migliore riallocazione delle risorse, in ottica di chiara assegnazione di responsabilità, avvicinamento delle strutture al territorio ed alla clientela e rapidità dei processi decisionali».

In particolare, la manovra prevede «l’adeguamento dell’assetto organizzativo» delle strutture centrali «funzionali all’ottimizzazione dell’equilibrio degli organici Centro/Rete» e «modifiche agli assetti delle Filiali e dei Centri Specialistici». Dalle strutture centrali usciranno circa 1.700 risorse, di cui 410 saranno riqualificate, mentre la rete commerciale subirà un taglio di 2.100 risorse, emerge dal documento.
Mps, ricordiamolo, ha già raggiunto un accordo con i sindacati per 3.500 uscite incentivate entro novembre, con una spesa una tantum stimata in 800 milioni che verrà finanziata con l’aumento di capitale e risparmi annui stimati in 270 milioni.

Più che una nuova organizzazione, al Monte serve però chiudere entro inizio novembre l’aumento di capitale da 2,5 miliardi anche per approfittare del fatto che, almeno fino a metà novembre, a reggere il dicastero dell’Economia e Finanze ci sarà Daniele Franco. E in particolare il direttore generale sarà Alessandro Rivera, l’uomo che dovrà garantire la fiche da 1,6 miliardi promessa sul piatto dal Tesoro. L’ad Luigi Lovaglio, assoldato proprio dal Tesoro, dovrà inoltre di replicare con Monte dei Paschi quanto successo con l’aumento Saipem (le forti discrepanze tra prezzo delle azioni e quello dei diritti aveva creato delle evidenti distorsioni sul mercato nei giorni dell’operazione).

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