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ApprofondimentiImprese Sab 25 marzo 2023

Biesse chiude un anno record e punta a una nuova acquisizione

La multinazionale marchigiana Biesse chiude un anno record per fatturato e margini. E punta a una nuova acquisizione nel 2023 Biesse chiude un anno record e punta a una nuova acquisizione Pierre La Tour
Mikol Belluzzi
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Mikol Belluzzi

Biesse chiude un anno record

Un 2022 da record per Biesse. La multinazionale di Pesaro leader nella tecnologia per la lavorazione di legno, vetro, pietra, plastica e metallo, quotata al segmento Star di Borsa Italiana, ha chiuso lo scorso anno con il miglior fatturato della sua storia a 822,4 milioni di euro (+10,8%) e ha già un sostanzioso portafoglio ordini per guardare al 2023 con tranquillità. Lo afferma il Cfo di gruppo Pierre La Tour che a Verità e Affari racconta come entro la fine dell’anno la società marchigiana porterà a termine una nuova acquisizione, probabilmente nel settore della plastica.

Che anno è stato quello che si è appena chiuso?
Il 2022 è stato un anno record per l’azienda che ha superato la soglia degli 800 milioni di euro di ricavi mai raggiunta prima. Anche a livello di margini abbiamo registrato il massimo storico con 91 milioni di Ebitda. A questo va aggiunto che Biesse ha chiuso il 2022 con una posizione finanziaria netta positiva di 117 milioni. Segue al 2021 che è stato un altro anno eccezionale, in cui si è registrato un forte rimbalzo legato al post Covid. Sicuramente il 2022 ha parzialmente vissuto di rendita grazie a un portafoglio ordini cresciuto ininterrottamente dal 2020 a oggi. Anche l’avvio del 2023 è da record perché siamo partiti con 385 milioni di euro di portafoglio ordini.

Come intravedete il 2023?
Gli ordini già raccolti ci danno notevole tranquillità nell’affrontare il 2023 anche se nel quarto trimestre 2022 si è registrato un rallentamento che è in atto anche ora. Le cause sono l’incertezza dovuta alle tensioni geopolitiche, alla sofferenza per il rialzo dei tassi e dell’inflazione. Ma è anche il riflesso delle politiche fiscali italiane che dal 1° gennaio 2023 hanno visto ridursi il credito d’imposta sull’industria 4.0 al 20% dal 40% del 2022. Quindi chi ha potuto ha anticipato gli investimenti per sfruttare al meglio l’agevolazione fiscale. Anche per questo l’Italia ha avuto una crescita abnorme nel nostro fatturato, salendo dal 15 al 23,5%, ma ora ci attendiamo che, come previsto, ci sia un calo della domanda sul mercato domestico.

L’estero, invece, come sta andando?
Biesse può contare su una rete capillare di filiali nel mondo che ci garantiscono una forte presenza all’estero. C’è stato un calo evidente del mercato russo e anche l’Est Europa sta soffrendo. A questo va aggiunto il rallentamento della Turchia alle prese con un’iperinflazione. Sopra le attese, invece, le performance di Stati Uniti e Canada che valgono il 25% del nostro fatturato e stanno registrando un mercato frizzante. E poi c’è l’India. Per noi è una storia di successo dato che abbiamo 2 stabilimenti a Bangalore dove produciamo macchinari per l’export che ci danno grande soddisfazione. Quello a cui puntiamo, però, è avere più potenza di fuoco nel Sud Est asiatico, dove siamo già presenti con diverse filiali , di cui la principale è a Kuala Lampur, ma si tratta di un’area di forte sviluppo dove vogliamo essere sempre più presenti.

E sul fronte delle acquisizioni come vi state muovendo?
Nell’ottobre 2021 abbiamo realizzato la nostra ultima acquisizione, rilevando la torinese Forvet, che rappresenta un completamento della gamma prodotto nel settore vetro offrendo soluzioni avanzate di linee integrate. Il nostro obiettivo è quello di completare il programma di acquisizioni previsto nel piano strategico industriale e vorremmo realizzare un’ulteriore acquisizione entro la fine dell’anno.

In quale settore vorreste fare shopping?
Noi operiamo in 4 settori di business: legno, vetro, pietra e materiali plastici e compositi. Ora il legno vale il 70% del nostro fatturato per cui vorremmo rafforzare i settori in cui abbiamo maggiore potenzialità di crescita, in particolare vetro e materiali plastici e compositi, che hanno ciclicità diverse da quelle del settore legno. Soprattutto sono interessanti le plastiche che hanno impieghi in tanti settori dall’aerospaziale alla cantieristica.

Il boom del costo dell’energia e dell’inflazione vi ha danneggiato?
Noi non siamo energivori dato che assembliamo i nostri prodotti, ma indirettamente subiamo le pressioni inflazionistiche dei nostri fornitori. Per esempio, i basamenti dei nostri macchinari sono realizzati in ghisa e in acciaio, mentre i motori elettrici che acquistiamo sono più costosi dato che contengono molto rame. Le favorevoli dinamiche di mercato ci hanno consentito di trasferire gli aumenti, mantenendo i margini invariati.

Avete presentato anche il Bilancio di sostenibilità. Cosa significa per voi?
Realizziamo il Bilancio di sostenibilità dal 2018 e fino a poco fa era una rendicontazione di attività socio-ambientali. A ottobre 2021 abbiamo assunto una persona proveniente da Ikea, Sofia Provenzano, affidandole la responsabilità di creare la funzione ESG. Nel 2022 abbiamo strutturato un processo di enterprise risk management che ci ha consentito di identificare e quantificare rischi sociali e ambientali. Ora stiamo definendo un sistema di obiettivi ESG che saranno integrati nel prossimo piano 2024-2026.

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