Credito, il dossier banche sul tavolo del governo: come rinforzare il sistema italiano - V&A
Menu

QUOTIDIANO INDIPENDENTE - Fondato e diretto da MAURIZIO BELPIETRO

Home/ In evidenza/Governo
GovernoIn evidenza Mer 28 dicembre 2022

Credito, il dossier banche sul tavolo del governo: come rinforzare il sistema italiano

Braccio di ferro con Bruxelles sulle garanzie statali per crediti inesigibili. Una stretta rischia di condizionare il finanziamento delle pmi Credito, il dossier banche sul tavolo del governo: come rinforzare il sistema italiano
Redazione Verità&Affari
di 
Redazione Verità&Affari

Sono sotto osservazione gli npl degli istituti di credito

La crisi avanza e il problema dei crediti deteriorati resta una delle preoccupazioni del governo. Un aumento dei default aziendali rischia infatti di pesare sul sistema di credito italiano, oltre che naturalmente provocare disoccupazione e un aumento esponenziale della spesa per ammortizzatori sociali. Così in questa fase il governo di Giorgia Meloni sta valutando come rafforzare il sistema del credito italiano. Fra le misure di peso c’è il rinnovo delle Gaacs, le garanzie sulla cartolarizzazione delle sofferenze bancarie.

Il tema sembra lontano anni luce dai problemi dei comuni cittadini e invece riguarda tutti perché in ballo c’è la stabilità del sistema finanziario nazionale, la facilità di accesso al credito e il meccanismo di finanziamento delle imprese e quindi dell’economia reale, soprattutto delle piccole e medie aziende.

Non a caso, come riferisce il Sole24Ore, è in corso una trattativa fra Roma e Bruxelles per il rinnovo delle garanzie offerte finora agli istituti di credito sulla vendita dei crediti per i quali difficilmente si recupererà l’intero importo. 

La trattativa con Bruxelles è assai complessa

Dal 2016 lo Stato italiano ha offerto alle banche una soglia di copertura della tranche senior della cartolarizzazione pari al 100% del valore. “La garanzia dello Stato (incondizionata, irrevocabile ed a prima richiesta) è concessa esclusivamente sulla tranche senior e a copertura integrale sia del mancato pagamento delle somme dovute per capitale che per interessi”, come si legge nel sito del ministero del Tesoro.

Le garanzie sono scadute a metà giugno e da allora è iniziato un braccio di ferro con Bruxelles per il rinnovo. L’obiettivo è ottenere il via libera ad una proroga di dodici mesi, rinnovabile per un altro anno. Ma a Bruxelles sono preoccupati per lo stato di salute dell’economia italiana e per la tenuta del sistema produttivo del nostro Paese. Così hanno pensato bene di valutare un abbassamento delle garanzie dal 100% all’80% a partire dal prossimo anno. Sono quindi ore cruciali per il buon esito della trattativa. 

I tassi di recupero dei crediti sono più bassi delle previsioni

La tensione a Bruxelles è alta per via del fatto che il tasso medio di recupero dei crediti è risultato inferiore alle attese. Di conseguenza l’Unione vorrebbe introdurre un sistema di controllo più efficace sulle valutazioni dei crediti che vengono ceduti con garanzia statale.

L’Europa vuole evitare che sia concesso un aiuto statale sulle cartolarizzazioni per crediti che hanno un valore reale inferiore al prezzo che si potrà successivamente spuntare dal recupero del credito. L’operazione non è facile dal momento che le valutazioni devono anche incorporare il rischio legato all’andamento dell’economia e alla crisi in atto. 

La situazione rischia di condizionare il mercato del credito italiano

Molte imprese hanno evidenziato come sia sempre più difficile ottenere un finanziamento bancario. Questo non tanto per il costo dell’operazione legato all’aumento dei tassi, ma piuttosto per via della difficoltà incontrata nella valutazione dei progetti presentati dall’azienda alla banca per ottenere un prestito.

A denunciare la questione è stato Paolo Agnelli, il presidente dell’omonimo gruppo dell’alluminio e di Confimi che rappresenta 45 mila pmi, che ha lamentato la difficoltà delle banche nell’analisi dei progetti di sviluppo aziendali che evidentemente prevedono un normale rischio d’impresa.

Anche di qui la decisione del governo di prorogare il bonus Ipo, un credito d’imposta per favorire la quotazione delle Pmi in Borsa. Obiettivo: dare maggior peso al mercato nel meccanismo di finanziamento dell’economia reale che, in Italia, a differenza degli Stati Uniti, è fortemente legato al sistema bancario. 

 

Condividi articolo