NaturaSì lancia la prima obbligazione che ripaga in voucher
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Imprese Lun 08 agosto 2022

NaturaSì lancia la prima obbligazione che ripaga con i voucher

Questo deve aver ispirato i vertici di NaturaSì, azienda attiva nella commercializzazione di prodotti biologici. NaturaSì lancia la prima obbligazione che ripaga con i voucher
Redazione Verità&Affari
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Redazione Verità&Affari

L’obbligazione di NaturaSì

L’innovazione finanziaria contro il rialzo dei tassi di interesse e l’effetto che esso provoca sui costi d’impresa. Questo deve aver ispirato i vertici di NaturaSì, azienda attiva nella commercializzazione di prodotti biologici, quando hanno deciso di proporre una obbligazione che paga la cedola sotto forma di buono spesa anticipato. Per la prima volta in Italia, infatti, è stato emesso un prestito obbligazionario rivolto al pubblico, che, come corrispettivo per i sottoscrittori, invece di pagare un interesse in denaro, assegna voucher spendibili presso la propria rete commerciale.

Il prestito obbligazionario in questione, per la cui offerta è stato pubblicato un prospetto informativo autorizzato dalla Consob, si rivela particolarmente efficace per l’emittente in quanto idoneo a coniugare l’obiettivo di contenere gli oneri a servizio del relativo finanziamento con l’obiettivo altrettanto rilevante di fidelizzare la propria clientela, grazie a uno strumento di marketing decisamente originale. Considerando che i buoni spesa sono assegnati annualmente in via anticipata, il sottoscrittore dei titoli potrà utilizzare i buoni spesa di sua spettanza sin dalla sottoscrizione.

Nel caso di specie, altresì, con riguardo al modello di business di NaturaSi appare qualificante anche la destinazione della relativa provvista, in parte diretta a sostenere gli operatori del biologico appartenenti al proprio network. L’operazione è stata messa a punto con la consulenza, quale advisor finanziario, di Banca Etica e, quale advisor legale, dello Studio Maviglia & Partner, boutique specializzata in materia societaria e finanziaria, nella persona dell’avvocato Gaia Sanzarello, che ha dato disponibilità a fornire ulteriori dettagli su tale peculiare operazione, rispondendo ad alcune domande.

Siamo di fronte ad un’obbligazione atipica?

«L’inquadramento legale dello strumento è la prima problematica che abbiamo affrontato sia per valutare la fattibilità dell’offerta, alla luce della disciplina della raccolta del risparmio, sia per verificare la possibilità di dematerializzare lo strumento. In proposito, abbiamo verificato che la remunerazione in buoni spesa o comunque in beni diversi dal denaro non muta la natura del titolo che resta pertanto qualificabile come una obbligazione tipica, disciplinata dal codice civile».

Da chi possono essere sottoscritte le obbligazioni di questo tipo?

«Prescindendo dalle valutazioni di adeguatezza ed appropriatezza dell’investimento, queste obbligazioni possono essere astrattamente sottoscritte da chiunque, fermo restando che chiaramente hanno possibilità e interesse ad accettare remunerazioni diverse dal denaro consumatori o utenti di servizi, quindi in linea di massima investitori retail. NaturaSì prevedendo la remunerazione esclusiva in buoni spesa ha voluto dare una connotazione decisa allo strumento destinato prevalentemente al consumatore proprio cliente. Nulla vieta, tuttavia, di emettere obbligazioni che offrono la scelta alternativa tra una remunerazione in buoni spesa, destinata a investitori retail, e una remunerazione in denaro, classica, più adatta per investitori istituzionali».

Ritiene che il modello sia replicabile?

«Il progetto di NaturaSì è nato come progetto culturale prima che economico finanziario, avendo caratteristiche idonee a sposare la filosofia ispiratrice di NaturaSi che da sempre punta a creare una comunità di imprese e consumatori attenti al biologico. Conseguentemente l’operazione ha delle peculiarità rispondenti alle logiche proprie di sviluppo dell’ecosistema NaturaSì. Non c’è dubbio, in ogni caso, che tale strumento possa trovare applicazione anche per società operanti in diversi settori, quali quelli dei trasporti e delle utilities, che ai propri sottoscrittori utenti potrebbero consentire di spendere i buoni per pagare ad esempio i biglietti o le bollette».

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