Non bastava la Juve. In casa Elkann c'è anche un'altra grana: servono nuovi fondi per Italian Independent - V&A
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In evidenzaLusso Mer 07 dicembre 2022

Non bastava la Juve. In casa Elkann c'è anche un'altra grana: servono nuovi fondi per Italian Independent

La società è alla ricerca di un'intesa con i creditori per l' omologazione dell’accordo di ristrutturazione. Ma la partita si è messa male Non bastava la Juve. In casa Elkann c'è anche un'altra grana: servono nuovi fondi per Italian Independent Lapo Elkann il giorno della quotazione di Italian Independent
Fiorina Capozzi
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Fiorina Capozzi

Giornalista di economia e finanza con esperienza internazionale e autrice di "Vincent Bolloré, il nuovo re dei media europei" (2015) e "Telecommedia a banda larga" (2020). Riconosciuta da Reporters without borders per il suo lavoro sui media europei.

Servono fondi per Italian Independent

La data ultima per chiudere la partita era inizialmente prevista per fine dicembre, ma è poi slittata a  marzo 2023. Così risulta dalla seconda lettera di chiarimento agli investitori, datata 5 dicembre, che Verità&Affari ha potuto visionare. Difficilmente però si riuscirà a convincere i creditori della validità del progetto di ristrutturazione nell’ambito della procedura di composizione negoziata della crisi di Italian Independent, la società di occhialeria creata da Lapo Elkann nel 2006 . Il motivo? Nell’aria c’è grande nervosismo non solo per come è stata gestita l’azienda, ma anche per l’andamento del titolo che in un anno ha praticamente perso il 90% del suo valore. Così senza l’ok dei creditori si rischia il collasso dopo un buco che sfiora i 25 milioni. A meno che gli Elkann non mettano mano al portafoglio per togliersi dall’imbarazzo. L’opzione è abbastanza verosimile. Innanzitutto perché le cifre in gioco sono molto contenute per le tasche della famiglia di origini torinesi. E poi anche perché in questo momento a Torino hanno ben altri pensieri per la testa con le indagini sui bilanci della Juventus in corso e la riorganizzazione del polo editoriale di famiglia che include i due quotidiani La Stampa e La Repubblica. Gli occhiali di Lapo Elkann sono davvero l’ultimo dei problemi. 

Un flop annunciato, ma nel 2013 la società batte cassa a Piazza Affari

L’azienda, nata nel 2006 con l’obiettivo di produrre occhiali di alta gamma, è entrata da subito in competizione con giganti del settore come Essilor-Luxottica. “Il modello di business era sbagliato. Non si può produrre a costi più competitivi di quanto non faccia il leader di mercato. Per di più con un brand che non è dello stesso livello di quelli con cui lavora Luxottica, cioè le più importanti maison del lusso del mondo”, spiega una fonte finanziaria. Ciononostante Italian Independent batte cassa sul mercato, chiedendo denaro agli istituzionali, e cioè a fondi e compagnie assicurative che investono anche il denaro dei piccoli risparmiatori. La società, fondata da Lapo Elkann che ne deteneva all’epoca il 64% del capitale, sbarca in Borsa a giugno del 2013 sul listino dedicato alla piccole e medie imprese, l’Aim Italia. Via Offerta pubblica di vendita e sottoscrizione (Opvs) vengono collocate fra investitori istituzionali italiani e stranieri circa “525.000 azioni ordinarie, di cui n. 425.000 azioni rivenienti dall’aumento di capitale della Società e n. 100.000 azioni poste in vendita dagli attuali azionisti della società”. Con la quotazione, che avviene al prezzo stellare di 26 euro per azione, arrivano 11 milioni solo dalla ricapitalizzazione. Una Reuters dei tempi (datata 13 giugno 2013) riferisce che “l’enterprise value pre-operazione potrebbe essere sui 60-70 milioni”, citando una fonte anonima vicina al dossier. Oggi il titolo vale 0,126 euro. Il valore di mercato di tutto il gruppo è di 1,8 milioni. Nell’ultima semestrale nella semestrale ci sono debiti commerciali per circa 8milioni e debiti finanziari per circa 20 milioni.

L’ultima comunicazione ai creditori non è rassicurante

Nella lettera ai creditori, Italian Independent fa un “aggiornamento circa lo stato attuale degli incassi derivanti dai crediti commerciali e dalla
liquidazione del magazzino indicato nel Piano di Risanamento per complessivi 1,217 milioni entro il 31/12/2022” come si legge nel documento. In dettaglio, spiega che “alla data del 30.11.2022, lo stato degli incassi derivanti dai crediti commerciali e dalla liquidazione del magazzino ammonta a circa Euro 527.043 per i crediti ed Euro 299.797 per il magazzino, per un totale complessivo pari a 826.840 euro”. Mancano all’appello poco meno di 400mila euro che l’azienda si dice certa di poter riscuotere “entro la data di omologazione dell’accordo di ristrutturazione che, si ricorda, era inizialmente prevista per il mese di dicembre 2022 ed oggi, in virtù della proroga delle misure protettive (resasi necessaria in conseguenza delle tempistiche segnalate dagli istituti di credito per esaurire le relative deliberazioni interne), è auspicata per il mese di marzo 2023”. Per allora si saprà se i creditori sono disposti a mettere una pietra sul disastro Italian Independent. O se hanno intenzione di mettere alle strette gli Elkann costringendoli a mettere mano al portafoglio. 

 

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