Superbonus, ancora pochi giorni per beneficiare del 110%
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Immobiliare Mar 15 novembre 2022

Superbonus, ancora pochi giorni per beneficiare del 110%

Il decreto Aiuti quater non è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Di conseguenza restano in piedi le regole con il Superbonus al 110%.  Superbonus, ancora pochi giorni per beneficiare del 110% GIANCARLO GIORGETTI MINISTRO ECONOMIA
Fiorina Capozzi
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Fiorina Capozzi

Giornalista di economia e finanza con esperienza internazionale e autrice di "Vincent Bolloré, il nuovo re dei media europei" (2015) e "Telecommedia a banda larga" (2020). Riconosciuta da Reporters without borders per il suo lavoro sui media europei.

Gli ultimi giorni del Superbonus

Il decreto Aiuti quater ancora non è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Di conseguenza restano in piedi le vecchie regole con il Superbonus al 110%.  Tempi strettissimi dunque per chi vuole approfittare della maxi-agevolazione le cui regole cambieranno a breve. Secondo fonti ufficiali, infatti, il decreto arriverà in Gazzetta il 18 novembre. Per accedere al beneficio fiscale, così come strutturato dal governo di Giuseppe Conte (e cioè al 110%), entro il 25 novembre i condomini non solo dovranno aver approvato in assemblea i lavori, ma dovranno anche aver depositato la perizia asseverata (Cilas) al Comune nel quale si trova l’immobile. Poi si  muterà registro.

Ecco cosa cambia con il decreto Aiuti Quater

Innanzitutto verrà rivista l’aliquota. Finora la legge prevede un bonus fiscale del 110%, ma dal primo gennaio 2023 l’aliquota scenderà al 90%. Per le casse dello Stato, si tratta di un risparmio da 4,5 miliardi di euro in 10 anni. Almeno questa è la stima del ministro del Tesoro, Giancarlo Giorgetti, che ha dovuto fare i conti anche con le maxitruffe legate ai bonus edilizi.

Novità anche per gli edifici unifamiliari

Per quanto riguarda invece le villette unifamiliari, la legge prevedeva che si potesse usufruire dell’agevolazione al 110% fino al 31 dicembre 2022. A patto che entro il 30 settembre 2022, fossero stati realizzati almeno il 30% degli interventi. Il decreto Aiuti Quater stabilisce invece che chi ha completato il 30% dei lavori possa continuare a sostenere spese agevolabili fino al 31 marzo 2023.

Dal primo gennaio 2023 poi, per gli edifici unifamiliari sarà possibile ottenere il beneficio fiscale del 90% solo se si tratta di prima casa, ovvero l’abitazione principale, del beneficiario richiedente. E solo se il reddito del richiedente, rispetto all’anno precedente,  non sia superiore ai 15mila euro. Si restringe quindi notevolmente la platea dei potenziali beneficiari. Anche perché perché monetizzare i crediti  fiscali resta una missione impossibile con banche e Poste che hanno ormai raggiunto il massimo della disponibilità e le imprese che fanno fatica ad accettare gli sconti in fattura.

Intanto si moltiplicano gli appelli al governo

Dopo Ance e Confedilizia, sulla partita Superbonus 110% interviene anche il presidente della Fondazione Inarcassa, l’organismo attivo sui temi della professione dell’Ente previdenziale degli ingegneri e degli architetti, Franco Fietta.  “Quella del Superbonus 110% è una bomba ad orologeria che il governo dovrà saper maneggiare con attenzione”, visto che “la deriva delle misure adottate nel tempo sta portando il mercato della cessione dei crediti ad un crollo definitivo, e a pagarne il prezzo più alto saranno i professionisti, le imprese e i cittadini coinvolti”.

Riguardo alle novità annunciate dal governo di Giorgia Meloni e introdotte dal decreto Aiuti quater, in una nota, Inarcassa evidenzia la «montagna di crediti bloccati nei cassetti fiscali delle imprese e dei professionisti che le banche non acquistano, perché hanno esaurito il plafond disponibile, o addirittura per il timore che la magistratura possa sottoporli a sequestro. Se è vero che non esiste un obbligo di acquisto dei crediti da parte delle banche, come ha dichiarato il ministro Giorgetti, allora attendiamo un immediato intervento diretto da parte del Governo su questo fronte. Perché, di fatto, all’acquisto dei crediti è stata imposta un’inversione di rotta, in corsa. Non erano certo queste le condizioni di partenza che hanno orientato l’operato di tutti noi, professionisti, imprese e cittadini“.

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