Il titolo Mps si smuove dai minimi storici, che cosa sta succedendo
Menu

QUOTIDIANO INDIPENDENTE - Fondato e diretto da MAURIZIO BELPIETRO

Home/ Investimenti
Investimenti Sab 09 luglio 2022

Il titolo Mps si smuove dai minimi storici, che cosa sta succedendo a Piazza Affari

Ci voleva l’odore dei tagli per far risalire il titolo Mps a Piazza Affari. Le azioni del Monte dei Paschi di Siena sopra la soglia dei minimi Il titolo Mps si smuove dai minimi storici, che cosa sta succedendo a Piazza Affari
Tobia De Stefano
di 
Tobia De Stefano

Con una lunga esperienza nel settore economico, ha lavorato a Libero Mercato e Libero. È vicedirettore di Verità&Affari

L’andamento del titolo Mps

Ci voleva l’odore dei tagli per far risalire il titolo Mps a Piazza Affari. Dopo un paio di settimane terribili che hanno portato le azioni del Monte dei Paschi di Siena varcare ripetutamente la soglia dei minimi storici, scendendo ampiamente sotto quota 0,5 euro (0,45) e avvicinandosi ai 450 milioni di capitalizzazioni, ieri il titolo ha chiuso con un rialzo dell’11,7% tornando a quota 0,53 euro.

Motivo? Più che le notizie rassicuranti dall’Europa, dalla quale ci si attende una revisione degli impegni sui tempi di uscita del Tesoro che controlla l’istituto con il 64% delle azioni, ha potuto il primo tavolo sui 4.200 esodi volontari previsti dal piano entro il 2026. L’obiettivo è quello di ottenere 275 milioni di risparmi. E di arrivare a 3.500 addii entro la fine dell’anno.

L’aumento di capitale di Mps

Ci sono tre anni di tempo, ma l’amministratore delegato Luigi Lovaglio ha fatto capire che più l’operazione sarà celere e maggiori saranno i vantaggi per la banca anche in riferimento all’aumento di capitale da 2,5 miliardi del Monte. Un miliardo e 600 milioni saranno garantiti dallo Stato e altri 900 saranno cercati sul mercato con il consorzio di garanzia bancario che vede impegnate BofA, Citigroup, Credit Suisse e Mediobanca. Al di là delle aspettative del manager ex Creval – arrivare sotto i 18 mila dipendenti entro la fine del 2022 – ci sono almeno un paio di aspetti che vanno presi in considerazione.

Il primo è l’età media abbastanza avanzata dei 21 mila dipendenti della più antica banca del mondo, per cui sono circa 9 mila i lavoratori sui 21 mila complessivi che da qui al 2026 avranno i requisiti per lasciare la banca in riferimento ai 7 anni di prepensionamento. E poi lo smart working. Può sembrare un elemento secondario, ma sicuramente la possibilità di restare a casa qualche giorno potrebbe disincentivare molti dipendenti a scegliere la strada dell’esodo. Basti ricordare che il lavoro da casa è una consuetudini – le percentuali superano il 50% – soprattutto nelle direzioni generali.

«L’incontro con i rappresentati del Monte dei Paschi – spiega Franco Casini, il coordinatore Fabi nel Monte – è stato interlocutorio, solo una formalità per avviare la procedura sindacale sul piano industriale… Del resto, il confronto deve ancora entrare nel merito dei singoli argomenti da affrontare e discutere, a cominciare dal numero delle assunzioni che dovranno essere concordate. Il vertice della banca, inoltre, dovrà chiarire se è realistica, alla luce del piano industriale, la possibilità che la banca possa restare autonoma, come noi peraltro auspichiamo, al termine del percorso 2022-2026».

Il prezzo del titolo Mps

Al di là delle speranze dei sindacati, di sicuro la montagna da scalare per Lovaglio è ripidissima. L’amministratore delegato voluto dal Tesoro al posto di Guido Bastianini si è insediato ai vertici di Rocca Salimbeni a inizio febbraio e il mercato non l’ha certo premiato. Solo nell’ultimo mese o poco più, il titolo è precipitato da 0,80 a 0,45 euro. E se si considera la capitalizzazione dei primi giorni del suo insediamento a oggi, il primo azionista, il Tesoro, ha bruciato potenzialmente più di 200 milioni di euro, con la capitalizzazione che è passata da circa 950 milioni ad aggirarsi intorno al mezzo miliardo scarso.

I passaggi chiave

In una recente intervista Lovaglio ha ripetuto il solito ritornello sui colloqui in corso con la Banca Centrale europea ed ha fissato una road map abbastanza stringente. «Contiamo – ha sottolineato – di poter convocare l’assemblea per approvare l’aumento di capitale a inizio agosto per riunirla a settembre, dopo l’arrivo dell’autorizzazione di Francoforte. Sull’altro fronte il governo e la Commissione Ue hanno in corso un dialogo per la revisione degli impegni».

Insomma entro poche settimane dovrebbe arrivare il via libera di Bruxelles, a settembre dovrebbe esserci l’assemblea e subito dopo l’aumento di capitale e quindi le uscite volontarie. Nell’ambizioso programma del manager, per il primo di dicembre – Sant’Ansano il patrono di Siena – la banca dovrebbe essere come nuova e probabilmente pronta al matrimonio con un misterioso promesso sposo. Vedremo.

Questo articolo è stato redatto a solo scopo informativo, non costituisce attività di consulenza né sollecitazione ad acquistare o vendere strumenti finanziari. Le informazioni riportate sono di pubblico dominio, ma possono essere suscettibili di variazioni in qualsiasi momento dopo la pubblicazione. Si declina pertanto ogni responsabilità e si ricorda che qualunque operazione finanziaria viene fatta a proprio esclusivo rischio.
Condividi articolo