Borsa Milano, terzo giorno no: nessuna resurrezione in vista
Il listino tech Usa è spinto da Nvidia salita del 25% dopo i conti trimestrali. I suoi microchip fanno funzionare l' Intelligenza Artificiale
Il Ftse Mib è sceso dell0 0,44%
Chiusura debole per Piazza Affari, che si allinea al clima di incertezza che ha contraddistinto tutti i listini europei. In attesa di novità sul fronte dell’innalzamento del tetto del debito americano l’indice Ftse Mib ha terminato la seduta in calo del 0,44% a 26.408 punti. i titoli di Unicredit (+1,98%), Finecobank (+1,97%), Moncler (+1,24%) e Interpump (+1,14%). Bene anche Generali (+0,45%), che oggi ha pubblicato i risultati del I trimestre. In flessione invece Tenaris (-3,69%), Saipem (-2,93%), Erg (-2,62%) ed Eni (-2,41%).
NVIDIA NON BASTA
La scossa al mercato tech arrivato dalle stime di Nvidia sulle prospettive dell’intelligenza artificiale non è sufficiente a tenere a galla i mercati. Se il comparto dei tecnologici è stato il migliore, il netto calo del petrolio, il nodo del debito Usa con possibili ricadute sul rating americano e il timore di un nuovo braccio di ferro Washington-Pechino sui chip hanno favorito una seduta debole. Londra è stata la peggiore (-0,7%). La giornata è stata anche segnata dai dati Usa su Pil del primo trimestre e inflazione Pce che hanno fatto salire la possibilità di interventi della Fed sull’inflazione nei prossimi mesi.
I petroliferi piegano il listino
A Milano l’indice principale è stato piegato soprattutto dai petroliferi (-3,6% Tenaris, -2,9% Saipem, -2,4% Eni) e dalle utility (-1,9% Snam, -1,8% Italgas). Negativi Tim (-2,4%) e Pirelli (-1,4%). Il gruppo di tlc aspetta le offerte per la rete ma guarda alle mosse del suo primo azionista Vivendi; il gruppo della Bicocca vive un passaggio delicato con le scelte del governo italiano in materia di Golden Power che potrebbero innescare un riassetto nella governance e nell’azionariato. Complessivamente positiva la giornata dei bancari: Unicredit (+2%) è la migliore del Ftse Mib insieme a Finecobank. Piatta Mediobanca (+0,3%) dopo la corsa innescata dal nuovo piano.
Si sgonfia la bolla di gas
Petrolio in netto calo tra il rafforzamento del dollaro, le parole del vicepremier russo Novak che ha allontanato le ipotesi di nuovi tagli della produzione Opec+ a giugno e i realizzi dopo tre giorni di rialzo. Il Wti luglio perde oltre il 2% a 72,58 dollari al barile, il Brent luglio arretra del 2% a 76,4 dollari al barile. Gas naturale in caduta libera a 25 euro al megawattora (-8%) ad Amsterdam. Sul mercato valutario, il dollaro ha ulteriormente rafforzato la sua posizione alla luce del Pil americano e dei dati sull’inflazione: il cambio tra euro e dollaro è ai minimi da due mesi a 1,0721.