RadiciGroup, chimica italiana schiacciata dal caro energia- V&A
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ApprofondimentiImprese Sab 11 marzo 2023

RadiciGroup, "Chimica italiana schiacciata dal caro energia. Così ne approfittano cinesi e americani"

Il gruppo bergamasco RadiciGroup ha risentito dei costi dell'energia e della concorrenza di multinazionali cinesi e americane RadiciGroup, "Chimica italiana schiacciata dal caro energia. Così ne approfittano cinesi e americani"
Mikol Belluzzi
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Mikol Belluzzi

RadiciGroup, chimica italiana schiacciata dal caro energia

E’ un 2023 difficile quello che si prospetta per RadiciGroup, quarto gruppo per dimensione dell’industria chimica italiana. La ragione, come ha spiegato il presidente del gruppo bergamasco Angelo Radici, sta tutta nel costo dell’energia. Già lo scorso anno era stato pesante per il gruppo che è un primario produttore di nylon (poliammide 6 e 66) che viene poi trasformato, sempre dalle aziende interne, in tecnopolimeri e filati destinati all’automotive, all’abbigliamento, al comparto elettrico ed elettronico, all’edilizia e al medicale.

Un’impennata di costi che ha portato RadiciGroup a chiudere per due mesi l’impianto chimico di Novara. Ora la produzione è ripartita, ma “la domanda di polimeri è ancora debole” ha sottolineato il presidente. “Oggi siamo tornati a regime nell’impianto di Novara ma ancora con volumi molto bassi perché i nostri clienti sono molto cauti e ordinano soltanto quello che possono consumare”.

Invasione del mercato da parte di Asia e Stati Uniti

Inoltre, lo scorso anno si è registrata “l’invasione del mercato da parte dei paesi che producono a costi molto più bassi” ha continuato Radici. “Si tratta di multinazionali asiatiche e americane che, grazie al costo molto basso dell’energia nei loro paesi, hanno invaso l’Europa con polimeri a buon mercato, portandoci via alcuni clienti”. Nel comparto chimico, infatti, il valore del gas impatta per l’80% dei costi di produzione.

Il gruppo Radici ha chiuso il 2022 con un giro d’affari di 1.542 milioni di euro, realizzato in oltre 30 siti produttivi e impiegando 3 mila collaboratori, di cui la metà attivi in Italia. “Servendo l’industria automobilistica siamo diventati globali e seguiamo i nostri clienti nei diversi mercati locali dove producono” ha continuato il presidente. “Il mercato dell’automotive vale il 50% dei nostri consumi e ma negli ultimi due anni ha registrato un calo di domanda in Europa”.

I polimeri corrono grazie all’auto

Nelle altre aree, soprattutto in Cina, il settore dell’auto cresce soprattutto grazie al comparto elettrico. Infatti la divisione High Performance Polymeres lo scorso anno ha registrato un fatturato di 629 milioni di euro contro i 248 milioni di un decennio fa. Una crescita inarrestabile che anche l’eventuale ripensamento europeo allo stop al motore endotermico nel 2035 non colpirebbe.

“Abbiamo già sviluppato le applicazioni per il motore elettrico” ha spiegato Cesare Clausi, global sales manager di RadiciGroup High Performance Polymeres “e quindi se anche la transizione sarà più lenta o con carburanti efuel non ci porterebbe a un particolare riorientamento”. RadiciGroup negli High Performance Polymeres ha ormai una presenza globale, al punto che “i nostri primi 20 clienti fanno il 40% del fatturato e 18 sono del settore automotive”.

Meno auto prodotte nel mondo, ma cresce l’elettrico

La crisi del settore dell’auto ben si ricomprende partendo dai numeri: nel 2017 si producevano nel mondo 95 milioni di auto contro gli 82 milioni dello scorso anno. “In base alle analisi più recenti nel 2034 si arriverà a 102 milioni di autovetture prodotte di cui 57 milioni saranno veicoli elettrici” ha sottolineato Clausi.

La “parità” tra i due comparti si avrà nel 2028 quando la produzione delle elettriche sarà di 30 milioni, eguagliando quelle a motore endotermico. A trarne vantaggio i produttori cinesi che “nel 2022 hanno realizzato 26 milioni di auto che diventeranno 34 milioni nel 2034”. Per questo RadiciGroup sta crescendo nell’area. “Siamo in Cina dal 2007 e il mese prossimo inauguriamo un nuovo stabilimento che in pratica raddoppia la nostra capacità produttiva”.

Con quella piattaforma produttiva, l’azienda serve sia i clienti cinesi che quelli europei che producono nel paese del Dragone. “Anche Byd è un nostro cliente” conferma Clausi. “Una vera potenza che lo scorso anno ha prodotto 1,9 milioni di veicoli superando Tesla“.

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