Miracolo per la società di D’Alema, Draghi lo fa ricco
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Da non perdereImprese Gio 01 settembre 2022

Miracolo per la società di D’Alema, Draghi lo fa ricco nell'anno del Covid

Vino e affari, miracolo per la società di Massimo D’Alema. Zero fatturato, ma raddoppia l’utile con l’aiuto di Draghi. Miracolo per la società di D’Alema, Draghi lo fa ricco nell'anno del Covid
Franco Bechis
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Franco Bechis

Draghi fa ricco D’Alema

La maggiore parte degli imprenditori italiani per la crisi del gas teme di avere poche settimane ancora di riserve a disposizione. Poi per pagare le bollette useranno il fatturato incassato in questi mesi e inevitabilmente entreranno in crisi di liquidità. Anche per questo motivo alcuni di loro già ora non riaprono: con questi costi dell’energia si perde meno a tenere chiusi i battenti che a fare funzionare a pieno ritmo gli impianti.

È una situazione molto più grave di quella appena sperimentata con il Covid e i suoi lockdown, ma qualche suggerimento da quell’esperienza può venire. Consiglierei a tutti di fare una telefonata a Massimo D’Alema per farsi spiegare come ha fatto non solo ad attraversare il periodo, ma addirittura a mettere via più soldi di prima in anni in cui tutti hanno stentato. D’Alema? L’ex presidente del Consiglio? Il leader della sinistra italiana erede del partito comunista? Sì, proprio lui.

La società del lìder Massimo

Da anni non è più parlamentare e per quanto la rete di rapporti politici internazionali non gli manchi (ed è buona per l’occasione), si è inventato una seconda vita da imprenditore. Prima ha aperto una azienda agricola – la Madeleine – producendo vini a Narni in Umbria, poi ne ha lasciato la proprietà a moglie e figli e ha aperto altre società. Una di consulenza e l’altra – insieme all’amico enologo Riccardo Cottarella – per esportare quei vini lungo la via della seta.

I coniugi D’alema piazzano i vini

La società si chiama proprio per questo Silk Road Wines, ed è una classica srl. Ha da poco depositato in camera di commercio i suoi documenti contabili del 2021, anno ancora molto difficile per il Covid, tanto più occupandosi di export alimentare verso la Cina. E in effetti di bottiglie di vino dalemiano dirette a Pechino non se ne è vista manco una per sbaglio. Alla voce “ricavi delle vendite e delle prestazioni” è affiancata una cifra che fa impallidire: zero. Non un euro, quando nel 2020 che già era un anno difficile comunque si erano ricavati 81.384 euro. Si scorre qualche riga e si arriva al fatturato complessivo. Totale valore della produzione: 72.984 euro, contro gli 83.384 euro dell’anno precedente.

Un miracolo italiano

Mogli e figlia D’Alema con ristoratore

Un miracolo, che viene tutto da una sola voce, quella dei “contributi in conto esercizio” che nel 2021 sono stati 72.604 euro rispetto ai 2 mila euro dell’anno precedente. Siccome i costi non incassando nulla dal fatturato tipico sono stati contratti all’osso, alla fine il vero dato straordinario è quello dell’utile netto della società di D’Alema: 68.683 euro, contro i 31.293 euro dell’anno precedente dove pure c’erano stati incassi veri. Adesso si capisce perché oggi una consulenza di D’Alema agli imprenditori che barcollano per la crisi del gas servirebbe come il pane: chi mai è riuscito a raddoppiare l’utile in un anno di crisi?

D’Alema con lo chef Vissani

La risposta in realtà è contenuta nella nota integrativa al bilancio della Silk Road Wines di D’Alema: ad avere fatto raddoppiare l’utile in un anno così negativo è stato Mario Draghi. Non proprio lui in persona con un atto di generosità, ma lui come premier che ha firmato i due decreti sostegni del 22 marzo e del 25 maggio 2021 (quest’ultimo sostegni bis). Dentro c’erano aiuti – sostegni appunto – agli imprenditori in crisi che rischiavano di chiudere i battenti. Lo scopo era dare loro una stampella che consentisse di limitare i danni.

Quanto fanno bene i ristori

A D’Alema non manca esperienza sulle leggi, avendo vissuto una vita in Parlamento, e ha saputo sfruttare tutte le pieghe delle norme. Tanto è che con due decreti sostegni è riuscito a incassare tre contributi per la sua Silk Road Wines. Il primo completamente esentasse è stato di 24.168 euro, sulla base dell’articolo 1 del dl 41/2021.

I rossi di D’Alema

Il secondo contributo incassato è stato identico al primo: 24.168 euro questa volta sulla base dell’articolo 1, commi 1-4 del dl 73/2021, il sostegni bis. Anche questo esentasse. A quel punto sembravano finite le possibilità. Spiega la nota integrativa: «Nel corso dell’esercizio in commento la società ha presentato apposita istanza per l’accesso al contributo a fondo perduto previsto dall’articolo 1, commi da 16 a 27» dello stesso decreto sostegni bis «calcolato sulla differenza dei risultati economici dei periodi di imposta 2020 e 2019». Tre sostegni per un totale appunto di 72.604 euro incassati che hanno consentito a D’Alema di raddoppiare l’utile dell’anno precedente a 66.683 euro.

Non si può dire che se li sia messi in tasca, perché l’utile è stato il giorno dall’assemblea portato a nuovo e accantonato nelle riserve societarie. Ma certo quel 2021 di D’Alema è stato un vero anno di miracolo economico che farà invidia a tanti altri imprenditori in crisi, non così abili nello sfruttare le pieghe dei decreti Draghi. Che poi i sostegni siano stati immaginati per aiutare a stare in piedi e non certo per fare raddoppiare l’utile delle società, è altro paio di maniche.

Franco Bechis

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