Superbonus, la proposta di Enel X
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ImmobiliarePrimo piano Ven 07 aprile 2023

Superbonus, la proposta di Enel X per riaprire il mercato dei crediti

La società propone una operazioeassieme ad Esco e banche per riaprire il mercato dei crediti fiscali fiscali legati ai bonus edilizi Superbonus, la proposta di Enel X per riaprire il mercato dei crediti
Redazione Verità&Affari
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Ipotesi di lavoro EnelX per uscire dall’impasse

Una proposta per smobilitare circa 40 miliardi di crediti fiscali edilizi incagliati legati al Superbonus ma anche per dare vita a uno strumento più strutturale. È quella presentata da Enel X, società del Gruppo Enel che fornisce prodotti e servizi innovativi al servizio della trasformazione energetica a livello domestico, cittadino e industriale, che prevede il coinvolgimento di ulteriori soggetti per rilevare i crediti fiscali (non solo quelli legati a bonus edilizi) dalle imprese edili e poi rivenderli ad altre imprese, in questo caso industriali, che invece di pagare le tasse acquistino il credito fiscale per compensare le imposte.

Si tratta in particolare di aziende che si occupano di efficienza energetica, le cosiddette Esco – Energy Service Company, società che effettuano interventi finalizzati a migliorare l’efficienza energetica, assumendo su di sé il rischio dell’iniziativa e liberando il cliente finale da ogni onere organizzativo e di investimento – che hanno la relazione con le imprese e possono operare come primo cessionario che certifica la qualità del credito, il quale deve essere certo, liquido ed esigibile. Le Esco sono inoltre soggetti che si relazionano con le imprese industriali interessate ad acquistare i crediti fiscali.

Ma quali sono i vantaggi?

In questo modo l’impresa industriale – spiega il Sole 24 Ore che ha raccolto la proposta di Enel X – “potrebbe beneficiare di un margine di guadagno acquistando il credito a lieve sconto (l’1 o il 2% ai livelli attuali di mercato) a ridosso della scadenza per il pagamento delle imposte e avrebbe un abbattimento del cuneo fiscale. L’impresa edile avrebbe un interlocutore che rileva i crediti a prezzi più ragionevoli rispetto ai forti sconti richiesti oggi da chi compra (fino al 50%) perché il mercato è sostanzialmente illiquido”.

Proprio il problema della scarsa liquidità del mercato è infatti un tema cruciale. Negli ultimi 2 anni il sistema bancario ha applicato tassi molto convenienti alle imprese che cedevano crediti fiscali: da un credito del valore nominale di 105 euro si poteva avere liquidità per 105 euro generando per le imprese cedenti un surplus finanziario. La diverse strette normativa introdotte a fine 2021 – l’articolo ricorda che in poco più di due anni la norma sul Superbonus ha subito 19 correttivi, 6 provvedimenti attuativi e 233 disposizioni dell’Agenzia delle entrate – hanno generato un forte inasprimento delle condizioni. Una situazione che negli ultimi giorni va migliorando ma che non sembra ancora risolta.

Lo stato dell’arte

I pochi operatori ancora sul mercato nel 2023 acquistano infatti crediti fiscali del valore nominale di 110 euro a un prezzo di 80-90 euro, ma in alcuni casi soggetti operanti al di fuori dei circuiti ufficiali hanno applicato sconti superiori al 50%, provocando una pesante perdita per l’imprese che si trovava nelle necessità di cedere il bonus fiscale.

L’iniziativa sembrerebbe essere in una fase avanzata e secondo le indiscrezioni potrebbe decollare già nel mese di giugno. “Questo meccanismo può consentire un’uscita ordinata dalla misura del Superbonus e di mettere ordine alla giungla degli incentivi. L’opportunità che, però, al contempo si apre è quella di rendere strutturale il sistema per tutti i tipi di crediti fiscali – ha spiegato il Ceo di Enel X, Francesco Venturini, al Sole 24 Ore –. Le faccio l’esempio del credito di imposta per il caro energia: nel 2022 abbiamo supportato molte imprese che non avevano capienza fiscale per utilizzarlo. Abbiamo comprato quei crediti a fronte di forniture di energia e siamo riusciti a far recuperare alle aziende più di 100 milioni. In futuro un’utility potrebbe vendere contratti di energia già inclusivi dei crediti di imposta”.

(Teleborsa) 

 

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