La trincea non ha tenuto, Bitcoin frana sotto i 28 mila dollari: cosa succede
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Investimenti Ven 03 giugno 2022

La trincea non ha tenuto, Bitcoin frana sotto i 28 mila dollari

La caduta del Bitcoin sotto quota 28 mila dollari, miete vittime fra gli intermediari. Binance Labs ha chiuso un fondo da 500 milioni. La trincea non ha tenuto, Bitcoin frana sotto i 28 mila dollari
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Il crollo del Bitcoin

La caduta del Bitcoin, che è sceso sotto quota 28 mila dollari, miete vittime illustri fra gli intermediari.
Binance Labs, il braccio d’investimento della borsa delle criptovalute Binance, ha chiuso un fondo da 500 milioni di dollari con capitali provenienti da società esterne, tra cui Dst Global Partners e Breyer Capital.

La chiusura del fondo permetterà alla piattaforma di investire in alcune startup legate al mondo delle criptovalute. Dal 2018 Binance Labs ha investito circa in 100 startup. Una parte della spesa sarà invece destinata alle aziende che si concentrano sulle cosiddette attività del Web 3, come la finanza decentralizzata, i token non fungibili e il metaverso. La chiusura del fondo è successiva all’annullamento, da parte di Binance, della prevista acquisizione da 200 milioni di dollari di Forbes Global Media Holdings, annunciata a febbraio. A provocare questo disastro è l’inarrestabile caduta del Bitcoin già tramortito dal -7% di ieri. La scorsa settimana è terminata con una perdita del 2,5%. E’ stata l’ottava negativa di seguito. Il bilancio da inizio anno è pesante: -35%.

Secondo quanto riporta Wired, il caro-energia starebbe mettendo in seria difficoltà l’attività di mining, ossia di estrazione di nuovi Bitcoin, perchè per «stampare» nuove criptovalute servono computer energivori, chiamati Asic, che risolvono complessi problemi matematici. In un’intervista concessa a Reuters nel 2016, l’amministratore delegato di Bitfury, Valery Vavilov, spiegò che l’energia può rappresentare fino al 90-95% del costo fisso di un miner.

Le tariffe energetiche

In alcune zone dell’Europa oggi le tariffe energetiche sono aumentate a un livello tale che il mining di un Bitcoin può arrivare a costare a 25mila dollari, spiega Daniel Jogg, amministratore delegato di Enerhash, un’azienda che gestisce centri dati blockchain. Con una quotazione intorno ai 30mila dollari è evidente che diventa sempre meno remunerativo coniare nuovi Bitcoin. Contro i Bitcoin c’è stato anche l’intervento Francesco Micheli, comandante di lunghissimo corso della finanza italiana. Nel corso del suo interventi al Festival dell’economia di Trento ha avuto parole molto dure contro le criptovalute.

L’analisi di Micheli sul Bitcoin

«I Bitcoin non sono monete ma un asset finanziario, gli Ntf non sono arte, se non virtuale» ha chiarato. Il finanziere ha ricordato il celebre «Schema Ponzi» per parlare «dell’immensa liquidità» che gira per il mondo, e «questo fa impallidire tutto quello di cui ci si preoccupava fino a pochi anni fa». È un mondo diventato quasi impossibile da seguire, e che continua a crescere su se stesso senza che ci sia la capacità di provvedere. Sul finale, Micheli usa la metafora del gioco d’azzardo per descrivere lo stato di salute della finanza mondiale: «Viviamo tutti in un casinò in cui tutti giochiamo in continuazione, finite le fiches andiamo alla cassa e ce ne danno altre. L’unico che si salva, alla fine, sarà quello che porterà le fiches alla cassa e prenderà moneta vera, non bitcoin, e quindi scenderà da questa giostra infernale’.

Questo articolo è stato redatto a solo scopo informativo, non costituisce attività di consulenza né sollecitazione ad acquistare o vendere strumenti finanziari. Le informazioni riportate sono di pubblico dominio, ma possono essere suscettibili di variazioni in qualsiasi momento dopo la pubblicazione. Si declina pertanto ogni responsabilità e si ricorda che qualunque operazione finanziaria viene fatta a proprio esclusivo rischio.
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