Martinez (legale d'Impresa): "La burocrazia rischia di minare il Pnrr"
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AperturaImprese Dom 26 marzo 2023

Martinez (Avvocati d'Impresa): "Occhio alla burocrazia. Rischia di minare il Pnrr"

In Italia abbiamo in vigore 160mila leggi statali. Per avere un parametro di riferimento basti pensare che l’Inghilterra ne ha 3.500 Martinez (Avvocati d'Impresa): "Occhio alla burocrazia. Rischia di minare il Pnrr" RENZO PIANO ARCHITETTO SUL NUOVO PONTE DI GENOVA,
Fiorina Capozzi
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Fiorina Capozzi

Giornalista di economia e finanza con esperienza internazionale e autrice di "Vincent Bolloré, il nuovo re dei media europei" (2015) e "Telecommedia a banda larga" (2020). Riconosciuta da Reporters without borders per il suo lavoro sui media europei.

Il peso della burocrazia per le pmi arriva al 4% del fatturato

Scende al 2,1% per le medie imprese, come rileva Assolombarda. In soldoni, il costo varoa dai 108 mila euro per una piccola azienda ai 710 mila euro per una società di medie dimensioni. Ma il peggio è che, in questa fase storica, i lacci e lacciuoli della Pubblica amministrazione italiana rischiano di minare alla base la grande occasione del Pnrr. Ne è convinto Antonello Martinez, presidente dell’associazione italiana avvocati d’impresa, che aiuta le aziende italiane e straniere ad insediarsi e crescere nel nostro Paese. 

Dall’osservatorio privilegiato del suo studio, Martinez osserva i casi più disparati di “malaburocrazia”. Ci sono le aziende che hanno lavorato con il Superbonus e che a causa dei continui cambiamenti della legge e del blocco dei crediti fiscali rischiano il fallimento. Ci sono poi quelle vittime delle interpretazioini di legge. Un esempio? Una società che ha depositato una documentazione in autocertificazione, ma che si è vista rispedire le pratiche al mittente perchè l’amministrazione ha chiesto i certificati in orginale, E, infine, le aziende che subiscono i ritardi nelle autorizzazioni come chi tenta di ottenere una licenza per costruire un capannone ed è costretto ad attendere un anno. “Come può attendere un anno un’azienda internazxionale? Come si fa a pianifcare con questi tempi!” si chiede retoricamente Martinez.

Eppure l’interesse per l’Italia c’è ed è elevato

E’ aumentato anche per effetto della  Brexit. “Dal mio osservatorio, che è il mio studio, registriamo un incremento importante di clienti, circa 10 volte in più da quando è partita la Brexit. Molte società che erano a Londra hanno infatti dovuto cercare una sede in Europa e moltissimi si sono rivolti e si stanno rivolgendo all’Italia. Molti anche alla Germania e alla Francia, ma davvero tanti anche all’Italia. Il problema è che i tempi poi sono lunghissimi” spiega.

Il problema sono le migliaia di leggi

“Uno dei regali fatti da Draghi è il censimento dele leggi italiane. In vigore in Italia abbiamo 160mila leggi statali. Per avere un parametro di riferimento basti pensare che l’Inghilterra ne ha 3.500. Aggiunga a quelle statali, le questioni legate alle regionali, alle comunali, alle provinciali e soprattutto ai miliardi di casi di giurisprudenza che per noi è fondamentale, lei capisce che siamo al disastro” prosegue l’esperto. “Per noi avvocati  è un mondo meraviglioso perché tutto questo apparato legislativo non fa altro che alimentare il contenzioso. Anche se devo ammettere che questo stato di cose si ripercuote sia nell’ambito della professione legale perché 160mila leggi dello Stato vigenti è difficile che un singolo avvocato possa conoscerle tutte e districarsi e qui cambia in modo radicale quella che è l’impostazione della professione degli avvocati” sottolinea.

Il risultato è a dir poco pessimo: “l’imprenditore e le imprese sono vessati da centinaia di adempimenti.  Così accade che anche per gli investitori stranieri la questione burocrazia resta uno dei maggiori problemi perché quello che altrove si fa in un’ora, in Italia richiede sei mesi. Questa è la situazione” chiarisce. E chi spera nelle nuove tecnologie, potrebbe restare deluso: “le questioni, persino legate all’intelligenza artificiale, trovano e vanno a cozzare con un muro che è quello della burocrazia che non ti consente, pur essendoci leggi specifiche di tagliare in maniera risolutiva i tempi” aggiunge.

E’ necessario semplificare e digitalizzare

Ma soprattutto c’è bisogno di un cambio di mentalità se non si vuole perdere l’occasione del Pnrr. “Leggevo di recente che per una licenza di autorizzazione edilizia di ristrutturazione, non di costruzione, ci si mette circa sei volte il tempo che ci vuole in Germania. Sei volte. Mi auguro che in un futuro prossimo si potrà avere un disboscamento della burocrazia nella salvaguardia totale di quelli che sono tutti i principi di ecologia e di correttezza” sottoliea l’avvocato Martinez. Solo in questo modo, a suo avviso, l’Italia potrà attrarre nuove imprese e realizzare gli investimenti nei tempi previsti. “Abbiamo degli esempi di efficenza come quando è stato nominato il commissario straordinario nella ricostruzione del Ponte di Genova. In quel caso tutto ha funzionato con velocità e capacità assoluta. Quindi il punto non è che non siamo capaci, ma siamo legati, ammanettati, imbavagliati dalla burocrazia” conclude.

 

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