Dal Mise 7 milioni per sostenere le ceramiche Ideal Standard
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Imprese Sab 24 settembre 2022

Il Mise mette sul piatto 7 milioni per sostenere le ceramiche Ideal Standard

Per il rilancio industriale dell'Ideal Standard il ministero dello Sviluppo economico ha messo sul piatto 7 milioni di euro. Il Mise mette sul piatto 7 milioni per sostenere le ceramiche Ideal Standard
Redazione Verità&Affari
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Il rilancio di Ideal Standard

Per il rilancio industriale dell’Ideal Standard, storica azienda con sede a Borgo Valbelluna (Belluno), il ministero dello Sviluppo economico ha messo sul piatto 7 milioni di euro. Al centro della procedura c’è il marchio Ceramica Dolomite, che con un investimento di complessivi 15 milioni di euro e una nuova società, partecipata in maggioranza (53,33 per cento) da una cordata di imprenditori veneti guidati da Banca Finint, e supportata, in quota di minoranza (46,67 per cento), dal fondo di salvaguardia gestito da Invitalia, consentirà di garantire il lavoro di circa 400 dipendenti e di programmare ulteriori 60 assunzioni.

È la conclusione di un percorso che ha visto negli scorsi mesi lavorare in sinergia la Struttura per le crisi d’impresa del Mise con la Regione Veneto e tutte le altre parti coinvolte (i sindacati la proprietà di Ideal Standard e l’Advisor Sernet). «Un risultato importante, che si basa su un progetto serio, costruito partendo dalle competenze dei lavoratori e dal valore di un sito produttivo che rappresenta una eccellenza del made in Italy», ha affermato il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, che ha aggiunto: «Sono particolarmente soddisfatto perché la soluzione alla crisi nasce dalla capacità del territorio di entrare direttamente in campo attraverso il suo tessuto imprenditoriale e finanziario».

Cordata industriale

La cordata industriale veneta aveva sottoscritto a giugno con Ideal Standard l’accordo di cessione del marchio e del sito produttivo, con il trasferimento di tutti i lavoratori nella nuova società. La difficile vertenza si era avviata a ottobre 2021 con l’annuncio improvviso da parte della vecchia proprietà di voler chiudere lo stabilimento. Dopo un incontro al Mise i vecchi proprietari avevano fatto sapere che il sito continuava a soffrire a causa di costi per unità prodotte troppo elevati, ulteriormente aggravati dal crescente costo dell’energia. Che con i prezzi attuali avrebbe decisamente messo una pietra tombale sulla produzione. Il governatore della Regione Veneto Luca Zaia aveva quindi rivolto un appello al governo, per evitare di dire addio a un importante sito produttivo, oltre che a un marchio storico.

Ma soprattutto perché, spiegò all’epoca, «stiamo vivendo una brutta pagina di storia per il bellunese, un territorio con uno spopolamento di mille persone l’anno, che ha bisogno di attrattività e di occupazione». E già a metà ottobre 2021 si tenne il primo incontro al Mise. La Struttura per le crisi d’impresa, coordinata da Luca Annibaletti, da quel momento ha monitorato l’attuazione del percorso di reindustrializzazione dell’Ideal standard. Che si è definitivamente concluso in meno di un anno. Con Ideal standard sono finora sette le aziende in crisi (Corneliani, Canepa, Sicamb, Slim Fusina Rolling, Firema e Alcar Industrie) salvate attraverso un metodo di intervento introdotto dal ministro Giorgetti nel mese di aprile 2021 per rilanciare la Corneliani di Mantova.

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