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ApprofondimentiFondazioni Ven 24 febbraio 2023

Il piano di Palenzona per Crt: una rete tra enti piemontesi e lombardi

Un programma in sette punti per la presidenza dell'ente: apertura sulle nomine, nuovo statuto e coinvolgimento dei donatori privati Il piano di Palenzona per Crt: una rete tra enti piemontesi e lombardi
Gianluca Paolucci
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Gianluca Paolucci

Ha lavorato per Reuters e La Stampa occupandosi di finanza, crac bancari, criminalità finanziaria e corruzione. Dal 2022 è caporedattore di Verità & Affari e scrive per La Verità e Panorama.

Palenzona: ecco il piano per Crt

No alle fusioni tra le fondazioni bancarie, ma sì a una rete tra gli enti piemontesi e lombardi. Fabrizio Palenzona si candida alla guida della Fondazione Crt e presenta il suo programma. E propone gli “stati generali” delle fondazioni del Nord-Ovest per trovare intese e progetti comuni. Il documento è articolato in sette punti su quattro pagine. Nei giorni scorsi è circolato tra i membri del Consiglio d’indirizzo, che saranno chiamati in aprile ad eleggere il nuovo presidente.

No alle “alchimie istituzionali”

Le ipotesi di fusione tra le fondazioni non sembrano scaldare l’ex vicepresidente di Unicredit. “E’ evidente che se una fondazione non ha risorse patrimoniali adeguate per assicurare un flusso costante di risorse per conseguire lo scopo sociale è inevitabile la creazione e lo sviluppo di reti e/o alleanze strategiche”, scrive Palenzona.

Progetti “di area vasta”

Tuttavia, prosegue, “ogni volta che si propone un diverso modello istituzionale è indispensabile dire a qual fine lo si propone. Perché non ragionare da subito, senza particolari alchimie istituzionali, di reti trans regionali? Importanti progetti si fanno congiuntamente a livello nazionale, interessante è anche la collaborazione tra fondazioni liguri e piemontesi, tuttavia le fondazioni del Nord-Ovest raccolgono sostanzialmente la metà del patrimonio delle fondazioni bancarie italiane su un territorio molto dinamico pertanto non è velleitario valutare collaborazioni anche con la Lombardia per individuare progetti comuni di area vasta unendo capacità progettuali e forza ed economica, con interessanti economie di scala e obiettivi conseguentemente ambiziosi”.

L’apertura sulle nomine

Nel programma, Palenzona apre al coinvolgimento del Consiglio d’indirizzo nelle nomine di spettanza della Fondazione. Al momento, le nomine nelle partecipate sono di competenza esclusiva del consiglio d’amministrazione. E proprio sulla questione sulle nomine si sono registrate profonde spaccature tra i consiglieri durante l’ultima parte del mandato di Giovanni Quaglia. Palenzona auspica anche il recupero dei “rapporti con gli enti locali, in parte incrinati dalle ultime vicende”.

Un nuovo statuto

Il documento sottolinea anche la necessità di “promuovere una minore autoreferenzialità e l’allontanamento da scelte clientelari e meramente basate sulla ricerca di consenso e di evidenza mediatica. Si prevedono alcuni aggiornamenti ed ammodernamenti tra cui l’adozione di un nuovo statuto – più adatto alle sfide future -, la rivisitazione delle linee erogative – ormai in parte obsolete – e dei master oggi non riconosciuti dal Miur”. 

Donatori privati

Palenzona nel documento auspica inoltre il coinvolgimento maggiore dei donatori privati nel patrimonio delle fondazioni, per portare avanti singoli progetti. Il modello, scrive nel documento, potrebbe essere quello dei trust, che garantiscono il donante sul conseguimento dello scopo “nei tempi, modi e nelle forme che desidera”.

La sfida a due e il terzo incomodo

Fondazione Crt sarà chiamata ad eleggere il presidente in aprile. Al momento la sfida è tra Palenzona e il presidente in carica, Giovanni Quaglia. Tra i sostenitori dei due potenziali candidati è in corso uno scontro molto accesso. Proprio per evitare una lacerazione profonda potrebbe spuntare un terzo candidato di “mediazione”, il notaio torinese Andrea Ganelli. A portare avanti la candidatura di Ganelli, come già riferito da Verità e Affari, il sindaco di Torino Stefano Lo Russo.

Le partecipazioni

Nessun accenno nel documento alla grandi partite finanziarie delle quali l’ente torinese è protagonista. Fondazione Crt ha ormai una partecipazione residuale nella banca conferitaria, Unicredit. Ma è azionista rilevante di Generali e di Banco Bpm. La Fondazione ha anche partecipato all’opa su Atlantia, conferendo il suo 4,5% e reinvestendo poi parte dei proventi nel veicolo Schemaquarantadue. 

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