Le Borse crollano? L'indicatore di Buffet ci dice quando investire
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Investimenti Sab 24 settembre 2022

Le Borse crollano? L'indicatore di Buffet ci dice quando comprare

Rapporto tra capitalizzazione complessiva di Borsa e Pil, che secondo Warren Buffet è il singolo migliore indicatore per capire. Le Borse crollano? L'indicatore di Buffet ci dice quando comprare
Redazione Verità&Affari
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Quando investire in Borsa

Nel suo podcast mensile “Al 4° piano” Alessandro Fugnoli, strategist di Kairos, ha fatto il punto sul rapporto tra capitalizzazione complessiva di Borsa e Pil, che secondo Warren Buffet è il singolo migliore indicatore per capire a che punto sono le valutazioni azionarie. In soldoni, se la Borsa vale più del Pil è cara, se invece vale di meno può essere interessante da considerare per un acquisto. Oggi a che punto siamo? Stando ai valori riportati da Bloomberg, il valore totale delle Borse è sceso a 96 trilioni di dollari, mentre il Pil nominale di quest’anno, grazie all’inflazione che lo gonfia, sarà di quasi 104 trilioni di dollari.

Sotto osservazione

Sulla base di questa premessa, Fugnoli analizza a che punto è attualmente il mercato e segnala quali sono i settori da osservare. Buffett ebbe a dire che il rapporto tra capitalizzazione complessiva di Borsa e Pil è il singolo migliore indicatore per capire a che punto stanno le valutazioni azionarie. Se la Borsa vale più del Pil è cara, se vale di meno può essere interessante da considerare per un acquisto. Si tratta di un indicatore molto rozzo che non tiene in considerazione variabili decisive, tra cui il livello dei tassi d’interesse, il tipo di composizione dei listini e le prospettive di crescita degli utili. Pur con tutti i suoi limiti vale comunque la pena dargli un’occhiata ogni tanto. Dopo tutto un’istituzione seria come la Banca Mondiale gli dedica molta attenzione e ne aggiorna costantemente il calcolo. Senza andare troppo indietro nel tempo vediamo che nel febbraio 2020, appena prima dell’inizio della pandemia, il valore globale delle Borse era pari a quello del Pil globale. Nel novembre 2021 il grande rialzo azionario aveva portato le borse a valere il 20% in più del Pil.

E oggi? Il valore totale delle Borse è sceso a 96 trilioni di dollari contro un Pil di quasi 104 trilioni. In pratica, secondo questo indicatore, le Borse sarebbero oggi più degne di considerazione, non solo rispetto al picco del novembre scorso, ma anche rispetto a quel mondo pre-pandemico che oggi ci appare come una sorta di età dell’oro. Comunque, se le Borse nei prossimi mesi rimarranno sui livelli attuali, e a maggior ragione se scenderanno, lo sconto rispetto al Pil si farà ancora più marcato. Il Pil nominale, infatti, grazie all’inflazione continuerà a crescere anche in caso di recessione. E più è marcato lo sconto delle Borse più vale la pena, se si ha un orizzonte di medio termine, cominciare a guardarsi in giro per valutare che cosa comprare con tutta calma da qui alla fine del 2023. Visto che siamo partiti con Buffett, è interessante notare come questo grande investitore stia concentrando la sua attenzione sul settore dell’energia.

Più energia

In fondo l’energia è un settore a forte sconto all’interno di un mercato azionario a sua volta a sconto sul Pil. È vero, in caso di recessione la domanda di energia scende, anche se generalmente scende meno del PIL reale. Nei prossimi mesi, tuttavia, l’offerta di energia potrebbe scendere molto più velocemente della domanda, favorendo così nuove tensioni al rialzo sui prezzi. In novembre termineranno infatti le vendite di petrolio proveniente dalle scorte strategiche americane, che negli ultimi mesi tanto hanno contribuito a fare scendere il prezzo del greggio.

In dicembre, poi, l’Europa smetterà di comprare petrolio russo e metterà altri ostacoli ai trasporti di greggio russo verso tutte le destinazioni.  Oltre all’energia, un altro settore da studiare sarà quello delle società cicliche capaci di conservare pricing power anche in un contesto recessivo. Parliamo soprattutto delle società che operano in settori in cui, grazie alla concentrazione degli ultimi decenni, la concorrenza si è molto ridotta.

Questo articolo è stato redatto a solo scopo informativo, non costituisce attività di consulenza né sollecitazione ad acquistare o vendere strumenti finanziari. Le informazioni riportate sono di pubblico dominio, ma possono essere suscettibili di variazioni in qualsiasi momento dopo la pubblicazione. Si declina pertanto ogni responsabilità e si ricorda che qualunque operazione finanziaria viene fatta a proprio esclusivo rischio.
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