Il fatturato dell'energia schizza, ma lo Stato non ci guadagna nulla
Menu

QUOTIDIANO INDIPENDENTE - Fondato e diretto da MAURIZIO BELPIETRO

Home/ Imprese
Imprese Lun 29 agosto 2022

Il fatturato dell'energia schizza, ma lo Stato non ci guadagna quasi nulla

In cinque mesi il fatturato delle imprese energetiche presenti in Italia è schizzato del 60%. Ma poco o nulla è finito nelle casse pubbliche. Il fatturato dell'energia schizza, ma lo Stato non ci guadagna quasi nulla
Redazione Verità&Affari
di 
Redazione Verità&Affari

Il fatturato dei gruppi energetici

In cinque mesi il fatturato delle imprese energetiche presenti in Italia è schizzato del 60%. Ma poco o nulla è finito nelle casse pubbliche. Intanto le imprese di altri settori rischiano il collasso proprio per l’aumento della bolletta energetica. A descrivere il quadro a tinte fosche la Cgia di Mestre che ha analizzato l’andamento delle attività industriali estrattive di materie prime energetiche (come il petrolio, il gas naturale, etc.) e dell’industria della raffinazione.

Cosa dicono i dati

Nel dettaglio, con riferimento al periodo fra gennaio-maggio, la crescita del fatturato delle imprese del settore energetico nel 2019 è stata dello 0,5% rispetto all’anno prima. poi, in piena pandemia i ricavi invece sono crollati del 34,6% (gennaio-maggio 2020 sul 2019); diversamente, nei primi 5 mesi del 2021 la variazione è stata del +19,6%. Quest’anno, infine, il fatturato ha subito una impennata del +60%. La Cgia osserva che nessuno chiede un accanimento fiscale contro le grandi imprese dell’energia.

Anche perché non necessariamente un aumento del fatturato si traduce in un analogo incremento dell’utile. «Tuttavia è evidente che il risultato economico di questo settore nell’ultimo anno è stato molto positivo e, per solidarietà e giustizia sociale, queste realtà dovrebbero versare almeno quanto imposto dallo Stato con una legge per aiutare economicamente le famiglie e le imprese più in difficoltà. Invece, le grandi imprese energetiche si sono guardate bene dal farlo» si legge nella nota della Cgia. Almeno per quanto riguarda la prima scadenza prevista lo scorso 30 giugno.

Il flop del decreto aiuti

Il governo di Mario Draghi ha imposto alle imprese energetiche un’aliquota del 25% sugli extraprofitti ottenuti con l’aumento dei prezzi di gas e petrolio. Dei 4,2 miliardi di euro stimati nel decreto Aiuti con la prima rata, lo Stato ha incassato poco meno di 1 miliardo. secondo i calcoli dell’ufficio studi della Cgia, se lo Stato non riuscirà ad incassare quanto previsto, l’ erario potrebbe perdere quest’anno oltre 9 miliardi dei 10,5 previsti dall’introduzione di questa tassazione sugli extraprofitti. «Certo di fronte agli aumenti registrati in questi ultimi giorni, 9 miliardi farebbero ben poco per calmierare i costi delle bollette di famiglie e imprese» ha evidenziato la Cgia.

Per gli analisti, l’argomento extraprofitti ed incassi dello Stato «mette a repentaglio la nostra coesione sociale: in un momento di difficoltà come questo, chi più ha deve aiutare chi sta peggio». Senza contare che, a loro avviso, tra coloro che hanno eluso il fisco, potrebbero anche esserci aziende partecipate dallo Stato. «Siamo certi che con la prossima scadenza anche queste realtà imprenditoriali onoreranno i loro impegni con il fisco, così come previsto dalla legge – si legge nella nota della Cgia -. Sarebbe inaccettabile se ciò non avvenisse. In primo luogo, perché una fetta importante della nostra imprenditoria eluderebbe vergognosamente il fisco. In secondo luogo, ancorché fino ad ora non sia possibile provarlo, tra coloro che non hanno versato al fisco quanto richiesto, potremmo annoverare anche le multiutility controllate dagli enti locali o a partecipazione statale». E così fosse la situazione non solo sarebbe grave, ma decisamente imbarazzante.

Condividi articolo