Lufthansa tratta per Ita, ma deve difendersi dal caso bonus dirigenti
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ImpresePrimo piano Mer 21 dicembre 2022

Lufthansa tratta per Ita, ma deve difendersi dal caso bonus per i dirigenti

È scoppiato un “caso bonus” per i dirigenti in Lufthansa, il gruppo che fa capo all'omonima compagnia di bandiera tedesca. Lufthansa tratta per Ita, ma deve difendersi dal caso bonus per i dirigenti
Redazione Verità&Affari
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Il caso bonus di Lufthansa

È scoppiato un “caso bonus” per i dirigenti in Lufthansa, il gruppo che fa capo all’omonima compagnia di bandiera tedesca. Come riferisce il quotidiano “Frankfurter Allgemeine Zeitung”, mentre il vettore tratta l’acquisto di Ita, all’inizio di dicembre, il consiglio di sorveglianza ha deciso di riattivare un programma di incentivi a lungo termine, sospeso durante la crisi del coronavirus. Il piano consente anche pagamenti per gli anni precedenti in cui l’azienda ha registrato risultati positivi. Gli emolumenti potranno essere effettuati soltanto nel 2025, ma per calcolare i bonus si parte dal 2021.

Allora, Lufthansa percepiva ancora gli aiuti dello Stato tedesco per evitare il fallimento a causa della crisi del Covid-19. I sussidi e la partecipazione del governo federale nell’azienda sono terminati soltanto a settembre scorso. Durante tutto l’intervento pubblico, i bonus erano stati vietati dall’accordo tra lo Stato e l’impresa. Ora, i rappresentanti dei dipendenti avrebbero espresso preoccupazione nel consiglio di sorveglianza sul fatto che la decisione di riattivare il programma di premi possa violare questa intesa. Tuttavia, un parere legale avrebbe escluso tale violazione. L’accordo tra il governo federale e Lufthansa prevede, infatti, l’omissione dei bonus “fintanto che la compagnia si avvarrà delle misure di stabilizzazione”.

Secondo quanto comunicato dal gruppo, “tutte le decisioni sono conformi alla legge”. A ogni modo, ci si chiede come il programma di bonus per i dirigenti sia giustificato. Per la “Frankfurter Allgemeine Zeitung”, qui “si sarebbe dovuto sottolineare che i membri del consiglio di sorveglianza hanno subito perdite particolarmente elevate durante la pandemia” di Covid-19. L’amministratore delegato Carsten Spohr ha percepito nel 2021 la stessa remunerazione base di 1,6 milioni di euro del 2019, mentre quella variabile, che allora ammontava a 3,3 milioni di euro, è stata completamente eliminata. Di conseguenza, la retribuzione totale dell’Ad è diminuita di due terzi.

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