Decreto lavoro in Cdm: cosa cambia e le misure in arrivo
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GovernoPrimo piano Lun 24 aprile 2023

Decreto lavoro, il primo maggio in Cdm: cosa cambia e le misure

Il decreto lavoro che il Cdm si prepara a varare il 1° maggio. Oltre al taglio del cuneo provvedimenti per rilancio delle politiche attive. Decreto lavoro, il primo maggio in Cdm: cosa cambia e le misure
Redazione Verità&Affari
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Il decreto Lavoro del governo

Prende forma il decreto lavoro che il Consiglio dei ministri si prepara a varare il 1° maggio. Oltre al nuovo taglio del cuneo il governo ha previsto anche provvedimenti per rilancio delle politiche attive e della formazione e novità sui contratti a termine.

In primo luogo si provvederà a fissare la data del 1° gennaio 2024 per l’introduzione della Garanzia per l’inclusione (Gil), la misura che nelle intenzioni di Palazzo Chigi sarà chiamata a sostituire il Reddito di Cittadinanza. Verrà riconosciuta ai nuclei familiari con almeno un disabile, un minore, un soggetto con almeno 60 anni di età o un percettore di assegno di invalidità civile. Il beneficio tocca i 6mila euro l’anno (500 euro al mese, aggiornato alla nuova scala di equivalenza). Il sussidio è integrato fino a 3.360 euro (280 euro al mese) come contributo affitto. Il sostegno è erogato per 18 mesi. Dopo un mese di stop riparte per altri 12.

Per i beneficiari del Rdc che alla scadenza dei 7 mesi di sussidio previsti ora hanno sottoscritto un patto per il lavoro e sono inseriti in misure di politica attiva, arriva invece la Prestazione di accompagnamento al lavoro (Pal). Si può chiedere dal 1° settembre, e vale 350 euro al mese. Stesso valore per la Garanzia per l’attivazione lavorativa (Gal) riconosciuta a soggetti tra i 18 e i 59 anni in condizione di povertà assoluta, con un valore Isee non superiore a 6mila euro.

Il decreto Lavoro conterrà misure per smontare anche il decreto Dignità. Fino a 12 mesi i datori potranno continuare a stipulare contratti a tempo determinato “liberi”, cioè senza indicare le ragioni giustificatrice del ricorso al rapporto temporaneo. Per salire da 12 a 24 mesi si dovranno invece indicare le causali. In base alle indicazioni contenute nella bozza del decreto Lavoro le causali diventeranno tre: specifiche esigenze previste dai contratti collettivi (articolo 51 del Dlgs 81 del 2015); specifiche esigenze di natura tecnica, organizzativa e produttiva individuate dalle parti in assenza di previsioni contrattuali, previa certificazione delle stesse presso una commissione di certificazione; oppure esigenze di sostituzione di altri lavoratori.

Nella bozza del decreto Lavoro spunta anche la proroga al 2025 del contratto di espansione, inizialmente previsto fino al 2023, che è quindi esteso di due ulteriori anni (2024 e 2025). Sino al 2025 pertanto alle aziende sarà possibile avviare una procedura di consultazione finalizzata alla stipula del contratto di espansione. Sono interessati dallo strumento i processi di reindustrializzazione e riorganizzazione delle imprese con un organico superiore a 50 unità lavorative (limite ridotto da mille a 50 unità per gli anni 2022, 2023, 2024 e 2025).

Sono previsti inoltre incentivi per chi assume i beneficiari di Gil. Se scatta un contratto a tempo indeterminato (apprendistato e trasformazioni di rapporti a tempo inclusi) è riconosciuto uno sgravio contributivo al 100% per 24 mesi (fino a 8mila euro l’anno). Se il contratto è termine o stagionale l’incentivo è del 50% (fino a 4mila euro l’anno) per 12 mesi. Ai datori privati che assumono under30 Neet e registrati al programma operativo nazionale “Iniziativa occupazione giovani” è riconosciuto un incentivo per un periodo di 12 mesi pari al 60% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali.

Si riconosce la maggiorazione dell’assegno unico prevista solo per i nuclei in cui entrambi i genitori siano titolari di reddito da lavoro, anche per i minori appartenenti a nuclei ove, al momento della presentazione della domanda, è presente un solo genitore lavoratore poiché l’altro risulta deceduto. Infine, nel decreto dovrebbe essere inserito un fondo per indennizzare l‘infortunio mortale durante attività formative. Per quest’anno la dote è di 10 milioni, così da poter rispondere alle richieste per eventi occorsi dal 1° gennaio 2018, data di entrata in vigore della disciplina che regola la scuola-lavoro. Dal 2024 a disposizione ci sono due milioni. Assicurati anche gli studenti privati. (Teleborsa) 

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