Il governo accusa Colao e Open Fiber: «Ritardo reti, Pnrr a rischio»
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GovernoPrimo piano Mar 15 novembre 2022

Il governo accusa Colao e Open Fiber: «Ritardi sulle reti, a rischio i fondi del Pnrr»

Il governo accusa Colao e Open Fiber: «Ritardi sulle reti, a rischio i fondi del Pnrr» Il sottosegretario Butti: sul 5g. Il governo accusa Colao e Open Fiber: «Ritardi sulle reti, a rischio i fondi del Pnrr»
Maddalena Camera
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Maddalena Camera

Situazione difficile per le tlc. L’Italia infatti rischia di non rispettare gli obiettivi del Pnrr. Lo dice il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione, Alessio Butti, in occasione del Forum delle Tlc, organizzato da Asstel, ossia l’associazione delle aziende del settore.

Butti ha dichiarato che per il Piano Italia a 1 Giga, per portare la fibra ovunque nel paese «l’obiettivo dichiarato nel Pnrr dall’ex ministro Vittorio Colao si è purtroppo sbagliato». Errato anche il Piano Italia 5G è errato. «Il precedente governo ci lascia una situazione a dir poco imbarazzante con ritardi macroscopici e anche il piano Bul non è in condizioni migliori».

Per questo Butti sostiene che per cambiare passo serve una nuova visione per il settore e un modo diverso di lavorare annunciando la convocazione in tempi brevi di un tavolo con gli Ad dei principali operatori italiani. «Colao – ha rimarcato Butti – prevedeva di coprire con reti a 1 Giga ulteriori 8,5 milioni di unità residenziali, di cui 450mila di case sparse».

Ma nel report inviato alla Ue un mese fa l’Italia ha comunicato che, a fronte di una dettagliata mappatura, le aree che al 2026 risultano essere a fallimento di mercato (e quindi destinatarie dell’intervento pubblico) interessano solo 6,87 milioni circa di unità residenziali (1,63 milioni circa in meno dell’obiettivo del Pnrr). «Quello che mi preoccupa di più – ha evidenziato il sottosegretario – sono i ritardi che sicuramente avremo anche nella tempistica di realizzazione della rete nelle cosiddette aree grigie, su cui rischia di aprire un ampio fronte di inadempienze».

Discrepanze anche sul Piano Italia 5G. «L’esecutivo uscente – ha detto Butti – aveva già dichiarato alla Commissione che l’Italia, anche in questo caso, non raggiungerà gli obiettivi previsti. Il budget di circa 2 miliardi di euro era suddiviso in maniera equivalente tra connessione in fibra ottica di stazioni radio base e la costruzione di nuove stazioni per aumentare la copertura 5g. Per quanto attiene alla sola parte di copertura, l’obiettivo dichiarato nel Pnrr è quello di coprire con 5g almeno 15mila chilometri di aree a fallimento di mercato. Ma nel report inviato alla Ue, il governo uscente ha affermato che le aree a fallimento di mercato nel 2026 saranno pari a 440 chilometri e non più 15mila come previsto dal target».

E quanto al Piano Bul, secondo il sottosegretario, appare poco credibile che Open Fiber sia in grado di realizzare i lavori nelle aree grigie nei tempi previsti dal Pnrr, se non è stata in grado neanche di fare quelli nelle aree bianche, accumulando così enormi ritardi, ritardi che sono addirittura cresciuti nell’ultimo anno.

«Secondo quanto previsto dalla concessione – ha aggiunto Butti- Open Fiber deve rendere attivabili 6.411.150 unità immobiliari entro giugno 2023. Dalla fine del mese di settembre alla fine di ottobre 2022 (ultimo dato disponibile nel report appena pubblicato dal Mise), il numero complessivo di unità immobiliari, dove il servizio di Open Fiber è attivabile, è cresciuto di sole 50.520 unità, raggiungendo in totale il numero di 2.088.156 unità. Per rispettare i tempi, Open Fiber deve quindi rendere attivabili altre 4.322.994 unità immobiliari da qui a giugno 2023, il che equivale ad una media mensile di circa 540mila realizzazioni contro una media negli ultimi 6 mesi di circa 46mila unità mensili. Desolante è, infine, il fatto che, leggendo il report del Mise disponibile, quello del 31 ottobre 2022, si apprende che sono stati ‘attivati’ i servizi nelle aree bianche solo a 104.651 unità immobiliari».

E infatti la Commissione Europea aveva già manifestato preoccupazioni al governo uscente dato che i numeri ed i ritardi che rischiano di aprire un ampio fronte di inadempienze. Cosa serve dunque? Secondo Butti «occorre è una visione strategica chiara, di lungo periodo per il futuro dell’intero settore, che fino ad oggi è venuta meno Le nuove reti (Ftth e 5G) richiedono nuovi business model ed un rapporto di collaborazione e cooperazione costruttiva sia con l’industria verticale (automotive, industry 4.0, energia, mobilità, salute) che con gli Over The Top. Cercare un nuovo mindset per l’intero settore è oggi fondamentale». Il fronte delle Tlc resta dunque fortemente presidiato dal nuovo governo. Il ministro delle imprese e made in Italy, Adolfo Urso, ha focalizzato l’attenzione sul dossier rete unica dicendo che in Italia la rete deve essere a controllo pubblico.

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