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In evidenzaMercati Dom 05 marzo 2023

C'è anche l'offerta di Cdp e Macquarie per le rete Tim. Nodo Fibercop: valutata 6 miliardi

Rispetto alla proposta di Kkr la parte cash sale a 10 miliardi. Il fondo Usa potrebbe dire no alle vendita di Fibercop di cui ha il 37,5% C'è anche l'offerta di Cdp e Macquarie per le rete Tim. Nodo Fibercop: valutata 6 miliardi DARIO SCANNAPIECO CDP
Tobia De Stefano
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Tobia De Stefano

Con una lunga esperienza nel settore economico, ha lavorato a Libero Mercato e Libero. Ora è alla Verità e scrive per Panorama e Verità & Affari

Il via libera del cda

Finalmente è arrivata. La tanto attesa offerta di Cassa Depositi e Prestiti e del fondo australiano Macquarie per la rete Tim ha avuto il via libera del consiglio di amministrazione di Cdp: nello scarno comunicato si legge che si tratta di un’offerta non vincolante, rivolta a un perimetro che ricomprende oltre all’infrastruttura anche la partecipazione in Sparkle, con il 31 marzo come termine ultimo.   

L’offerta sarà sottoposta all’esame preliminare del Comitato Parti Correlate di Tim, visto che Cdp è il secondo azionista con il 9,9% del gruppo di tlc, e sarà, a seguire, portata all’attenzione del Consiglio “ove possibile nella riunione già programmata per il 15 marzo 2023 o in un’altra data da definire”. A breve, insomma, i consiglieri dell’ex monopolista della telefonia avranno sul tavolo due offerte, entrambe non vincolanti, quella del fondo americano Kkr presentata lo scorso 2 febbraio e prorogata fino al prossimo 24 marzo e quella della società controllata dal Tesoro e guidata dall’ex Bei Dario Scannapieco.

Il confronto tra le offerte

Confronti ufficiali sono impossibili visto che di notizie ufficiali, soprattutto sul prezzo e sulle clausole, che pare possano far aumentare la liquidità messa sul piatto, non ce ne sono. Quindi bisogna stare alle indiscrezioni che parlano di due proposte che si equivalgono con la Cassa che però metterebbe sul piatto una parte cash più rilevante, circa 10 miliardi ai quali si aggiungerebbero 8 di debito e due di earn out. Complessivamente si aggirerebbero entrambe intorno ai 20 miliardi. Entrando nei dettagli, secondo quanto risulta a Verità&Affari il debito arriverebbe a quota 7,7 miliardi e nell’offerta cash sarebbe ricompreso anche circa 1,5 miliardi legato ai vaoucher e agli incentivi del governo. Sparckle, l’operatore globale di Tim con una rete proprietaria in fibra che si estende per circa 540.000 chilometri attraverso Europa, Africa, America e Asia, sarebbe valutata 1,2 miliardi e Fibercop, la società che “posa” la fibra ottica per Tim di cui Kkr ha il 37,5% acquistato per 1,8 miliardi, tra i 6 e i 7 miliardi decisamente meno rispetto ai 9-10 dell’offerta del private equiti Usa.

Le due strade di Kkr

Due le domande immediate. Cosa ne pensano gli altri attori della partita? Kkr in primis e quindi Vivendi che è il primo azionista di Tim. Kkr al momento ha una doppia strada. Il Cda di Tim pur apprezzando l’offerta ha chiarito che la valutazione della rete non rispecchia le aspettative di Tim e quindi che si aspetta un rilancio. Che dovrebbe avvenire nei prossimi venti giorni. Non solo. Perché non bisogna dimenticare che il fondo Usa ha potere di veto su qualunque operazione straordinaria che riguardi Fibercop. Quindi potrebbe mettersi di traverso alla cessione. 

Non si capisce invece come verrà risolto il grande nodo rappresentato dalle remedies che l’Antitrust potrebbe imporre visto che Cdp oltre a essere il secondo azionista di Tim e anche il primo (con il 60% e Macquarie al 40) di Open Fiber, e ci sarebbero appunto delle sovrapposizioni con Fibercop nella copertura delle varie aree del Paese con la fibra. Bisognerà seguire l’evoluzione delle interlocuzioni con la Commissione Ue.

La posizione dei francesi

Vivendi dal canto suo resta a guardare sperando che arrivi un’offerta che rispecchi in pieno o si avvicini il più possibile alla sua valutazione di 31 miliardi della rete. Dopo l’uscita di Arnaud de Puyfontaine dal cda non ha nessun rappresentante in consiglio, ma potrebbe comunque bloccare l’operazione nell’assemblea degli azionisti. Insomma la situazione è fluida e dopo la presentazione ufficiale della proposta di Cdp e Macquarie è prevedibile un effetto domino. 

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