Fisco, i punti salienti di una riforma attesa da 50 anni
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GovernoIn evidenza Gio 16 marzo 2023

Fisco, i punti salienti di una riforma attesa da 50 anni e che punta alla tassa piatta

Entra nella fase operativa la riforma del fisco. Novità per Irpef, Irap e Ires. Obettivo arrivare alla flat tax per tutti Fisco, i punti salienti di una riforma attesa da 50 anni e che punta alla tassa piatta MAURIZIO LEO SOTTOSEGRETARIO ECONOMIA
Redazione Verità&Affari
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Redazione Verità&Affari

Inizia l’iter parlamentare del disegno di legge delega sulla riforma fiscale

A più di 50 anni dall’ultima riforma, il governo di Giorgia Meloni mette mano alla riforma del fisco. Il consiglio dei ministri ha approvato  il disegno di legge delega al governo. Certo ci vorrà del tempo prima di chiudere la partita dal momento che i decreti delegati potranno arrivare entro 24 mesi dall’entrata in vigore della legge delega. Tante le novità in arrivo,  accolte con favore dai rappresentanti delle imprese. Il pacchetto, che è un vero e proprio riordino tributario composto da 22 articoli, interverrà su Irpef, Ires, Iva e una serie d tributi minori.

L’Irpef passa da quattro a tre scaglioni

Come annunciato dal vice-ministro dell’Economia, Maurizio Leo, l’Imposta sulle persone fisiche subirà una riduzione di fasce. Il cambiamento andrà di pari passo con una sforbiciata alla giungla delle detrazioni e deduzioni. “Abbiamo circa 600 tax expenditure. Stiamo parlando di 156 miliardi. Là si può intervenire. Con un’attenta una revisione si possono trovare le risorse per calibrare meglio le aliquote” abeba dichiarato tempo fa Leo.

Inoltre, il testo prevede “l’individuazione di una unica fascia di esenzione fiscale e di un medesimo onere impositivo a prescindere dalle diverse categorie di reddito prodotto, privilegiando, in particolare, l’equiparazione tra i redditi di lavoro dipendente e i redditi di pensione”.
L’obiettivo del governo è procedere ad una semplificazione, riducendo l’imposizione fiscale generale senza però mettere a rischio i conti pubblici.

La meta resta la tassa piatta

La revisione rappresenta una tappa intermedia per la realizzazione della flat tax incrementale per tutti, inclusi i lavoratori dipendenti. L’intervento sull’Irpef è decisamente delicato. Nel 2022 l’imposta ha portato 205,8 miliardi nelle casse pubbliche. Della cifra complessiva circa 81 provengono dai dipendenti del settore pubblico e 85,6 dai dipendenti del settore privato.

“La delega prevede una revisione organica e complessiva del sistema che dovrà intervenire, nel rispetto del principio di progressività e nella prospettiva di transitare verso un sistema ad imposta unica,  operando un riordino delle deduzioni dalla base imponibile, degli scaglioni di reddito e delle aliquote di imposta, delle detrazioni dall’imposta lorda e dei crediti d’imposta, con particolare riguardo alla composizione del nucleo familiare e ai costi sostenuti per la crescita dei figli, alla tutela del bene casa e della salute delle persone, dell’istruzione, della previdenza complementare e con l’obiettivo del miglioramento dell’efficienza energetica, nonché della riduzione del rischio sismico del patrimonio edilizio esistente” si legge nella bozza.

Infine “si introduce la possibilità per tutti i contribuenti di dedurre i contributi previdenziali obbligatori in sede di determinazione del reddito di categoria, consentendo, in caso di incapienza, di dedurre l’eccedenza dal reddito complessivo. In tal modo si assimila il trattamento dei redditi di lavoro dipendente e assimilati a quello dei redditi conseguiti dai lavoratori autonomi e dagli imprenditori individuali” prosegue il documento.

