Casa green, primo via libera dall'Ue: classe D entro il 2033
La Commissione per l'industria, la ricerca e l'energia del Parlamento Ue ha approvato la proposta di revisione della direttiva: classe D entro il 2033.
Casa green, arriva il primo ok dell’Ue
Arriva il primo via libera dall’Unione europea per la direttiva sulla casa green che rischia di costringere milioni di italiani a onerose ristrutturazioni. La Commissione per l’industria, la ricerca e l’energia del Parlamento europeo ha infatti approvato la proposta di revisione della direttiva sulle performance energetiche degli edifici a larga maggioranza. I voti favorevoli sono stati 49, 18 i contrari e 6 gli astenuti.
L’approvazione è arrivata senza modifiche rispetto al compromesso definito nei giorni scorsi. Un testo che rischia di trasformarsi in una zavorra per gli italiani. Per ridurre sostanzialmente le emissioni di gas a effetto serra e il consumo finale di energia nel settore edile, l’Ue obbligherà gli edifici residenziali a raggiungere una classe di prestazione energetica minima di tipo E entro il 2030 e D entro il 2033. L’obiettivo dell’Europa è rendere il settore edile climaticamente neutro entro il 2050.
La proposta dovrebbe ora approdare al voto in plenaria durante la sessione di marzo.
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La posizione dell’Italia
La sintesi al voto oggi si basa su un accordo tra Popolari (Ppe), Socialisti (S&D), Liberali (Renew), Verdi e Sinistra. Contrari Ecr (di cui fa parte FdI) e Id (di cui fa parte la Lega). Anche Forza Italia si è sfilata dalla posizione della sua casa politica, il Ppe. Nonostante “come Partito popolare europeo abbiamo ottenuto alcuni correttivi – ha dichiarato l’eurodeputato FI Massimiliano Salini – non ci sono le condizioni per votare a favore”.
“Il compromesso è peggiorativo rispetto alla proposta iniziale della Commissione europea – ha concluso – e auspichiamo venga migliorato nei negoziati che impegneranno le istituzioni Ue nelle prossime settimane“.
Il dossier dovrà scontrarsi con la posizione decisamente critica dell’Italia, pronta sul tema a dare battaglia. La direttiva sulle case verdi “va emendata per adattarla al contesto italiano che è speciale rispetto al resto d’Europa. Il patrimonio immobiliare del nostro Paese è antico, prezioso e fragile e dobbiamo conservarlo al meglio per le future generazioni”, spiega Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. “Il Governo – ha aggiunto il ministro – difenderà senza tentennamenti” questa linea “tutelando il valore degli immobili e non imponendo in tempi insostenibili onerosi lavori ai privati. Su questo non possono esserci dubbi”, ha concluso.