Riforma fiscale, i commercialisti vogliono pesare sui tavoli esteri
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ApprofondimentiGoverno Gio 04 maggio 2023

Riforma fiscale al via. I commercialisti: "Contare di più sui tavoli esteri per scrivere le regole"

Il viceministro Leo: "Licenzieremo la delega della riforma fiscale prima dell'estate. Fra settembre e dicembre i primi decreti legislativi Riforma fiscale al via. I commercialisti: "Contare di più sui tavoli esteri per scrivere le regole" Il modello 730 per la denuncia dei redditi
Fiorina Capozzi
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Fiorina Capozzi

Giornalista di economia e finanza con esperienza internazionale e autrice di "Vincent Bolloré, il nuovo re dei media europei" (2015) e "Telecommedia a banda larga" (2020). Riconosciuta da Reporters without borders per il suo lavoro sui media europei.

Riforma fiscale, semplificazione, equità, cuneo fiscale

I temi sul tavolo sono tanti nell’assemblea 2023 dei commercialisti italiani a Roma nella Nuvola di Fuksas. Fra questi ce n’è uno di pareticolare rilievo per un Paese che vuole contare di più in Europa: la necessità di “essere presenti ai tavoli internazionali per contribuire a scrivere le regole e non subirle”, come spiega il presidente del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (CNDCEC), Elbano de Nuccio.

Sullo sfondo la consapevolezza del fatto che il Paese sta attraversando un momento difficile e che ognuno deve fare la sua parte per rimettere a posto le cose e consentire all’economia di recuperare terreno. Il cantiere sulla riforma fiscale parte da qui, alla presenza di oltre 1600 commercialisti provenienti da 132 ordini professionali regionali e provinciali. Ricordando i colleghi Nicoletta Golisano e Fabiana De Angelis, assassinate nel dicembre 2022 a Roma, e Antonio Novati, ucciso ad aprile a Massalengo, in provincia di Lodi. Oltre a Costanzo Iorio e Liberato Passarelli, altri due commercialisti morti, tra il 2008 e il 2009, in situazioni analoghe. Il simbolo della dedizione al lavoro e al tempo stesso dell’elevatissima tensione del momento storico che stiamo vivendo.

“Sovente, i curatori, i custodi di beni pignorati, i delegati alle vendite, gli amministratori giudiziari di beni sequestrati, ma anche i revisori legali o gli organi di controllo sono oggetto di ripetute minacce per quanto fanno come tutori dell’interesse pubblico” ha spiegato de Nuccio. “Non è più, questo, un fenomeno localizzato solo in alcune aree difficili del Paese, ma un deprecabile costume esteso a tutto il territorio nazionale, in cui frequentemente i professionisti del comparto giustizia vivono episodi di pesante intimidazione” ha aggiunto.

Un nuovo patto fiscale per l’Italia

Lo hanno chiesto a gran voce i commercialisti italiani, lo ha promesso il governo che si appresta a realizzare una riforma attesa da 50 anni. E soprattutto, come ha spiegato la premier Giorgia Meloni, rappresenta un intervento “fondamentale per rilanciare la crescita e creare un rapporto completamente nuovo tra lo Stato e il contribuente, un rapporto di fiducia, semplificando gli adempimenti e assicurando maggiori garanzie contro un Fisco che troppo spesso è sembrato vessatorio”.

Il governo vuole “un nuovo patto fiscale per l’Italia”. “Sono tanti gli obiettivi che ci prefiggiamo con questa riforma” ha spiegato il presidente del Consiglio. L’esecutivo punta a “ridurre il carico fiscale e premiare chi produce e lavora di più con una tassa piatta agevolata sugli incrementi di salario” ha aggiunto.

Inoltre il governo vuole “sostenere chi investe e assume in Italia secondo il principio più assumi, meno tasse paghi, cioè più è alta l’incidenza di lavoro, di manodopera, in rapporto al fatturato e meno tassi devi allo Stato, perché più lavori crei e più aiuti lo Stato. E poi scrivere regole contabili chiare e certe per liberare le migliori energie della nostra Nazione e rendere più attrattiva l’Italia a livello internazionale per chi vuole investire e produrre in Italia”. E’ evidente che si tratta di “un programma ambizioso” che, secondo Meloni, si potrà realizzare grazie anche al prezioso contributo dei commercialisti, come del resto accaduto finora.

Presidiare i tavoli internazionali sulle norme contabili

Le questioni da affrontare sono tante, come ha spiegato il presidente de Nuccio. E i professionisti della contabilità sono pronti a dare il loro contributo come è accaduto per la stesura della delega fiscale. “La delega fiscale approvata dal governo è da questo punto di vista un ottimo punto di partenza, un progetto ambizioso che punta finalmente ad una semplificazione e a una riorganizzazione organica del nostro sistema tributario” ha spiegato de Nuccio.

Opportunità unica

La riforma “è una straordinaria occasione per mettere il nostro Paese al passo con le economie più evolute, colmando il gap di competitività fiscale che ci penalizza a livello internazionale” ha aggiunto il presidente dei commercialisti. Una professione che esprime circa 500 mila occupati diretti per un valore aggiunto pari a circa 15,6 miliardi di euro, ossia l’1% del pil nazionale. E soprattutto capace di gestire un gettito fiscale pari a 150 miliardi di euro l’anno. Ma soprattutto capace di definire le linee guida per il futuro. Per questo, ha concluso, “dobbiamo presidiare i tavoli internazionale dove vengono scritte le regole dobbiamo dettare la nostra linea per orientare il percorso di cambiamento” in un mondo in cui abbiamo un’occasione imperdibile nella riforma tributaria.

Le risorse nelle pieghe del bilancio

Il cambiamento ha un costo. E questo è vero anche per la riforma del cuneo fiscale. “Adesso c’è stato il Def e sono state trovate queste risorse” ha spiegato il viceministro dell’economia, Maurizio Leo. “A settembre ci sarà la nota di aggiornamento vediamo quale sarà l’andamento dei conti pubblici e le risorse che si troveranno verranno messi a servizio della stabilizzazione del cuneo e degli altri interventi tributari che dovremo fare. Con calma e serenità le soluzioni si troveranno” ha assicurato.

Inoltre bisognerà procedere alla semplificazione del fisco. “Sparsi qua e là ci sono 226 crediti d’imposta, credo si possa fare una bonifica di questa materia, e semplificare laddove possibile, anche per rendere la vita semplice ai professionisti e ai contribuenti” ha chiarito Leo. Infine sui prossimi step della riforma, il viceministro ha spiegato di essere “convinto che si possa licenziare la delega prima della pausa estiva” e che tra “settembre e dicembre possiamo licenziare i primi decreti legislativi”.

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