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AperturaImprese Mar 21 febbraio 2023

Officine Maccaferri si lascia alle spalle la crisi e pensa in grande: "Fatturato a un miliardo entro il 2027"

Nonostante la ristrutturazione Officine Maccaferri, nel 2022, ritocca il record del proprio fatturato: circa 640 milioni di euro. Officine Maccaferri si lascia alle spalle la crisi e pensa in grande: "Fatturato a un miliardo entro il 2027" Lapo Vivarelli Colonna, amministratore delegato di Officine Maccaferri
Alberto Mapelli
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Alberto Mapelli

Officine Maccaferri riparte dopo la crisi: “Puntiamo al miliardo di fatturato”

Da una crisi a un miliardo di fatturato, di fatto triplicando i risultati, in meno di dieci anni. È l’obiettivo ambizioso di Officine Maccaferri, storica multinazionale italiana attiva nel settore ingegneristico da 144 anni e presente in 70 diversi Paesi del mondo, appena uscita dal concordato e pronta a ripartire di slancio sotto la presidenza di Sergio Iasi e la guida dell’amministratore delegato Lapo Vivarelli Colonna. “L’aumento di capitale da 60 milioni di euro ha consentito di ripagare tutti i creditori e di dare immediata esecuzione al concordato – spiega a Verità&Affari l’ad –. Chiusa quella parentesi, siamo lanciati, un’azienda liquida e senza debiti, verso un percorso di crescita continua”.

Facciamo un passo indietro. Ci racconta che realtà è Officine Maccaferri e in quali settori è leader di mercato?

“Nata nel 1879, Officine Maccaferri è una realtà con una fortissima tradizione. Il focus è sempre stato quello di creare delle soluzioni ingegneristiche in grado di armonizzare l’ambiente con l’evoluzione dell’uomo. L’ambito in cui è cresciuta l’azienda è quello relativo alla mitigazione del rischio dell’idrogeologico, con il famoso gabbione ideato per creare argini fluviali e opere di contenimento di scarpate instabili e di terreni franabili. Oggi l’azienda è leader mondiale in soluzioni ingegneristiche nel settore della geotecnica, con un focus particolare sulle infrastrutture. Siamo leader nel mondo anche grazie ad un processo d’internazionalizzazione che è iniziato ad inizio ‘900 e che ha portato Officine Maccaferri ad aprire numerose filiali in tutti i continenti e in grado quindi di agire in contesti ambientali e climatici totalmente differenti. Questa capacità di adattamento delle nostre soluzioni a condizioni estreme e diverse tra di loro è un vantaggio competitivo che ha permesso ad Officine Maccaferri di continuare ad innovare la propria offerta”.

Poi è arrivata la crisi con il conseguente concordato. Può raccontarci questo momento delicato?

“La crisi finanziaria è partita da Seci, la holding che possedeva Officine Maccaferri. Questo ha portato anche Officine Maccaferri su un percorso di ristrutturazione con il concordato. Un processo aperto a maggio 2020 e da cui siamo usciti il 6 ottobre 2022. La ristrutturazione però è stata fatta solo su Officine Maccaferri SpA, la cui proprietà è stata trasferita a OM Topco Sarl., società partecipata dai soci di Ad-Hoc Group, il gruppo di investitori composto da Carlyle Global Credit Investment Management L.L.C., Man GLG e Stellex Capital Management. Questo ha permesso a tutte le altre realtà di rimanere pienamente operative e non perdere quindi quote di mercato, ma di difendere le posizioni acquisite in 140 anni di lavoro. Durante la pandemi, che ha rallentato tutto il mondo, ci siamo ristrutturati in modo adeguato, moltiplicando i risultati”.

Come si è chiuso il vostro 2022?

“Nonostante la ristrutturazione in due anni abbiamo quasi raddoppiato il fatturato. Dai 389 milioni di euro del 2020 siamo arrivati a circa 640 milioni nel 2022, record assoluto per l’azienda. Non solo, nel bilancio che ufficializzeremo nelle prossime settimane anche l’Ebitda sarà da record. Il gruppo, inoltre, grazie all’aumento di capitale da 60 milioni, non ha più debiti, ha una buona liquidità ed è proiettato verso un ulteriore miglioramento dei risultati”.

Quali sono i vostri piani di sviluppo?

“Il mercato dell’ingegneria civile legato alle infrastrutture ha outlook di crescita molto positivi, anche grazie ai contributi pubblici che verranno stanziati in tutto il mondo. L’obiettivo di Officine Maccaferri è di crescere più del mercato. Parlando di fatturato il target nel 2023 è consolidare quanto fatto l’anno scorso e poi superare quota 700 nel 2024 grazie a una crescita organica. Nel triennio successivo, anche grazie a potenziali acquisizioni, l’obiettivo ambizioso che ci poniamo è arrivare al miliardo di fatturato entro il 2027”.

Avete in mente delle aree geografiche dove focalizzare i vostri sforzi?
“Siamo già leader di mercato in Sud America e abbiamo delle ottime basi in Africa, soprattutto la fetta meridionale del continente, e in Asia. In quest’ultima ci sono grandi opportunità di crescita. Ovviamente non dimentichiamo l’Europa dove vogliamo rafforzare ulteriormente la nostra leadership e crescere ancora. La grande sfida è migliorare il nostro posizionamento di mercato in Nord America, dove possiamo rendere la nostra presenza più incisiva”.

Parlate spesso di digitalizzazione e sostenibilità come due degli obiettivi principali del business plan. Come si possono coniugare al vostro settore?

“La sostenibilità fa parte del nostro dna da sempre. Le nostre soluzioni sono pensate per durare da decine a centinaia di anni, con l’utilizzo di materiale il più possibile riciclato, e che si pongono come alternativa, rispettando i principi di economicità, alle opere costruite con materiali altamente inquinanti come il calcestruzzo. Lato digitalizzazione, invece, vogliamo rafforzare la nostra leadership mettendo a disposizione dei nostri clienti il nostro know-how in maniera virtuale. Vogliamo inoltre sfruttare strumenti IOT per migliorare le soluzioni tecniche offerte. Faccio un esempio: nei nostri sistemi reti di protezione installati per contenere l’eventuale caduta di massi abbiamo inserito un sistema di allerta, HelloMac, che raccoglie informazioni e consente di rilevare ogni tipo di evento come impatti, distacchi e deformazioni dei versanti e delle opere di protezione installate, anche in aree remote, allertando in tempo reale le comunità interessate. Su questo modello ci stiamo muovendo per migliorare e sviluppare altri nostri prodotti”.

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