Superbonus verso la deroga. Ance: "I crediti alle partecipate"
Per completare i lavori sulle villette potrebbe arrivare una deroga di altri tre mesi. Intantosono stati depositati 300 emendamenti
Nuovo round nella partita Superbonus
Dopo lo stop alle cessioni dei crediti, il governo interviene di nuovo per ritoccare la normativa dei bonus edilizi. Per completare i lavori sulle villette e accedere ancora al Superbonus 110% potrebbe presto arrivare una deroga di altri tre mesi. La scadenza slitterebbe quindi al 31 giugno. La nuova revisione della scadenza è prevista in un emendamento presentato dal relatore del testo, il senatore di Fratelli dìItalia, Andrea De Bertoldi. Inoltre ulteriori proroghe potrebbero anche riguardare gli stabili di proprietà degli Istituti autonomi case popolari e delle Onlus. In totale sono 300 gli emendamenti. Un numero che, secondo De Bertoldi, è tutto sommato contenuto data la portata dell’argomento.
“Abbiamo la necessità di lavorare tutti insieme e bene per apportare le migliorie necessarie. Evitare tensioni ostruzionistiche era per me, relatore del provvedimento, la priorità assoluta. Finora è andato tutto bene. Mi auguro che continueremo a lavorare, maggioranza e opposizione, con lo spirito costruttivo con cui abbiamo esaminato finora il provvedimento” ha spiegato il senatore. Sull’intera vicenda vigila il Tesoro, molto attento a valutare l’impatto economico di ogni minima variazione dal momento che la misura è già costata cara agli italiani.
Il nodo da risolvere resta quello dello stop alle cessioni dei crediti
Secondo l’Associazione nazionali costruttori edili, il blocco della cessione dei crediti fiscali sta determinando “una situazione esplosiva” nel settore delle costruzioni. Alla vigilia dell’esame parlamentare del decreto che ha detto stop alle operazioni di ristrutturazione con sconto in fattura e cessione dei crediti fiscali, lo ha ribaditola vicepresidente Ance, Vanessa Pesenti, in audizione di fronte alla commissione Finanze del Senato sui crediti fiscali.
Pesenti ha ricordato che ci sono “19 miliardi di crediti incagliati”. Una cifra estremamente elevata che rappresenta solo un tassello di un mosaico ben più inquietante: secondo le stime dell’Ance un miliardo di crediti incagliati produce infatti il blocco di circa 6.000 interventi (tra unifamiliari e condomini), con rischio di fallimento di almeno 1.700 imprese di costruzioni e la perdita di circa 9.000 occupati.
“Pertanto considerando uno stock di crediti fiscali incagliati in capo alle imprese di 19 miliardi di euro, gli effetti macroeconomici potrebbero essere estremamente preoccupanti: 32.000 imprese fallite e 170.000 disoccupati in piu’ nel settore delle costruzioni (che raddoppiano se si considera l’indotto). Una simile situazione provocherebbe problemi su circa 115.000 cantieri, che si tradurrebbero in altrettanti nuclei familiari in crisi” ha chiarito Pesenti. Di qui l’ipotesi di Ance e Abi di utilizzare gli F24 a compensazione dei crediti maturati e prevedere un intervento delle partecipate pubbliche, società che sono in grado di acquistare i crediti fiscali. Soprattutto dopo lo stop per gli enti locali.