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ImmobiliareIn evidenza Mer 01 marzo 2023

Superbonus, peggiora il rapporto deficit-Pil degli scorsi anni: così il governo avrà più margini di manovra

Peggiorano i conti degli anni passati: il deficit/Pil per il 2022 passa dal 5,6% all'8%. Tutta colpa dei crediti del Superbonus Superbonus, peggiora il rapporto deficit-Pil degli scorsi anni: così il governo avrà più margini di manovra
Redazione Verità&Affari
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Superbonus, il parere dell’Istat e di Eurostat

Dopo tanta attesa, alla fine è arrivato il verdetto di Istat ed Eurostat su come va calcolato l’impatto sui conti pubblici dei crediti d’imposta generati da Superbonus e altri bonus edilizi. Questi crediti, spiegano gli istituti di statistica, pesano sulla spesa pubblica interamente nell’anno di creazione. Non vanno quindi spalmati nell’arco degli anni previsti dalla detrazione.

Una scelta che ha costretto l’Istat a rivedere in modo pesantemente negativo i deficit degli anni passati, ma che, allo stesso tempo, può essere considerata una buona notizia per il governo Meloni. 

Perché il governo può essere soddisfatto

Ma andiamo con ordine. L’Istat ha diffuso i nuovi dati rivisti degli anni passati: nel 2020 il rapporto deficit/Pil è passato dal 9,5% al 9,7%, mentre nel 2021 è stato rivisto in peggioramento dal 7,2% al 9%. La mazzata però è sul 2022: dal 5,6% stimato dalla Nadef si è passati all’8%. A incidere enormemente, come evidenziato dalla stessa Istat, i crediti generati dal Superbonus.

Per questo il governo Meloni è intervenuto immediatamente. Con lo stop alle cessioni dei crediti imposto dall’esecutivo il volume di nuovi crediti generati nel 2023 (e che dovranno quindi pesare interamente sul bilancio di quest’anno) e alla nuova classificazione statistica, nel 2023 e nei prossimi anni il peso dei crediti stessi dovrebbe diminuire sensibilmente. Questo consentirà al governo di avere un maggiore margine di manovra nel corso dell’anno per altri interventi di politica economica.

Ance: “Accelerare sul problema liquidità”

Risolto il problema contabile, ora c’è da chiudere la partita dei crediti d’imposta rimasti incagliati. La strada che si dovrebbe percorrere dovrebbe essere quella di consentire alle banche di ampliare la capacità fiscale compensando parte dei crediti già in pancia con gli F24 dei clienti. Ma la definizione dell’intervento del governo era stata rimandata dopo il parere di Istat ed Eurostat.

Non è un caso che l’Ance si sia subito esposta per accelerare sul tema. “I crediti derivanti dai bonus edilizi sono già stati contabilizzati nel bilancio dello Stato e quindi, come sosteniamo da tempo, possono e devono essere pagati subito alle famiglie e alle imprese dell’edilizia”, ha commentato la presidente Ance Federica Brancaccio. “Per questo emerge con ancora più forza – ha concluso Brancaccio – la necessità di risolvere il problema della liquidità delle imprese e delle famiglie così da non vanificare lo sforzo che è stato fatto per spingere l’economia”.

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