iVision Tech alla ricerca dell'occhiale per ipovedenti - V&A
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ApprofondimentiImprese Dom 17 settembre 2023

Occhialeria, Fulchir (iVision Tech): "Lavoriamo con le griffe in attesa della nostra montatura per ipovedenti"

I Fulchir hanno rilevato l'ex stabilimento di Safilo in Friuli e ora fanno ricerca per realizzare un occhiale speciale ad alta tecnologia. Occhialeria, Fulchir (iVision Tech): "Lavoriamo con le griffe in attesa della nostra montatura per ipovedenti"

Sono passati tre anni da quando Stefano Fulchir, con i fratelli Eva e Federico, ha rilevato lo storico stabilimento della Safilo a Martignacco, in provincia di Udine, creando iVision Tech. Il colosso dell’occhialeria stava dismettendo, causa crisi, l’unico impianto fuori dal Veneto, che dava lavoro a 180 operai, mentre la famiglia Fulchir in pieno lockdown pensava a come farlo ripartire.

“Abbiamo ripreso la produzione all’inizio del 2021, riassorbendo gran parte delle persone” ricorda ora il ceo di iVision Tech, che dal 3 agosto è quotata sul segmento Egm di Borsa italiana. “In quel momento avevamo tanta capacità produttiva, grande know how, ma zero clienti”. Ora le cose sono molto cambiate e iVision Tech è tornata a realizzare montature, da vista e da sole, per i grandi gruppi della moda internazionale, producendo circa 2.500 pezzi al giorno, con una capacità potenziale di 1,2 milioni di occhiali all’anno.

L’attività del gruppo è focalizzata su due business. La divisione “iVision Eyewear” è specializzata nelle fasi di design, sviluppo di prototipi, industrializzazione e produzione di occhiali in acetato, per i quali si serve di macchinari e software proprietari all’avanguardia. La divisione “iVision R&D”, invece, è dedicata alle attività di ricerca e sviluppo per innovazioni tecnologiche da applicare agli occhiali, tra cui il progetto “iSee”, un occhiale per non vedenti e ipovedenti, progettato nel 2021 e brevettato nel 2023.

Come è cambiata iVision Tech in questi tre anni?
“Abbiamo trasformato l’azienda, diventando un gruppo B2b che comprende tutta la filiera produttiva dell’occhialeria made in Italy, dal disegno degli occhiali fino al packaging, e alcune importanti griffe ci stanno dando fiducia. Ora stiamo lavorando 2.500 pezzi al giorno e abbiamo spazio per saturare la nostra capacità produttiva in caso di necessità. In fondo, abbiamo solo due grandi competitor, mentre gli altri – il 65% del mercato – sono artigiani”.

Quali sono i vostri obiettivi futuri, quelli per cui avete scelto la via della quotazione in Borsa?
“Sostanzialmente tre: consolidare la nostra crescita, entrare nella produzione delle lenti progressive e sviluppare e lanciare sul mercato il nostro occhiale per non vedenti”.

Di che cosa si tratta?
“La nostra società è nata da un salvataggio sociale e ora con “iSee” si spinge verso un progetto d’inclusività sociale. Quando ci siamo approcciati a questo prodotto abbiamo scoperto che in Italia ci sono 300mila ciechi e due milioni di ipovedenti. Per questo abbiamo deciso di mettere insieme in questo progetto le competenze produttive con il know how tecnologico e di software della nostra famiglia. Stiamo accelerando e dovremmo presumibilmente presentarlo entro il 2024”.

Per accelerare sulla crescita, invece, pensate anche a lanciare un marchio vostro?
“Non proprio, in realtà vorremmo fare delle operazioni di merger & acquisition, mentre sul fronte delle alleanze ci interessano tutti quei
brand emergenti e indipendenti che partono dall’abbigliamento e, come step successivo, pensano di realizzare un occhiale con il loro stile”.

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