Il Pos è lo spauracchio di Bruxelles per l'evasione. Ma mancano i dati sui controlli - V&A
Menu

QUOTIDIANO INDIPENDENTE - Fondato e diretto da MAURIZIO BELPIETRO

Home/ Imprese/In evidenza
ImpreseIn evidenza Mar 27 dicembre 2022

Il Pos è lo spauracchio di Bruxelles per l'evasione. Ma mancano i dati sui controlli

La soglia per le multe in caso di rifiuto di pagamento elettronico è saltata. Ma niente dimostra che il pos sia efficace per il fisco Il Pos è lo spauracchio di Bruxelles per l'evasione. Ma mancano i dati sui controlli Un pagamento elettronico
Fiorina Capozzi
di 
Fiorina Capozzi

Giornalista di economia e finanza con esperienza internazionale e autrice di "Vincent Bolloré, il nuovo re dei media europei" (2015) e "Telecommedia a banda larga" (2020). Riconosciuta da Reporters without borders per il suo lavoro sui media europei.

La misura è uscita dalla manovra senza una chiara motivazione contabile

L’obbligo di Pos per i commercianti esiste dal 2014. La sanzione è stata introdotta a metà dello scorso anno. Ma i dati sui controlli non ci sono. Non si sa quante siano state le denunce dei clienti e quante le multe fatte agli esercenti. In pratica, non si sa se davvero l’obbligo del Pos e la relativa sanzione per mancata accettazione di pagamento elettronico siano un deterrente antievasione come vorrebbe Bruxelles.

Interpellata sul tema Confcommercio, ha spiegato di non avere dati sull’efficacia delle sanzioni o sul numero di multe. Elementi che non possiede neanche la Guardia di Finanza. La legge è cambiata più volte e come se non bastasse spesso e volentieri, in fase di verifica, il commerciante può opporre una valida ragione per rifiutare il pagamento. Di che genere? Connettività assente o cattivo funzionamento del Pos. 

La polemica sulla valuta digitale

La soglia a 60 euro per le sanzioni nei confronti dei commercianti che non accettano pagamenti elettronici è stata per giorni al centro del dibattito politico. Con il Pd e i 5Stelle che hanno accusato il governo di voler favorire l’economia sommersa e l’evasione. Alla fine l’esecutivo di Giorgia Meloni ha fatto marcia indietro dopo un braccio di ferro con Bruxelles che ritiene la diffusione della valuta digitale essenziale in chiave antievasione. Tuttavia al momento l’unica certezza è la sanzione che parte da un minimo di 30 euro cui va aggiunto il 4% del valore della transazione negata. In pratica su un acquisto da 10 euro, l’importo della multa corrisponde a 3,4 euro. 

Per i commercianti il tema centrale resta il costo delle transazioni

Dal canto loro, gli esercenti lamentano il costo delle transazioni digitali e della connettività finalizzata al buon funzionamento del Pos. In passato hanno ottenuto un credito d’imposta del 30% delle commissioni addebitate per le transazioni effettuate con privati consumatori mediante strumenti di pagamento tracciabili. Ma per gli esercenti è troppo poco. Soprattutto se confrontato con quanto ci guadagno le banche e gli operatori di telecomunicazioni. 

 

Condividi articolo