I numeri messi a caso per provare a salvare l’Unità dal fallimento
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Imprese Mer 03 agosto 2022

I numeri messi a caso per provare a salvare l’Unità dal fallimento

I giudici del Tribunale di Roma hanno avuto ben poche incertezze nel rigettare il concordato proposto da L’Unità, l’ex giornale del Pd. I numeri messi a caso per provare a salvare l’Unità dal fallimento
Fabio Pavesi
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Fabio Pavesi

Il fallimento dell’Unità

I giudici del Tribunale di Roma hanno avuto ben poche incertezze nel rigettare il concordato proposto da L’Unità, l’ex giornale del Pd, e chiedere al contrario pochi giorni fa, il fallimento della testata. Il motivo è semplice e come Verità&Affari ha appurato la ragione è che quel piano concordatario era pieno di buchi neri, un vero e proprio colabrodo sia sul piano della legittimità giuridica che soprattutto su quello finanziario con dati della società che sono risultati completamente fittizi.

Il decreto dei giudici sull’Unità

Il decreto dei giudici della sezione fallimentare che Verità&Affari ha potuto consultare ha rilevato una serie di criticità e incongruenze nei dati contabili presentati per la richiesta di concordato. Il più eclatante è nel dato sull’attivo della società, controllata da Piesse srl del costruttore Massimo Pessina. Nel deposito della proposta, presentata lo scorso maggio del 2021 era indicato un valore dell’attivo di 8,329 milioni di euro, che già a dicembre dello stesso anno era precipitato a soli 46mila euro, di fatto la sola liquidità sui conti della società. Sparito in un lampo tutto l’attivo del giornale.

Complice un dato paradossale e non di poco conto. Nell’asseverazione del perito era riportata alla data della presentazione della domanda scaccia-creditori del 6 maggio del 2021 la cifra di 7 milioni tra le immobilizzazioni materiali del gruppo che corrispondeva al valore della testata. Cifra che è stata poi del tutto rettificata a un valore negativo per 7 milioni. Un cambio di rotta iperbolico senza che sia stata fornita nessuna giustificazione e in contrasto con i dati dei conti di dicembre 2021 che assegnavano al marchio l’Unità il valore positivo di 7 milioni. Da +7 milioni a -7 milioni, davvero un balletto di valutazioni così esorbitante da non rendere credibile il piano.

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