Confermata la mazzata del Superbonus, il deficit-Pil è peggiorato
Menu

QUOTIDIANO INDIPENDENTE - Fondato e diretto da MAURIZIO BELPIETRO

Home/ Immobiliare/Approfondimenti
ApprofondimentiImmobiliare Mer 15 marzo 2023

Confermata la mazzata del Superbonus, il deficit-Pil dell'Italia è peggiorato

L'Istat ha concordato con Eurostat una riclassificazione dei Superbonus e del Bonus facciate che ha portato un peggioramento del deficit/PIL. Confermata la mazzata del Superbonus, il deficit-Pil dell'Italia è peggiorato superbonus 110
Redazione Verità&Affari
di 
Redazione Verità&Affari

Il conto sul deficit del Superbonus e bonus facciate

Nel 2022, Superbonus e bonus facciate hanno concorso ad un peggioramento del deficit/PIL di 2,6 punti percentuali. Lo ha detto il direttore della direzione centrale per la contabilità nazionale dell’Istat, Giovanni Savio, nel corso di un’audizione sugli strumenti di incentivazione fiscale con particolare riferimento ai crediti di imposta. La riclassificazione del credito da minori entrate a maggiori spese ha determinato un aumento sulla pressione fiscale del 2022 di 0,3 punti percentuali (43,2% vs 43,5%).

Non ha invece avuto impatto evidente sul 2020 e sul 2021 in ragione della dimensione limitata degli importi dei crediti fruiti. Da ricordare che la fruibilità del credito è consentita dall’anno successivo al sostenimento della spesa. Gli importi, quindi, in termini di fruizione, cominciano ad essere più significativi dall’anno 2021, in progressione crescente per gli anni successivi per il sovrapporsi delle quote annuali di fruibilità.

Savio ha ricordato che “l’Istat ha concordato con Eurostat una riclassificazione dei Superbonus e del ‘Bonus facciate’ come ‘pagabile’, a partire dall’edizione dei Conti nazionali del 1 marzo 2023. Per gli anni 2020-2022 sono stati quindi registrati nei conti delle amministrazioni pubbliche come spesa nel momento in cui il beneficio è maturato (ossia, nel momento in cui viene sostenuta la spesa di investimento per stato di avanzamento dei lavori) e per il suo intero ammontare.

Ciò ha comportato un considerevole impatto sull’indebitamento netto (deficit) delle amministrazioni pubbliche, in ragione del fatto che nella versione precedente dei Conti, il Suberbonus e il bonus facciate gravavano sulle finanze pubbliche per la sola quota utilizzata nell’anno (in detrazione o compensazione fiscale)”. La modifica ha comportato una revisione nel rapporto deficit/Pil per gli anni 2020 e 2021 pari rispettivamente a -0,2 e -1,8 punti percentuali.

Nel 2022 gli incentivi alle imprese erogati mediante crediti di imposta, e classificati nel conto consolidato delle amministrazioni pubbliche come spesa (“pagabili”) secondo il principio della competenza economica, ammontano a oltre 33 miliardi, quasi duplicati rispetto all’anno precedente (18,8 miliardi nel 2021)”.

Dal 2020, “sono state introdotte nuove tipologie di crediti di imposta in risposta all’emergenza sanitaria e, successivamente, a quella energetica. Sono infatti misure adatte a fornire al sistema produttivo risorse e liquidità in modo rapido e quasi automatico. L’opzione dell’utilizzo mediante lo sconto in fattura e la cedibilità a terzi ha contribuito a favorirne la rapida diffusione”.

Nel 2022, “oltre il 43% della spesa agevolativa per le imprese è destinata a far fronte alla crescita dei prezzi energetici, mentre quasi il 30% è diretto alla promozione degli investimenti Transizione 4.0. Si ridimensiona, invece, il contributo degli altri incentivi come le Dta, le misure Covid-19 e gli investimenti nel Mezzogiorno”. Anche gli incentivi a favore delle famiglie “mostrano una crescita marcata nel triennio 2020-2022. Nel 2020, la componente più rilevante è rappresentata dal cosiddetto ‘bonus Irpef’ (successivamente bonus integrativo) che nel 2022 si ridimensiona significativamente per effetto della ridefinizione del sistema delle detrazioni. (Teleborsa)

Condividi articolo