Aspettando le mosse della Fed: ecco le scommesse delle banche d'affari sui tassi Usa
La Fed decide sui tassi: il mercato scommette su un rialzo di 0,25% e un altro a maggio. Ma non tuttti sono d'accordoGoldman Sachs immagina lo stop ai tassi
Il giorno della Fed è arrivato. E’ stata una settimana sulle montagne russe. In sei sedute gli indici sono scesi, rimbalzati, di nuovo scesi, e di nuovo rimbalzati, alla fine, dopo tutto quello che è successo, siamo tornati al punto di partenza. L’Eurostoxx 50 si trova praticamente allo stesso livello di sei giorni fa, mentre il livello di stress di tutti noi si trova leggermente sopra.
Ma mentre gli indici di Borsa sembrano aver dimenticato quanto accaduto in questi sei giorni, la Fed non potrà fare a meno di considerare quanto accaduto.
Stabilità dei prezzi
Da un lato la Fed sarà comunque chiamata a perseguire l’obiettivo della stabilità dei prezzi e della convergenza dell’inflazione al 2%, dall’altro non potrà ignorare le tensioni sul sistema finanziario, sul mondo delle banche regionali, tensioni causate dalla politica monetaria restrittiva diretta, appunto, a combattere l’inflazione.
Compito delicato della Fed
Il compito della Fed è difficile e delicato. Ormai nessun analista ritiene probabile un aumento dei tassi di 50 punti. Ma le opinioni e le attese tra i vari operatori di mercato sono molto divergenti.
C’è chi come Nomura ritiene probabile addirittura un taglio di 25 punti, e chi come Goldman Sachs auspica una pausa. In molti ritengono probabile un aumento di 25 punti che, probabilmente, sarebbe quella “giusta?” via di mezzo che finirebbe per accontentare tutti.
A Londra l’inflazione torna a salire
Come ricorda Gabriel Debach, market analyst di eToro il mercato sta tornando “a scommettere con forza su un rialzo di 25 punti base nella giornata, con una probabilità stimata intorno all’86%, e persino per un successivo rialzo di altri 25 punti base a maggio”. Secondo l’analista non è da sottovalutare il segnale non certo positivo che arriva dalla Gran Bretagna “con un’inflazione al consumo in crescita al 10,4% rispetto ad un atteso calo. Pubblicazione che inverte tre mesi consecutivi di rallentamenti lasciando l’inflazione britannica al di sopra del 10%, unica tra le principali economie”.
Pausa di riflessione
Ma l’ipotesi di una pausa non è affatto da scartare. Come sottolinea Goldman Sachs, in passato la Fed ha sempre evitato di aumentare i tassi in presenza di stress di natura finanziaria, ha sempre atteso un po’ di tempo per cercare di capire l’estensione della crisi. Questo salvo che non disponesse di strumenti capaci di fronteggiare comunque la crisi.
In sintesi, la partita sui tassi è ancora aperta e sarà interessante leggere il comunicato questa sera.