Confapi, da 75 anni le Pmi motore del sistema produttivo italiano
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Imprese ItalianePrimo piano Mer 29 marzo 2023

Confapi, da 75 anni le Pmi motore del sistema produttivo italiano

ROMA (ITALPRESS) – “Le piccole e medie industrie rappresentano la forza più sana e costruttrice della nazione, oggi come nel 1947 anno in cui Confapi venne costituita. Da 75 anni le imprenditrici e gli imprenditori portano avanti con coraggio le loro aziende, sono in grado di conoscere prima della politica… Confapi, da 75 anni le Pmi motore del sistema produttivo italiano
Redazione Verità&Affari
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I 75 anni di Confapi

ROMA (ITALPRESS) – “Le piccole e medie industrie rappresentano la forza più sana e costruttrice della nazione, oggi come nel 1947 anno in cui Confapi venne costituita. Da 75 anni le imprenditrici e gli imprenditori portano avanti con coraggio le loro aziende, sono in grado di conoscere prima della politica gli orientamenti, le difficoltà, i punti di caduta e di crisi del sistema produttivo. Ed è per questo ruolo di ‘vigili antenne’ che chiediamo anche all’attuale Governo di ascoltarci come lo chiedevano gli imprenditori nel 1947”. Così il presidente di Confapi, Cristian Camisa, aprendo i lavori all’Auditorium della Conciliazione dove Confapi ha celebrato i suoi 75 anni.

L’evento, che ha visto la benedizione di Papa Francesco e la partecipazione, tra gli altri, la ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone; del ministro degli Esteri, Antonio Tajani; del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso; del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, è stato aperto con il messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha sottolineato l’importanza “di un comparto che caratterizza la struttura produttiva italiana connotato da una costante apertura a tecniche innovative, in rapporto virtuoso con i territori di insediamento e fortemente orientato alla internazionalizzazione, con significativi benefici per le generazioni presenti e future”.

Meloni: “Piccole imprese motore dell’Italia”

Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un videomessaggio ha ricordato come la “piccola impresa è il motore diffuso della nostra economia, della nostra società e della nostra cultura. Il mondo che voi rappresentate costituisce l’identità, la tradizione e l’innovazione del tessuto produttivo italiana, voi siete quelli che a me piace definire i patrioti del lavoro, perché con i vostri sogni, il vostro ingegno, la vostra creatività contribuite a fare dell’Italia la grande nazione che è. Siete una parte fondamentale della nostra economia reale, rappresentate la declinazione concreta del legame che unisce impresa, lavoro e territorio”, ha aggiunto.

Riforma fiscale e salario minimo

Ma numerosi sono stati i punti toccati dal presidente Camisa nel suo discorso, a partire dall’orario di lavoro. “Lavorare quaranta ore in quattro giorni invece che cinque – ha detto – cambia poco. Altro discorso è se l’orario comporta un aggravio di costi per l’impresa: ora non ce lo possiamo permettere. In merito al salario minimo, poi, riteniamo che la contrattazione collettiva rappresenti uno strumento formidabile, da migliorare ma certo da preservare. Tutti i contratti dell’industria che Confapi sigla con Cgil, Cisl e Uil sono oltre la soglia minima ipotizzata. Bisogna agire, piuttosto, su quei contratti ‘pirata’, moltiplicatisi negli ultimi anni, e che sono stipulati da organizzazioni non rappresentative e che prevedono livelli retributivi largamente inferiori a quelli del settore di riferimento”.

Camisa ha affrontato anche il tema della riforma fiscale. “Dobbiamo diminuire – ha sottolineato – la forbice di tassazione tra la piccola e la grande impresa: grazie a patent box o altre normative, il tax rate per le grandi industrie spesso non va oltre il 25%, mentre le Pmi devono sopportare un 60% e oltre di pressione fiscale. Le piccole e medie industrie italiane non devono pagare più tasse della grande industria e delle multinazionali. La recente legge delega in materia fiscale è apprezzabile per il tentativo di sburocratizzare e alleggerire gli adempimenti fiscali sia a carico delle persone fisiche sia degli imprenditori. Impieghiamo 238 ore per pagare le imposte, il 46% in più della media dei Paesi Ocse. Effettuiamo in media in un anno 89 operazioni tra dichiarazioni e adempimenti vari: più del doppio di altri Paesi”.

– foto xb1/Italpress –

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