Il colosso dell'automazione, con Camozzi gareggiò anche Senna
Camozzi Group, colosso bresciano con quasi 3 mila addetti, leader a livello mondiale nel settore dell'automazione industriale.
La storia della Camozzi Group
Testa in Lussemburgo, sede legale a Milano e cuore industriale bresciano. Sono i fratelli Camozzi a capo del Camozzi Group, colosso bresciano con quasi 3 mila addetti, leader a livello mondiale nel settore dell’automazione industriale. Qualche settimana fa, presieduta da Ludovico Camozzi, s’è riunita l’assemblea dei soci che ha preso atto dell’utile di oltre 7,4 milioni di euro segnato nel bilancio ordinario 2021 e ha deciso di remunerare gli azionisti con 1,2 milioni destinando il restante profitto a riserva.
Se si sale lungo la catena di controllo del gruppo si arriva nel Granducato dove ha sede la Lag International che qualche settimana fa ha aumentato il capitale da 6,6 a 11,7 milioni di mediante emissione di 3,52 milioni di azioni privilegiate ciascuna del valore nominale di 1,42 euro sottoscritte dai quattro veicoli inglesi a monte della lussemburghese: Alfafin, Gammafin, Betafin e Abcfin. Sono i veicoli che fanno capo ai quattro Camozzi: Giovanni, Marco e Mario oltre al citato Ludovico, tutti presenti nel consiglio d’amministrazione della capogruppo italiano la cui sede è nel capoluogo lombardo.
La storia dell’azienda
La storia del gruppo iniziò nel 1964 quando Attilio lasciò il lavoro di tornitore e intraprese, insieme ai fratelli Luigi e Geromino, l’avventura imprenditoriale, fondando la Camozzi per produrre componenti pneumatici per l’automazione industriale. Nel 1980 ci fu l’acquisizione di Campress, azienda di stampaggio a caldo dell’ottone e cinque anni dopo l’azienda entrò in Formula Uno con la Scuderia Arrows. Nel 1998 avvenne la consacrazione di 16 anni di sponsorizzazioni: insieme alla McLaren Camozzi vinse il campionato dei costruttori e Mika Hakkinen trionfò nel campionato piloti. Gareggiarono per Camozzi anche Ayrton Senna e Michele Alboreto.