Ong contro Bnp Paribas: «Azioni legali se investite nel fossile»
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ApprofondimentiFinanza Gio 27 ottobre 2022

Ong contro Bnp Paribas: «Azioni legali se investite nel fossile»

Tre Organizzazioni non governative scendono in campo contro Bnp Paribas per difendere l’ambiente. Alla vigilia del meeting. Ong contro Bnp Paribas: «Azioni legali se investite nel fossile» JEAN LAURENT BONNAFE'
Redazione Verità&Affari
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Le Ong contro Bnp Paribas

Tre Organizzazioni non governative scendono in campo contro Bnp Paribas per difendere l’ambiente. Alla vigilia del meeting internazionale sul clima, le tre Ong Oxfam, Friends of the Earth e Notre Affaire à Tous hanno fatto sapere di aver chiesto a Jean Laurent Bonnafé, direttore generale di Bnp Paribas, di «cessare immediatamente ogni tipo di finanziamento a nuovi progetto per le energie fossili» come spiega il quotidiano francese Les Echos.

Secondo la stampa d’Oltralpe, la richiesta sarebbe stata avanzata con una missiva che anticipa una possibile azione legale. Se, come sembra, si dovesse arrivare ad una battaglia legale senza precedenti finalizzata a costringere il colosso bancario francese ad aumentare i suoi impegni sul clima.

L’accusa

Secondo Oxfam, Friends of the Earth e Notre Affaire a Tous, Bnp Paribas, che in Italia è presente con Bnl, è «il primo finanziatore europeo e il quinto al mondo per lo sviluppo dei combustibili fossili, con 55 miliardi di dollari di finanziamenti concessi tra il 2016 e il 2021» a progetti di nuova estrazioni. Cosi facendo, come chiariscono le Ong, la banca non rispetta il «dovere di vigilanza» imposto da una legge francese del 2017. Di qui la decisione, senza precedenti, di citare in giudizio la più importante banca francese.

La legge

Le tre Ong intendono fare riferimento ad una norma francese del 2017 che parla del «dovere di vigilanza» dei grandi gruppi. E, in particolare, chiede alle società di adottare misure efficaci per prevenire eventuali abusi dei diritti umani e dell’ambiente lungo tutta la loro attività di business. Nei termini della norma in questione, dopo la messa in mora, la banca ha ora un periodo di tre mesi per conformarsi ed eventualmente dialogare con le organizzazioni, prima che queste ultime possano avviare un’eventuale citazione dinanzi al tribunale di Parigi.

Ma è difficile che la frattura possa ricomporsi: per le Ong, il sostegno di Bnp Paribas all’«espansione» dell’uso degli idrocarburi è in assoluta contraddizione con gli obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio necessari per rispettare l’accordo di Parigi del 2015 e limitare il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2 C, o addirittura 1,5 C C, sin dall’era preindustriale.

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