Prestiti, la Bce costa alle imprese italiane 15 miliardi in più - V&A
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ImpresePrimo piano Sab 10 dicembre 2022

Prestiti alle stelle: i rialzi dei tassi della Bce costeranno alle imprese italiane 15 miliardi

Grazie alla Bce le imprese italiane dovranno pagare 15 miliardi in più per ripagare i propri prestiti nel 2023 Prestiti alle stelle: i rialzi dei tassi della Bce costeranno alle imprese italiane 15 miliardi
Alberto Mapelli
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Alberto Mapelli

Grazie alla Bce le imprese pagheranno 15 miliardi in più sui prestiti

Grazie alla Bce le imprese italiane dovranno pagare 15 miliardi in più per ripagare i propri prestiti nel 2023. La stima effettuata  dall’Ufficio studi della Cgia. L’istituto ha evidenziato quali saranno le attività più colpite da questo rialzo, concentrato ovviamente nelle zone che si avvalgono di più dell’aiuto delle banche. In primis la Lombardia, che pagherà 4,33 miliardi di euro in più, seguita da Lazo ed Emilia Romagna (+1,57 miliardi di euro).

La stima è stata “costruita” ipotizzando un aumento medio dei tassi di interesse del 2 per cento tra il 2023 e il 2022″. Quest’anno il valore medio del tasso Bce (ponderato per i giorni) sarà attorno allo 0,6 per cento, essendo stato alzato da luglio dallo zero al due per cento.

Pertanto, applicando un tasso di incremento degli interessi medio del 2 per cento ai 749,2 miliardi di consistenze degli impieghi erogati alle imprese al 30 settembre scorso, l’anno prossimo queste ultime subiranno un aumento del costo del denaro pari a 14,9 miliardi di euro. Se i tassi dovessero essere alzati nuovamente, questi costi aumenterebbero.

Dove pagheranno di più in Italia

Dopo il podio formato da Lombardia, Lazio ed Emila Romagna, c’è il Veneto a pagarne di più le conseguenze, con 1,52 miliardi di costi in più. Subito dopo il Piemonte, l’ultima regione a vedere un rialzo di un miliardo almeno dei costi per le imprese. Nel complesso è il Nord il più penalizzato: quasi due terzi dei 15 miliardi di costi per le imprese sarà concentrato nel Nord Italia.

Per quanto riguarda le province, invece, fanno da sfortunate capofila le imprese di Milano: 2,3 miliardi di euro di costi in più per chi ha chiesto un prestito. Seguono le provincie di Roma con 1,4 miliardi, Torino con 567,5 milioni di euro, Brescia con 524,3 milioni e Bologna con 403,9 milioni di euro.

Gli aumenti dei tassi di interesse avranno anche delle ricadute negative sulla spesa delle famiglie, sugli investimenti delle imprese e sul costo del nostro debito pubblico. I nuovi aumenti dei tassi, quindi, potrebbero contribuire a frenare la crescita economica dell’Italia. Con conseguenze probabili anche sull’occupazione.

Caleranno anche i prestiti

Il trend crescente dei tassi previsti nel 2023 provocherà anche un altro effetto negativo. spiega la Cgia. Secondo le ultime stime elaborate da Ernest & Young, in Italia i prestiti bancari complessivi sono destinati a scendere dell’1,8 per cento. A questa contrazione contribuiranno, seppure in proporzioni diverse, tutti i segmenti creditizi.

I prestiti che verranno concessi meno saranno quelli alle imprese: è previsto un crollo del 2,8% delle somme erogate. Ma una stretta sarà applicata anche nel settore del credito al consumo (-1,5%) e in quello dei prestiti ipotecari (-0,3%). 

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