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ImpresePrimo piano Mer 28 dicembre 2022

Tim, nuovo tavolo tecnico al Minit tra governo e azionisti. Ma i sindacati restano esclusi

Per Riccardo Saccone della Cgil difficilmente il tavolo tecnico del 29 dicembre si chiuderà con una decisione concreta Tim, nuovo tavolo tecnico al Minit tra governo e azionisti. Ma i sindacati restano esclusi Il logo Tim
Maddalena Camera
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Maddalena Camera

Il dossier è sul tavolo del governo. Il sindacato: “nessuna decisione concreta a breve”

Poche speranze, secondo Riccardo Saccone della Cgil, che la riunione del 29 dicembre, sul destino di Tim e della rete unica o nazionale possa concludersi con qualche decisione concreta. Al quarto tavolo tecnico previsto al Minit, ma che si svolgerà probabilmente online, saranno impegnati i tecnici della presidenza del Consiglio e i rappresentanti dei due principali azionisti, ossia  Vivendi (23,7%) e Cdp (9,9%). Esclusi invece i sindacati.

Eppure i livelli occupazionali sono una parte importante della non semplice trattativa che  dovrebbe portare allo scorporo della rete e alla realizzazione di una società di servizi per gli abbonati fissi e mobili e una per l’Enterprise dove confluirebbero i servizi cloud. L’annosa questione della possibile realizzazione della rete unica con Open Fiber è in realtà l’unico sbocco strategico importante perché eviterebbe duplicazioni nelle aree grigie e bianche, ossia quelle meno interessanti dal punto di vista infrastrutturale perché non densamente popolate, e sinergie che sono state quantificate fino a 5 miliardi di euro.  

Ma il piano non è facilmente realizzabile

La rete andrebbe infatti prima scorporata e dunque pagata. Con Vivendi che chiede oltre 30 miliardi di euro mentre Cdp potrebbe offrirne tra i 16 e i 18. Ma anche se su questo punto si trovasse una intesa ci sarebbero altri paletti da superare come i livelli occupazionali per la rete e l’Antitrust Ue che potrebbe ostacolare il progetto. E poi ci sono gli altri azionisti, ossia i fondi di investimento, che hanno già quote rilevanti della rete di Tim e di Open Fiber, ossia Kkr che ha il 37,5% di Fibercop e Macquire che ha il 40% di Open Fiber. In realtà entrambi i fondi sono desiderosi di entrare nella partita dato che una rete di tlc nazionale come quella ci si vuole realizzare costituisce un asset di grande valore ma ovviamente la mossa non è possibile se prima non sarà trovato un accordo tra Vivendi e Cdp.

Secondo gli analisti la valutazione per la NetCo ossia la società della rete potrebbe essere intorno ai 16,5 miliardi (rete primaria 7 miliardi, FiberCop 8,1 miliardi e Sparkle 1,5 miliardi) senza però escludere un punto di convergenza con Vivendi intorno ai 24-25 miliardi.  Senza la rete Tim potrebbe ridurre  il debito  che è di circa 24 miliardi e continuare a gestire la società dei Servizi, ossia gli abbonati fissi e mobili.  

Si tratta di un’operazione indubbiamente complessa e di lunga esecuzione che, secondo qualcuno potrebbe essere gestita solo da un manager di grande esperienza come Massimo Sarmi che è entrato in Cda nella scorsa riunione del consiglio di amministrazione. Intanto l’ad Pietro Labriola  starebbe comunque lavorando per trovare compratori per la controllata brasiliana (Tim Brasil) e per una quota di Tim Enterprise.

E poi c’è la sfida occupazionale

 “Tim ha già usufruito di meccanismi, come la isopensione, per mandare  migliaia di dipendenti in pensione anticipata- ha ricordato Saccone- ma la prossima tornata di pensionamenti con numeri importanti, alcune migliaia, potrà avvenire per questioni di età solo nel 2029-2030. Da sottolineare che Telecom è passata da 120mila dipendenti del 1997 ai 40 mila odierni utilizzando solo meccanismi di uscite volontarie”.

Il problema è che anche i 40 mila attuali sono troppi per un’azienda oberata da un forte debito e da una forte concorrenza nel settore tlc sia fisso che mobile dove ormai molti auspicano un consolidamento del mercato che potrebbe passare  da 4 a 3 operatori infrastrutturati. Ieri il titolo Telecom è salito dello 0,18% ma il valore di capitalizzazione resta ai minimi: 4,5 miliardi di euro.

 

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