Le tre inattese buone notizie per Giorgia Meloni
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GovernoIn evidenza Mar 25 ottobre 2022

Prezzo del gas, borse e spread, le 3 buone notizie per Giorgia Meloni

Un’ottima notizia per Giorgia Meloni che vede sgonfiarsi il caro-bollette. Vale a dire lo zombie che incombe sul suo governo. Prezzo del gas, borse e spread, le 3 buone notizie per Giorgia Meloni GIORGIA MELONI
Nino Sunseri
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Nino Sunseri

Giornalista economico finanziario da oltre 50 anni, ha cominciato nel 1974 al Giornale di Sicilia. Ha lavorato rivestendo ruoli di caposervizio e inviato per il Corriere della Sera, La Repubblica e Libero.

Le buone notizie per Giorgia Meloni

C’è caldo in Europa e la domanda è in calo perché gli stoccaggi sono pieni. Così il Ttf di Amsterdam il prezzo del gas cade del 17% a 96 euro per Mwh. Per la prima volta da inizio giugno scende sotto quota 100 euro. Un precipizio. Infatti alla fine di agosto era salito a 342,005 euro per Mwh, a meno di 3 euro dal massimo storico raggiunto a marzo, pochi giorni dopo l’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Si tratta di un’ottima notizia per Giorgia Meloni che vede sgonfiarsi il caro-bollette. Vale a dire lo zombie che incombe sul suo governo. Il neo-presidente del Consiglio potrà vantarsi di essere arrivata a Palazzo Chigi accompagnata dall’entusiasmo dei mercati.

Un successo che rappresenta anche un’apertura di credito nei suoi confronti. Già il 26 settembre si era capito che il ritorno del centro-destra alla guida del Paese non era un problema. I listini, infatti, apprezzano la stabilità garantita da una maggioranza numericamente molto ampia. Tuttavia, i prezzi del gas in Europa sono ancora elevati, con un aumento del 40% dall’inizio dell’anno. Però è probabile che ora ci sia l’inversione di tendenza. La quotazione, infatti, scende senza interruzione da due mesi. La settimana scorsa era caduta del 19% in seguito all’accordo fra i capi di Stato e di governo europei per mettere in atto misure urgenti per fermare la corsa dei prezzi. L’intesa era stata raggiunta sul filo di lana senza però arrivare a una definizione organica per quanto riguarda il corridoio di scorrimento sul quale fissare il price cap sul gas.

C’è l’intesa sulla costituzione di una piattaforma comune per l’acquisto di almeno il 15% delle forniture e la sostituzione del Ttf di Amsterdam. Il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, ha parlato di «forte e unanime impegno ad agire congiuntamente per raggiungere tre obiettivi: prezzi più contenuti, garanzie alla continuità delle forniture e proseguimento del lavoro per ridurre la domanda». Dal canto loro, gli analisti di Energi Danmark hanno spiegato che «i prezzi sono scesi notevolmente rispetto a quanto visto in agosto e settembre, grazie al clima autunnale mite in tutta Europa e agli elevati livelli di stoccaggio in vista dell’inverno».

La discesa del prezzo è favorita anche dal clima caldo e dalle ampie scorte accumulate dai paesi europei. Fa più caldo del solito e le temperature dovrebbero rimanere elevate nell’intero Vecchio Continente per tutto il mese, ritardando l’avvio della stagione del riscaldamento e permettendo ai siti di stoccaggio di continuare a essere riempiti. Alti livelli di importazione del gas liquefatto hanno contribuito a portare le riserve a livelli superiori ai loro livelli abituali. In questo momento, infatti, i depositi in Europa sono pieni al 92% e la situazione, almeno in Italia, dovrebbe migliorare con l’entrata in servizio, dopo tante polemiche, del rigassificatore di Piombino.

Dal gas al petrolio

La caduta dei prezzi del metano trascina in basso anche il petrolio. Il Brent europeo scende dell’1,3% a 92,4 dollari, e l’americano West Texas Intermediate dell’1,68% a 84,6 dollari. Sebbene le due materie prime siano solo marginalmente sostituibili, i prezzi del gas, recentemente arrivati a livelli stratosferici, hanno spinto a cercare sostituti a cominciare dal gasolio, che si sta dimostrando una buona alternativa per il riscaldamento e la generazione di energia, seppure a costo di un maggior inquinamento. I prezzi altissimi del metano hanno quindi fatto salire anche la domanda di greggio. Inoltre, «l’aumento del dollaro e l’incertezza sulla domanda globale continua a mettere sotto pressione i prezzi delle materie prime», ha aggiunto Walid Koudmani, analista di Xtb. Poiche’ il greggio e’ scambiato in dollari, un forte apprezzamento del pesa sull’oro nero

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