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ImpresePrimo piano Mer 25 gennaio 2023

Ita, Lufthansa batte cassa. Vuole meno soldi pubblici per le low cost

Ad una settimana dal deposito dell'offerta non ci sono ancora novità dal Mef che deve decidere sulle trattative in esclusiva Ita, Lufthansa batte cassa. Vuole meno soldi pubblici per le low cost Un aereo Ita
Fiorina Capozzi
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Fiorina Capozzi

Giornalista di economia e finanza con esperienza internazionale e autrice di "Vincent Bolloré, il nuovo re dei media europei" (2015) e "Telecommedia a banda larga" (2020). Riconosciuta da Reporters without borders per il suo lavoro sui media europei.

L’offerta per Ita è sul tavolo del Tesoro ormai da una settimana

Ma al momento tutto tace. Dal Mef non ci sono novità. E nemmeno i vertici di Ita sono a conoscenza del contenuto della proposta avanzata dai tedeschi di Lufthansa per rilevare il 40% della compagnia guidata da Fabio Lazzerini. In questa fase ci sono solo due certezze. La prima è che la compagnia tedesca ha chiesto di firmare un’intesa (memorandum of understanding) per entrare in trattative esclusive che dovrebbero durare circa tre mesi. La seconda è che il governo sta verificando la compatibilità della proposta con i requisiti del Dpcm sulla dismissione.

Sullo sfondo i tedeschi puntano anche a due obiettivi

Secondo indiscrezioni, Lufthansa sta anche cercando di ottenere due cose. In primis, la compagnia tedesca vorrebbe dal governo un impegno a ridurre il flusso di denaro che va a vantaggio delle low cost. Un fiume di denaro pari a circa 500 milioni l’anno (dato 2021) che le Regioni stanziano per invogliare le compagnie a basso costo ad atterrare negli aeroporti periferici e che, secondo i tedeschi, finisce per alterare il buon funzionamento del mercato.

Inoltre, la compagnia tedesca vorrebbe anche delle tariffe più basse per Fiumicino che potrebbe trasformare in un hub per le destinazioni dell’Africa e dell’America Latina. Quest’ultimo obiettivo è però una spina nel fianco per il governo dal momento che dovrebbe rinegoziare il tariffario direttamente con i Benetton cui fanno capo gli Aeroporti di Roma (Adr). Ad alzare le tariffe nel dicembre del 2021 fu l’allora ministro Corrado passera (governo Monti) portandole da 16 a 26 euro e 50 centesimi con una concessione in scadenza nel 2044. Un incremento che per Adr vale circa 360 milioni di euro l’anno.

In attesa del Mef, il sindacato si dice preoccupato

Non convince innanzitutto la procedura. E cioè il fatto che sia il Tesoro a valutare i progetti operativi di Lufthansa prima ancora che sia il consiglio di amministrazione di Ita a farlo. “Normalmente le cose funzionano all’inverso – spiega un advisor – E’ l’azienda che fornisce un parere sulla fattibilità del piano al governo che poi decide se accettare o meno la proposta. Nel caso di Ita, invece, tutto è nelle mani del ministero guidato da Giancarlo Giorgetti.

“Il piano 2023 di Ita dovrebbe prevedere l’assunzione di 1200 dipendenti (900 Assistenti di Volo e 300 piloti), a fronte del presunto arrivo di 39 aeromobili, di cui 8 di lungo raggio che consentirebbero la sostituzione di 14 aerei che uscirebbero dalla flotta- spiega Antonio Amoroso, segretario nazionale Cub Trasporti -. La cautela è d’obbligo viste come sono andate le cose finora e, soprattutto, dal momento che tali previsioni dovranno essere avallate da Lufthansa, sempre che si concretizzerà l’acquisizione di una quota di minoranza della nano-compagnia da parte del colosso tedesco, che certo vorrà dire la sua fin da subito”.

Le assunzioni di Ita sono al palo

Due per la Cub i temi più importanti in questa delicata fase. Il primo è che, se si faranno le assunzioni, Ita attinga dal bacino dei lavoratori Alitalia posti in cigs e che applichi, con trasparenza, criteri oggettivi nella selezione. Il secondo è che “ai lavoratori AZ, di terra e di volo, che restano in cigs si continui ad erogare l’integrazione del Fondo di Solidarietà del Trasporto Aereo, fino all’80% del salario percepito prima della sospensione e non si applichi il taglio del 25% agli ammortizzatori sociali al personale ex-Alitalia, come voluto da Altavilla e avallato dall’ex ministro Orlando, determinando una discriminazione rispetto agli altri lavoratori del comparto aereo-aeroportuale” come spiega il sindacalista Cub.

I due temi sono sul tavolo del governo dopo l’incontro del 25 gennaio della Cub con il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Galeazzo Bignami, e al viceministro dell’Economia e Finanze, Maurizio Leo. Ma intanto la Cub ha indetto uno sciopero nazionale del comparto aereo per il 27 gennaio. 

 

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