Carta canta: ecco la prova che sul Pnrr ha ragione Giorgia Meloni
Nella Nadef il ministro dell'Economia Daniele Franco ammette i ritardi nella messa a terra del piano e lo scarso impiego dei fondi ricevutiIl documento che prova tutto
Carta canta come sempre: ecco allora il documento che prova senza nessun dubbio che nella polemica sul Pnrr ha ragione Giorgia Meloni e non Mario Draghi. Quel documento per altro è scritto dal governo e firmato dal ministro dell’Economia, Daniele Franco.
Si tratta della Nadef, la nota di aggiornamento sui conti pubblici italiani che a settembre ha rettificato molte affermazioni e previsioni che lo stesso governo Draghi aveva fatto alla fine dello scorso mese di aprile. Sono passati pochi mesi, c’era la guerra in Ucraina allora come oggi, c’era la crisi del gas allora come oggi, ma nei conti pubblici italiani sembra davvero tutto cambiato.
Le ammissioni di Franco
Franco ammette espressamente i ritardi del governo in carica, che non è riuscito in un anno e mezzo a spendere nemmeno 21 miliardi (ci si arriverà a fine 2022, quindi anche con due mesi di un altro governo) e che ora ce ne sono 170 da spendere in tre anni e mezzo. Servirebbe un super eroe per farlo se il ritmo fosse quello del governo Draghi.
La carta che canta
Il ministro dell’Economia sostiene che “la concreta attuazione dei progetti del Pnrr si sta rivelando complessa”, perché bisogna fare bandi e “lo svolgimento dei bandi richiese tempo e spinge inevitabilmente la spesa prevista per il 2022 verso gli anni 2023-2026, periodo in cui sono attesi i maggiori effetti economici del Pnrr”.
Viva la sincerità, che dimostra come siano più che fondate le preoccupazioni della Meloni e non corretta l’auto assoluzione che si è dato Draghi. Ma certo l’attuale squadra di governo non veniva dalla luna. E doveva sapere che per il Pnrr erano necessari bandi di concorso per i progettisti e bandi di appalto per le opere: mica è stata una sorpresa dell’ultima ora…