Open Fiber, quanto ci è già costata la rete voluta da Renzi - V&A
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ApprofondimentiImprese Mar 14 febbraio 2023

Open Fiber, quanto ci è già costata la rete voluta dal governo Renzi per far concorrenza a Tim

Quale futuro per una società creata nel 2016 e che ha già accumulato debiti per 5 miliardi di euro? C'è chi la definisce una nuova Alitalia Open Fiber, quanto ci è già costata la rete voluta dal governo Renzi per far concorrenza a Tim SEDE OPEN FIBER ROMA
Maddalena Camera
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Maddalena Camera

Open Fiber ha già accumulato 5 miliardi di debito

Quale sarà il futuro di Open Fiber? Qualcuno già paragona questa società a quello che fu Alitalia, un debito continuo per il governo italiano. La differenza sta nel fatto che è stato proprio il governo ad aver fortemente voluto questa nuova fonte di debito. Infatti Nel 2016, il governo guidato da Matteo Renzi, ha fortemente voluto Open Fiber per creare un concorrente alla Telecom Italia, allora guidata da Flavio Cattaneo che andava a rilento con la cablatura del paese.

Così Enel e Cdp divennero soci nella nuova società infrastrutturale che, è vero, ha velocizzato la realizzazione della rete in fibra ma, per  cablare, ha già accumulato anche circa 5 miliardi di debito. Ora Open Fiber, guidata da Mario Rossetti, è controllata da Cdp al 60% e dal fondo australiano infrastrutturale Maquarie al 40%. Enel è uscita riuscendo a vendere il suo 50% a 2,6 miliardi di euro. 

La speranza degli australiani era quella di far parte del grande gioco della rete unica da realizzare con Telecom. Un’opzione che pareva possibile ma che invece trova ostacoli nell’Antitrust Ue. E dunque Cdp, prima di poter fare un’offerta per la rete Telecom, già attenzionata dal fondo Kkr, suo socio in Fibercop, deve trovare una soluzione per Open Fiber.  

I numeri dei bilanci

Nell’attesa del bilancio 2022 che dovrebbe essere pronto a marzo e degli sviluppi per quanto riguarda la vendita della rete Telecom, Open Fiber continua la sua attività. Il bilancio 2021, chiuso in perdita, mostrava numeri in crescita, sul fronte dei ricavi e dei margini. Il fatturato aveva segnato 380 milioni di euro, in aumento (+45%) rispetto ai circa 261 milioni del 2020. Mentre l’ebitda aveva registrato una crescita del 92%, dai circa 79 milioni di euro del 2020 a circa 152 milioni con 1,3miliardi di investimenti.

Il piano industriale di Open Fiber prevede la cablatura di 24 milioni di unità immobiliari entro 2027, anno in cui sarebbe anche previsto il pareggio operativo con il completamento della rete. La società ha comunicato di aver già raggiunto 15,5 milioni di case di cui 3 milioni nelle aree bianche. Il problema è il numero dei clienti: solo 2,3 milioni nonostante la commercializzazione dei servizi sia già aperta in 279 città delle aree nere ossia quelle più interessanti a livello di ricavi. Il numero dei clienti sarebbe inferiore al piano presentato alle banche per ottenere linee di credito per oltre 7 miliardi di euro.

I vantaggi di una sola rete

Oltre a questo Open Fiber, che ora ha circa 1500 dipendenti, ha ricevuto anche i fondi dei bandi di gara fatti da Infratel nel 2017 che ha vinto per le aree bianche (a fallimento di mercato)  dove il cablaggio viene fatto non solo con la fibra ottica ma anche tramite la rete Fwa (Fixed wireless Access),  molto meno costosa rispetto alla fibra perché realizzata su infrastruttura mobile. Proprio la vittoria di tutte le gare per le aree bianche scatenò una dura polemica con Telecom e anche un buon ritardo nell’inizio dei lavori.

Ora la società ha vinto altri 8 lotti per le aree grigie (quelle a semi fallimento di mercato), le rimanenti 7 sono andata a Telecom. Il contributo di Infratel per le gare vinte è pari al 70% della spesa circa 1,6 miliardi di euro. Ma, come previsto dal piano industriale, i soci dovranno mettere mano al portafoglio per finanziare il progetto con circa 390 milioni. Il paradosso è che l’unica via l’unica via per risolvere la situazione sarebbe proprio quella di tornare alla situazione del 2016 quando in Italia era presente una sola rete infrastrutturale fissa. L’operazione, ossia la creazione di una rete unica tra Telecom e Open Fiber creerebbe forti sinergie, intorno ai 4-5 miliardi, che rischiano di essere diluite se si allungassero ancora i tempi del progetto.

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