Spedini (Ecomembrane): "Espansione in Centro Europa" - V&A
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ApprofondimentiImprese Sab 22 aprile 2023

Ipo, Spedini (Ecomembrane): "Con la quotazione puntiamo a espanderci in Centro Europa"

Il gruppo cremonese Ecomembrane a giorni si quoterà sull'Egm e con i proventi guarda all'espansione in Centro Europa Ipo, Spedini (Ecomembrane): "Con la quotazione puntiamo a espanderci in Centro Europa"
Mikol Belluzzi
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Mikol Belluzzi

Spedini (Ecomembrane): “Con la quotazione puntiamo a espanderci in Centro Europa”

Ha concluso con successo l’offerta di azioni e a giorni quoterà su Euronext Growth Milan (EGM), il mercato di Borsa Italiana dedicato alle Pmi ad alto potenziale di crescita, Ecomembrane. La socieà cremonese, attiva nella progettazione e realizzazione di sistemi di stoccaggio e di contenimento dei gas per la produzione di energia verde, ha raccolto 15 milioni di euro tra gli investitori istituzionali italiani e stranieri. Così il prezzo delle azioni ordinarie è stato fissato a 8,50 euro, corrispondente ad una capitalizzazione di mercato post aumento di capitale pari a 36,5 milioni di euro.

Adesso per il gruppo nato nel 200o si apre una nuova fase, quella della crescita in nuovi mercati e in nuovi settori come conferma a Verità&Affari il ceo e fondatore Lorenzo Spedini. Che vede un’accelerazione sostenuta grazie alle nuove politiche green dell’Unione europea.

Quale è il vostro business?

“Gli scarti degli allevamenti naturalmente producono Co2, metano e ammoniaca che vengono rilasciati nell’atmosfera. Invece grazie ai nostri impianti sono recuperati ed entrano nella rete del metano diventando combustibile”.

Quando inizia la vostra storia?
“Mio padre produceva teli in Pvc per piscine e altri prodotti per l’agricoltura e negli anni Ottanta è stato contattato dall’Enea che stava cercando nuove soluzioni non troppo costose d’applicare alla depurazione degli impianti idrici privati e industriali. Per questo nel 1982 nasce il nostro primo brevetto per il settore agricolo. Ma come capita spesso, eravamo troppo avanti per quei tempi. L’idea era molto bella: c’erano i prototipi, ma non c’era mercato. Era un’altra epoca, in cui si inquinava e non esisteva una coscienza ambientale”.

Poi la svolta nel 2000. Che cosa è successo?
“Che mi sono laureato in ingegneria e ho deciso di fondare Ecomembrane, nata come una startup per progettare i componenti dei prototipi di 20 anni prima. Volevo dare un mercato a quei prodotti e svilupparne di nuovi. E così l’azienda ha iniziato a espandersi nel settore agricolo e delle acque civili dove abbiamo cominciato a sostituire i vecchi e pesanti gasometri in cemento e acciaio inossidabile con le nostre coperture in Pvc, assai più leggere ed ecologiche”.

E da allora non vi siete più fermati…
“Nel 2008 abbiamo guardato all’estero e ci siamo fatti conoscere partecipando a una serie di fiere internazionali. Da qui la decisione, nel 2012, di creare una piccola filiale negli Stati Uniti, a Little Rock, nell’Arkansas. Intanto, nel 2010, in Italia era scoppiato il boom del biogas e, grazie anche agli incentivi del governo, in quel periodo sono stati realizzati gran parte degli impianti esistenti. Ora siamo presenti in 40 paesi con 20 importatori che garantiscono installazione e assistenza. E continuiamo a crescere in tutto il mondo con tante idee. Abbiamo creato nuovi prodotti di nicchia come quelli per le discariche e
per stoccare la C02 e l’idrogeno. Attualmente abbiamo 9 brevetti internazionali e 3 in fase di registrazione. Possiamo davvero dire che la sensibilità ambientale è partita dall’Europa”.

E in Italia a che punto siamo?
“Noi italiani siamo in pole position nel Vecchio continente sul fronte della normativa per gli impianti in biometano. La Germania, per dire, è più indietro di noi. E poi devo riconoscere che finalmente anche dal lato politico e finanziario c’è comprensione delle problematiche ambientali”.

Per questo avete deciso di quotarvi?
“Stiamo crescendo in tutto il mondo e con la guerra in Ucraina si è capita l’importanza di non dipendere da altri paesi per la produzione di energia. Per questo l’Europa, ma anche gli Stati Uniti stanno accelerando sulla realizzazione di impianti per il biometano, che per la Ue dovrà  raggiungere il 40% della produzione. Con l’aumento di capitale che faremo vogliamo investire nel Centro Europa e valutare anche crescita per acquisizioni per espanderci in un’area dove non siamo. Tenga presente che in Germania ci sono 10 mila impianti per il biometano contro i 2mila italiani. Inoltre, stiamo investendo per aumentare la nostra capacità produttiva che triplicherà entro fine anno”.

E nei prossimi anni “matureranno” anche i mercati della cattura di Co2 e dell’idrogeno. Che cosa ne pensa?

“In effetti, questi due settori stanno diventando altrettanto importanti e dobbiamo essere pronti. L’idrogeno è un vettore per lo stoccaggio di energia e noi nel 2020 abbiamo ideato una tecnologia per stoccarlo a bassissima pressione. Si tratta di una tecnologia che si adatta bene a essere utilizzata vicino a grandi impianti eolici e fotovoltaici. Proprio per far conoscere questo nostro prodotto quest’anno parteciperemo a tre fiere dell’idrogeno”.

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