Il bitcoin prova a rialzare la testa. Le cripto per pagare gas e petrolio
Il bitcoin prova a riprendersi salendo oltre quota trentamila dollari con un rialzo dei 5%. La voglia di rischio è visibile.
L’andamento del bitcoin
Il bitcoin prova a riprendersi salendo oltre quota trentamila dollari con un rialzo dei 5%. La voglia di rischio, visibile con il rialzo delle borse dell’Asia e dell’Europa, si sta estendendo anche alle criptovalute smentendo la narrazione corrente secondo cui la valuta digitale può rappresentare un rifugio a fronte dell’inflazione e del rialzo dei tassi. La scorsa settimana è terminata con una perdita del 2,5%, l’ottava negativa di seguito.
L’agenzia di stampa russa Interfax ha citato le parole di un funzionario del Cremlino, secondo cui Mosca starebbe valutando la possibilità di utilizzare le criptovalute per i pagamenti internazionali. L’idea di utilizzare le valute digitali nelle transazioni per i regolamenti internazionali è attivamente discussa, ha dichiarato Ivan Chebeskov, capo del dipartimento di politica finanziaria del ministero delle Finanze. Una ipotesi che si scontra con le indicazioni di Chrisine Lagarde che giudica le bitcoin come un autentico bluff privo di valore reale.
Il pagamento del gas in bitcoin
Secondo quanto riferito, le discussioni sono in corso da mesi. A fine marzo, il presidente della Commissione per l’Energia del Congresso, Pavel Zavalny, ha dichiarato che la Russia è aperta ad accettare bitcoin per il pagamento delle sue esportazioni di risorse naturali. “Quando si tratta di Paesi amici, come la Cina o la Turchia, che non ci fanno pressione, da un po’ di tempo offriamo loro di passare i pagamenti alle valute nazionali, come rubli e yua”, ha detto Zavalny durante la conferenza stampa. Con la Turchia, si possono usare lire e rubli. Quindi ci può essere una varietà di valute, e questa è una pratica standard. Se vogliono i bitcoin, li scambieremo in bitcoin.
Consentire la criptovaluta come mezzo di regolamento per il commercio internazionale aiuterebbe a contrastare l’impatto delle sanzioni occidentali, che hanno visto limitato l’accesso della Russia ai tradizionali meccanismi di pagamento transfrontalieri, ha dichiarato Chebeskov. A sollevare qualche incertezza sulla possibilità di un diffuso utilizzo delle criptovalute per pagare petrolio e gas sono le modeste dimensioni attuali del mercato del bitcoin, rispetto al mondo delle commodity du base, e la sua liquidità. Da inizio anno bitcoin ha perso il -35% circa e secondo molti analisti è ancora caro. La soglia possibile d’ingresso viene fissata sotto quota 15 mila.