Saes Getters, nuova rivoluzione tra fusione nucleare e idrogeno- V&A
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AperturaImprese Mar 17 gennaio 2023

Saes Getters è già pronta per la nuova rivoluzione: il futuro tra fusione nucleare e idrogeno

Saes Getters, dopo la cessione del nitinol per 900 milioni di dollari, ha già pronta la nuova rivoluzione tra fusione nucleare e idrogeno Saes Getters è già pronta per la nuova rivoluzione: il futuro tra fusione nucleare e idrogeno
Mikol Belluzzi
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Mikol Belluzzi

Saes Getters ha già pronta la nuova rivoluzione

Dal vuoto che creano con i loro prodotti al pieno di una plusvalenza netta di 584 milioni di euro. Una parabola ascendente quella di Saes Getters, salita agli onori delle cronache per la cessione del business del nitinol – una lega di nichel e titanio utilizzata per i sistemi a memoria di forma – e in particolare delle sue applicazioni nel campo della salute, alla società americana Resonetics, specializzata nella produzione di dispositivi per l’industria medicale, controllata dal colosso degli investimenti Carlyle e dal fondo Gtcr, che ha sborsato 900 milioni di dollari per aggiudicarselo.

Dai tubi catodici alle tv retroilluminate

Nel mezzo, l’azienda nata negli anni Quaranta e che da allora ha cambiato pelle tante volte. All’inizio producendo valvole termostatiche per gli stereo ad alta potenza e le radio, per poi approdare negli anni Cinquanta al settore dei tubi catodici per i televisori. Un prodotto rimasto per decenni sulla cresta dell’onda, legato alle vendite degli apparecchi televisivi ormai presenti in ogni casa. Che però nel 2000 ha dovuto lasciare il passo agli schermi a Lcd. Anche stavolta, Saes Getters è riuscita a cambiare pelle.

“Nel 2002 mio padre mi ha lasciato le redini dell’azienda in un momento complicato, ma siamo stati abili e fortunati a trovare un nuovo prodotto” si schermisce Massimo della Porta, presidente e ceo, seconda generazione al vertice di Saes Getters. “Si trattava di piccolissime lampade fluorescenti che servivano per retroilluminare le nuove tv. Il mercato ne assorbiva un miliardo di pezzi l’anno e così abbiamo perso 100 miliardi di lire sui tubi catodici, ma ne abbiamo guadagnati altrettanti, se non  di più, con le nuove lampade”.

La nuova crisi si chiama Led tv

Ma anche per gli Lcd arriva una killer application e viene dalla Corea. Nel 2008, infatti, Samsung presenta la sua Led tv caratterizzata da uno schermo super sottile che conquista il pubblico immediatamente. “Le nostre micro lampadine fluorescenti non servivano più” racconta della Porta “e così la tv al Led in quattro anni si è mangiata 100 milioni di euro di fatturato”. Ma l’azienda è pronta a tutto. “La nostra abilità è sempre quella di capire prima del tempo che ci sarebbe stato un evento avverso e anche in quella occasione abbiamo cercato un nuovo settore dove investire”.

Il business delle leghe intelligenti

Il business emergente è quello delle leghe intelligenti a memoria di forma (sma) per il settore medicale degli stent. “Un mondo vigilato dalla Fda americana, quindi molto complesso” ricorda. Saes Getters acquisisce due aziende statunitensi attive nel nitinol: una, in realtà, è solo un reparto produttivo di un gruppo più grande specializzato nei metalli, la Special Metals, che diventa Saes Smart Materials. L’altra, Memry corporation, è quotata in Borsa e dopo l’Opa viene delistata dal listino Usa. “Eravamo in 4 in corsa, ma noi abbiamo vinto offrendo 20 centesimi in più dei competitor per ogni azione” ricorda della Porta. Dopo 15 anni di lavoro queste due realtà sono arrivate al vertice del settore delle sma, diventando dei gioielli che hanno attirato l’attenzione – e i soldi – del fondo di private equity del gruppo Carlyle, che ha pagato 17 volte l’Ebidta per portarsele a casa.

Una scelta molto combattuta

Vendere è stata una scelta combattuta” racconta il ceo “ma sono consapevole che ora siamo pronti per fare nuovi investimenti. In primis, nel settore del vuoto che è il nostro core business, dove continueremo a investire”. Poi c’è il packaging,  comparto in cui Saes Getters possiede una piccola realtà, ma che sarà al centro di una grande trasformazione in vista dell’applicazione anche delle nuove direttive europee. E poi c’è la chimica e gli additivi “in cui siamo già operatori e che per noi è un mercato naturale”, mentre qualche occasione d’acquisto potrebbe arrivare anche dalla cosmetica e dal trattamento delle superfici per eliminare virus e batteri, un tema molto sentito nel post Covid.

Obiettivo la fusione nucleare

Intanto, il gruppo si sta già preparando al prossima rivoluzione, la fusione nucleare. “Da anni forniamo le pompe da vuoto per gli acceleratori di particelle“ sottolinea della Porta. “Realizziamo sincrotoni chiavi in mano e anche il Cern di Ginevra è nostro cliente. Certo, ci vorranno ancora 20 anni per vedere i primi impianti di fusione nucleare, ma in tanti ci stanno lavorando. Mi aspetto che questo valga per noi 40-50 milioni di fatturato”, sottolinea il ceo del gruppo che ha chiuso il 2021 con 190 milioni di euro di fatturato (+12,7%). Anche l’idrogeno è una tecnologia tornata d’attualità. “Noi siamo pronti. All’idrogeno ci abbiamo lavorato fin dagli anni Ottanta dato che può essere inserito in getter e per questo abbiamo realizzato delle leghe che funzionano”.

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