Certares s'incontra con Ita, per chiudere serve il sì del governo
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Imprese Mer 12 ottobre 2022

Certares s'incontra con Ita, per chiudere serve il sì del nuovo governo

L’incontro che potrebbe tenersi a brevissimo tra i vertici di Ita, la compagnia controllata dal Tesoro, e i rappresentanti del fondo Certares Certares s'incontra con Ita, per chiudere serve il sì del nuovo governo
Tobia De Stefano
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Tobia De Stefano

Con una lunga esperienza nel settore economico, ha lavorato a Libero Mercato e Libero. Ora è alla Verità e scrive per Panorama e Verità & Affari

Le vendita di Ita

Le notizie sono due. La prima riguarda l’incontro che potrebbe tenersi a brevissimo (domani o venerdì) tra i vertici di Ita, la compagnia controllata dal Tesoro, e i rappresentanti del fondo Certares che in joint venture con Delta Airlines ed Air France ha presentato un’offerta ricca (si parla di 700 milioni per il 50,1% del gruppo) ed ha un’esclusiva a trattare che scade a fine mese. Il problema è che a fine mese – giorno più, giorno meno – dovrebbe insediarsi il nuovo governo, targato centrodestra e con ogni probabilità con Giorgia Meloni a Palazzo Chigi.

La posizione

Ecco perché hanno fatto rumore le dichiarazioni di uno dei maggiori esponenti di Forza Italia, Antonio Tajani, che ha fatto capire che l’ esecutivo entrante potrebbe mettere mano al dossier Ita. Due sono in motivi. Da un lato per l’ex presidente del Parlamento Ue la percentuale che resterebbe nelle mani del Mef (il 49%) sarebbe troppo impegnativa per il contribuente. Dall’altro sempre Tajani fa capire di preferire l’offerta tedesca – quella di Msc e Lufthansa perché darebbe priorità agli aeroporti italiani di Roma e Milano vista l’alta presenza di traffico in quelli tedeschi rispetto a quella di Parigi.

Una presa di posizione forte. Resta da capire se Tajani parlasse a titolo personale – cioè solo per conto di Forza Italia – o per l’intera coalizione – quindi anche per la Lega e Fratelli d’Italia. Ma tant’è. Il dado è tratto e in questo momento è davvero difficile immaginare che la trattativa tra Certares e Ita possa andare in porto senza che ci sia un via libero chiaro dell’esecutivo in fieri. Non si può quindi neanche escludere che rientri in corsa la cordata concorrente.

Il fondo americano

Intanto però di cose ne sono successe. Ieri gli uomini del fondo americano hanno incontrato i sindacati, l’Enac e l’authority del settore.
Un incontro positivo, cordiale, ma al tempo stesso interlocutorio. «È stato un vertice positivo perché abbiamo associato dei volti al fondo Certares, ma interlocutorio, non per indisponibilità degli interlocutori, ma perché devono ancora trovarsi degli equilibri che soddisfino le esigenze del governo e delle parti», ha spiegato al termine dell’incontro il segretario generale della Fit-Cisl, Salvatore Pellecchia, auspicando che nel frattempo le risorse già autorizzate dalla Commissione europea vengano messe immediatamente a disposizione di Ita laddove la compagnia dovesse trovarsi, con l’approvazione dei risultati semestrali, nella fattispecie dell’articolo 2446 cc (perdite superiori a un terzo del capitale).

Di «incontro conoscitivo» ha parlato il segretario generale della Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi, spiegando come Certares si sia presentato come «fondo strategico che punta a rimanere per consolidare il proprio business legato al mondo del turismo». Tuttavia, ha sottolineato Tarlazzi, Certares sta «aspettando le valutazioni del nuovo governo. Non hanno risposte sul piano industriale perché è ancora tutto in itinere». Il colloquio ha comunque permesso ai rappresentanti di Certares di illustrare alle parti sociali la propria visione del futuro di Ita, le priorità in tema di piano industriale, le sinergie con le altre aree di business del fondo, le potenzialità rispetto al traffico americano e ai movimenti turistici.

Il cda sui conti

Domani poi va in scena il consiglio di amministrazione chiamato ad approvare i risultati semestrali. Riunione che arriva dopo giorni nei quali varie indiscrezioni di stampa hanno riportato fratture all’interno del board, con i sei membri dimissionari del Mef che avrebbero chiesto di inserire un punto all’ordine del giorno per mettere in discussione le deleghe relative alla privatizzazione di Ita, nelle mani attualmente del presidente esecutivo Alfredo Altavilla.

A questo punto sarebbe intervenuto lo stesso Tesoro, azionista unico di Ita, a gettare acqua sul fuoco, chiedendo di evitare polemiche per non compromettere la trattativa in corso. All’ordine del giorno ci sarà quindi l’approvazione dei risultati del primo semestre. Se dovessero essere in rosso, configurando la fattispecie dell’articolo 2446 del codice civile, sarà necessaria per sostenere la compagnia la seconda tranche da 400 milioni stanziata dal Tesoro e già autorizzata dall’Ue per il 2022.

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