La migliore semestrale di sempre per Banco Bpm, l'analisi dei conti
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Finanza Gio 04 agosto 2022

La migliore semestrale di sempre per il Banco Bpm, l'analisi dei conti

Nel primo semestre Banco Bpm ha ottenuto risultati migliori della sua storia nonostante la grande confusione che c’è in giro. La migliore semestrale di sempre per il Banco Bpm, l'analisi dei conti Giuseppe Castagna, ad di Banco Bpm
Nino Sunseri
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Nino Sunseri

Giornalista economico finanziario da oltre 50 anni, ha cominciato nel 1974 al Giornale di Sicilia. Ha lavorato rivestendo ruoli di caposervizio e inviato per il Corriere della Sera, La Repubblica e Libero.

La semestrale di Banco Bpm

Nel primo semestre Banco Bpm ha ottenuto risultati migliori della sua storia nonostante la grande confusione che c’è in giro. Ad affermarlo l’amministratore delegato Giuseppe Castagna dopo la pubblicazione dei dati al 30 giugno. «Sia in termini di utile netto, crescita dei volumi, qualità degli asset e valori patrimoniali abbiamo ottenuto risultati solidi, probabilmente i migliori nella storia del nostro gruppo» ha dichiarato nel corso della conference call con gli analisti. L’utile netto è stato di 384 milioni (+6,3%). Al netto delle partite straordinarie (“adjusted”), riporta un comunicato, i profitti arrivano a 497 milioni, con un incremento del 30,1% rispetto al primo semestre 2021.

Il risultato lordo si attesta a 688 milioni (+30,8%). L’incidenza delle sofferenze sul totale degli impieghi è sceso al 4,8% raggiungendo così il traguardo del piano strategico al 2024. Solido anche il patrimonio il cui parametro è salito al 12,8%. Gli utili di quest’anno, prevede Castagna, saranno superiori all’anno scorso. «Il trend – afferma una nota – permette di confermare sia la traiettoria di redditività sia i target complessivamente delineati nel Piano Strategico». Il rapporto fra costi e ricavi migliora dal 54,9 al 54,5% mentre il costo del rischio si attesta a 55 punti con rettifiche su crediti scese del 35,7% a 303,7 milioni.

«Per il 2023 e il 2024 – spiega Castagna – dobbiamo aspettare per capire quale tipo di scenario, ci sarà. Girano molte brutte previsioni per il 2023: meglio aspettare prima di aumentare i target». Secondo il capo di Banco-Bpm, il margine di interesse, che beneficerà del rialzo dei tassi d’interesse della Bce, rappresenterà «il vero riferimento» per migliorare i risultati del 2022. E questo «anche in uno scenario di rallentamento» del quadro economico generale.

Gli accordi assicurativi

Nessuna novità ancora per quanto riguarda il matrimonio nelle assicurazioni che diventa sempre meno urgente «Pensiamo – spiega l’amministratore delegato – che il business vita si adatti molto di più alla nostra rete, il nostro personale è molto più abituato a vendere prodotti di investimento ed è stato molto bravo ad adattarsi ai prodotti delle diverse compagnie». Per questa ragione «pensiamo di poter sfruttare questa attività al 100% e non avremmo vantaggi a unirci a un partner industriale, a differenza di quelli che potremmo avere nel business danni», dove Banco Bpm si sente meno attrezzato «per sviluppare prodotti e strategie.

Da qui la decisione di non cercare più un partner nel ramo vita. «I due business sono molto diversi e anche in termini di capitale quello vita è molto redditizio, una sorta di “free lunch” senza spendere capitale» ha detto Castagna, ricordando che la vendita di polizze «rappresenta la maggior parte del business assicurativo in termini di volumi» con un contributo atteso al 2024 di 85 milioni di euro di utili, a fronte dei 45 milioni attesi nel danni. In questa attività, ha detto Castagna, «ci sentiamo più sicuri di poter raggiungere migliori risultati» rispetto al piano «con un partner».

I numeri nel dettaglio

Tornando alla semestrale i proventi operativi si sono attestati a 2,097 miliardi (+1,4% rispetto al primo semestre 2021), grazie al contributo del margine di interesse pari a 1,039 miliardi (+2%) e delle commissioni nette pari a 967 milioni (+1,8%). Gli oneri operativi sono scesi dell’1,5% a 1,26 miliardi. Gli impieghi a clientela sono ammontati 110,8 miliardi (+1,3% rispetto al primo semestre 2022), di cui crediti in bonis +2,2% e crediti deteriorati -23%. Le nuove erogazioni alla clientela sono state pari a 13,714 miliardi (+13,5% rispetto a un anno prima). La raccolta diretta si è attestata a 126,4 miliardi (+3,1% sull’anno, +2,6% rispetto a fine 2021) La raccolta indiretta è scesa a 90,5 miliardi (-6,1% sull’anno e -8,6% rispetto a fine 2021) «per effetto della discesa delle quotazioni delle attività finanziarie»

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