Addio Irap, taglio all’Ires. Novità Iva

La bozza di legge delega prevede l’uscita di scena dell’Irap. Contestualmente prevede l’ “istituzione di una sovraimposta tale da assicurare un equivalente gettito fiscale atto a garantire il finanziamento del fabbisogno sanitario, nonché il finanziamento delle Regioni che presentano squilibri di bilancio sanitario ovvero che sono sottoposte a piani di rientro” come di legge nel testo.

Inoltre sancisce la revisione del reddito d’impresa con un taglio dell’aliquota Ires per le aziende che reinvestono i profitti creando occupazione. Per l’Ires il taglio del 24% sarà finanziato da una revisione dei crediti d’imposta.

Prevista poi anche una razionalizzazione del numero delle aliquote Iva. Ci sarà una revisione delle regole sulle operazioni esenti per seguire le disposizioni di Bruxelles, nonché una modifica al sistema delle detrazione Iva. Attualmente stabilite nella misura del 22 per cento, per l’aliquota ordinaria, e del 4, 5 e 10 per cento, per le aliquote ridotte.

Nella nuova versione dell’imposta, allineata ai diktat comunitari, sarà possibile avere “due aliquote ridotte non inferiori al 5 per cento, una aliquota ridotta inferiore a tale misura e anche una cosiddetta “aliquota zero”, vale a dire una esenzione con diritto a detrazione” come riferisce il testo. Prenderà il via anche una procedura semplificata e rapida per i rimborsi a cittadini e imprese

Nuovi limiti ai fringe benefit

“È previsto che, in particolare, si proceda anche a una rivisitazione dei limiti di non concorrenza al reddito dei fringe benefit, cioè di quei beni e servizi che il datore di lavoro mette a disposizione dei propri dipendenti con la finalità di incentivare e valorizzare il lavoratore, oltre che di creare una fidelizzazione del lavoratore medesimo” si legge le documento. In particolare il governo vuole privilegiare “le finalità della mobilità sostenibile, dell’implementazione della previdenza complementare, dell’efficientamento energetico, della solidarietà sociale e della contribuzione agli enti bilaterali”.

Semplificazioni, infine, sono previste per imposta di registro, imposta sulle successioni e donazioni, imposta di bollo e altri tributi indiretti, diversi dall’Iva. “Gli obiettivi fondamentali della legge delega sono la razionalizzazione e la semplificazione del sistema tributario, da attuarsi anche attraverso la riduzione degli adempimenti a carico dei contribuenti e l’eliminazione dei c.d. micro-tributi, il cui gettito per l’erario è del tutto trascurabile” conclude il documento. Quanto ai tributi locali, “il governo è delegato ad adottare uno o più decreti legislativi recanti la revisione del sistema fiscale degli enti locali, vale a dire comuni, province e città metropolitane”.

Le sanzioni penali

Si alleggeriscono le sanzioni penali tributarie, in particolare quelle connesse al reato di dichiarazione infedele, per le imprese che aderiscono alla ‘cooperative compliance’ che hanno tenuto comportamenti non dolosi e lo comunicano tempestivamente al Fisco. Non solo. Nella revisione  delle sanzioni penali tributarie si darà specifico rilievo all’ipotesi di “sopraggiunta impossibilità di far fronte al pagamento del tributo, non dipendente da fatti imputabili al soggetto stesso”.

Per le sanzioni penali, inoltre, si indica di attribuire specifico rilievo anche “alle definizioni raggiunte in sede amministrativa e giudiziaria ai fini della valutazione della rilevanza penale del fatto”.

Al via anche il riordino dei giochi

“Il riordino delle disposizioni vigenti in materia di giochi pubblici, confermando il modello organizzativo del sistema costituito dal regime concessorio e autorizzatorio, in quanto indispensabile per la tutela della fede, dell’ordine e della sicurezza pubblici, per la prevenzione del riciclaggio dei proventi di attività criminose, nonché per garantire il regolare afflusso del prelievo tributario gravante sui giochi” spiega il documento. Cambiamenti sono previsti anche sul fronte sanzioni e sui procedimenti di riscossione.

 
 
 
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