Fondazione Crt, testa a testa Quaglia-Palenzona per le candidature
Nessuno dei due candidati avrebbe raggiunto il quorum necessario per presentare la candidatura. Possibile un rimescolamento degli incarichiFondazione Crt, Quaglia serra le fila contro Palenzona
La sfida per la presidenza di Fondazione Crt è a un punto di svolta. I due fronti, quello del presidente in carica Giovanni Quaglia e quello dello sfidante Fabrizio Palenzona, sono impegnati nella raccolta delle firme necessarie per la presentazione delle candidature. Ne servono almeno sei perché la candidatura sia valida e, al momento, la partita tra i due sarebbe ancora aperta.
La partita degli incarichi
Un consiglio d’amministrazione, il prossimo 7 febbraio – che non risulta ancora convocato – dovrebbe servire a Quaglia per stringere le sue fila. In quest’ottica, tra le indiscrezioni raccolte c’è anche quella di un passo indietro di Quaglia dagli incarichi di consigliere in rappresentanza della fondazione. Incarichi che comprendono il posto di consigliere in F2i e la presidenza di Ream, società di gestione di fondi immobiliari partecipata da una serie di fondazioni bancarie.
Le frizioni con i consiglieri
La mossa, secondo quanto ricostruito, servirebbe per mettere a tacere quella parte dei consiglieri – sia d’amministrazione che d’indirizzo – che negli ultimi mesi hanno più volte contestato la presidenza Quaglia. Anche sugli incarichi rivendicati dai vari consiglieri.
La raccolta delle firme per la presentazione delle candidature va avanti: per presentare la candidatura sono sufficienti sei firme e – sempre secondo le indiscrezioni raccolte – nessuno dei due candidati avrebbe ancora raggiunto il quorum necessario.
Il voto in aprile
Nel caso che entrambi raggiungano la quota di sei firme, il prossimo passaggio sarà però ad aprile. Quando i 18 consiglieri d’indirizzo saranno chiamati a votare a scrutinio segreto per scegliere tra i due candidati. In questo caso, sarà determinante il numero dei voti disponibili. Almeno due consiglieri, Arturo Soprano e Massimo Terzi, entrambi magistrati, avrebbero già dichiarato di non voler esprimere preferenze.