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In evidenzaPolitica Gio 15 dicembre 2022

Giorgetti tiene il punto sulla riforma del Mes e fa impazzire la sinistra

Cresce il pressing sull'Italia. La Lagarde: "La riforma del Mes va approvata subito". Ma il ministro Giorgetti prende tempo e rilancia. Giorgetti tiene il punto sulla riforma del Mes e fa impazzire la sinistra GIANCARLO GIORGETTI
Redazione Verità&Affari
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La ratifica del Mes

Dopo il via libera della Corte costituzionale di Karlsruhe alla ratifica del Mes da parte del governo tedesco, si intensifica il pressing nei confronti del governo italiano perché a sua volta approvi definitivamente la nuova veste dell’ex fondo salva-Stati. 

“E’ rimasta solo l’Italia, speriamo che ratifichi velocemente la riforma”, ha detto oggi la presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde. Ma il governo Meloni pare intenzionato a prendere tempo.

Il botta e risposta Giorgetti-Marattin

A confermarlo è stato ieri alla Camera il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti. Rispondendo a una interrogazione di Luigi Marattin (Italia Viva), Giorgetti ha sottolineato “la necessità che la decisione di procedere o meno alla ratifica del Trattato sia preceduta da un adeguato e ampio dibattito in Parlamento“. Non basta. “L’impianto attuale del trattato istitutivo del Mes appare non tenere conto del diverso contesto di riferimento e appare opportuno che, a monte, siano valutate modifiche relative al contenuto del meccanismo“, ha aggiunto il ministro leghista.

Il ruolo del Mes va quindi ripensato. “A titolo esemplificativo”, ha spiegato Giorgetti, “il Mes da strumento per la protezione dalle crisi del debito sovrano e delle crisi bancarie, deve trasformarsi, a nostro avviso, in un volano per il finanziamento degli investimenti e per il sostegno per affrontare sfide come quella del caro energia e della crisi internazionale connessa alle vicende ucraine, aggiornando le condizionalità attualmente previste ovvero le modalità di utilizzo delle risorse”.

Il leghista ha annunciato che “su tali temi un proficuo confronto potrà essere instaurato anche con il nuovo direttore generale del Mes Pierre Gramegna, nominato recentemente anche grazie all’attivo contributo del nostro Paese”.  

Una nota finale ha fatto particolarmente arrabbiare l’opposizione. “Aggiungo, inoltre”, ha detto Giorgetti, “come da più parti evidenziato, che il  Mes appare una istituzione in crisi e per il momento in cerca di una vocazione. In parte per colpa sua, in parte no, è un’istituzione impopolare. Nessuno fra i Paesi europei ha voluto chiedere la sua linea di credito sanitaria“.

“Le parole di Giorgetti equivalgono all’annuncio della volontà del governo di non ratificare il Trattato”, ha concluso un arrabbiatissimo Marattin, chiedendo di fatto all’Europa di intervenire contro l’Italia: “Spero che a Bruxelles non abbiano sentito queste sue incredibili parole…”. 

La riforma e la ratifica mancata

L’Italia ha approvato la riforma del Mes con riluttanza, dopo aver prima messo un vero in sede di Eurogruppo (si era ai tempi del primo governo Conte). In seguito a un cambio di rotta del Movimento 5 Stelle, il governo Conte 2 approvò la riforma nel novembre del 2019. Manca però ancora l’ultimo passaggio: la ratifica.

Sia Lega sia Fratelli d’Italia si sono sempre opposti alla riforma, sostenendo che renderebbe più facile la ristrutturazione del debito pubblico di uno Stato “aiutato” dal fondo.

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