Aria di crisi in Borsa, il comparto che rimane ancora una garanzia
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Investimenti Lun 10 ottobre 2022

Aria di crisi in Borsa, il settore che rimane ancora una garanzia

Il settore sanitario continua a essere una garanzia per gli investitori in Borsa. Anche in questi momenti di crisi, i rendimenti del settore. Aria di crisi in Borsa, il settore che rimane ancora una garanzia
Redazione Verità&Affari
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Redazione Verità&Affari

Gli investimenti nel settore sanitario

Il settore sanitario continua a essere una garanzia per gli investitori in Borsa. Anche in questi momenti di crisi, i rendimenti del settore sono stati migliori della media di mercato. Andy Acker, gestore di portafoglio di Janus Henderson spiega alla Verità&Affari come muoversi in un settore che presenta anche diverse insidie.

Come si sta muovendo in questo contesto di mercato il settore sanitario?

«Fino ad ora, il 2022 ha evidenziato principalmente il carattere difensivo del settore sanitario, con un rendimento dell’S&P 500 Health Care Sector di -5,7% a fronte di -14,3% per l’indice S&P 500. Alla luce del previsto ulteriore aumento dei tassi di interesse e di un potenziale rallentamento della crescita, il potere di determinazione dei prezzi e la non ciclicità di segmenti come quello farmaceutico e dell’assistenza sanitaria gestita potrebbero continuare a dare un apporto positivo».

Quali settori hanno attirato la vostra attenzione in questa fase?

«I titoli più brillanti dell’anno rientrano in categorie come l’assistenza sanitaria gestita, le società biofarmaceutiche a grande capitalizzazione e i distributori e gestori di prestazioni farmaceutiche. Questi comparti sono generalmente in grado di scaricare a valle gli aumenti dei prezzi e beneficiano di una domanda costante. Nell’ambito dell’assistenza sanitaria gestita, ad esempio, i prezzi delle polizze assicurative sono ridefiniti ogni anno, consentendo alle aziende di aumentare i premi in caso di aumento dei costi. Inoltre, al rinnovo delle polizze i proventi investiti in titoli a breve duration sono rinnovati, offrendo l’opportunità di trarre vantaggio dall’aumento dei tassi. Nel frattempo, la domanda costante di farmaci sostiene solidi bilanci e flussi di cassa delle aziende farmaceutiche. Il settore ha inoltre la possibilità di agire su più fronti per ridurre le spese e può aumentare i prezzi dei farmaci. Gli aumenti dei prezzi dei medicinali favoriscono anche i distributori e i gestori di prestazioni farmaceutiche (che costituiscono la catena logistica dei farmaci negli Stati Uniti). I margini di profitto di queste aziende sono strettamente correlati alle tendenze dei prezzi e dei volumi nel settore farmaceutico».

Quali invece quelli che hanno sofferto?

«Le società del settore sanitario i cui flussi di cassa tendono ad essere realizzati a più lungo termine hanno sottoperformato sulla scia dell’aumento dei tassi di interesse. Per alcuni segmenti del settore anche l’aumento dei costi e le perturbazioni legate al Covid-19 hanno rappresentato una sfida. Per i fornitori di servizi sanitari come gli ospedali, ad esempio, i volumi di pazienti non sono ancora tornati ai livelli pre-pandemici a causa della carenza di personale infermieristico e di manodopera. Analogamente, le società produttrici di dispositivi medicali hanno risentito di un calo dei volumi e i margini di profitto sono sotto pressione a causa del limitato potere di determinazione dei prezzi e delle interruzioni dell’offerta. Uno dei peggiori contributi è giunto dalla biotecnologia, con i titoli a piccola e media capitalizzazione del gruppo sprofondati in una fase di flessione insolitamente pronunciata e prolungata».

Quali sono le vostre previsioni?

«Nonostante le sottoperformance, iniziano a emergere segnali positivi in alcuni segmenti del settore sanitario, in particolare quello biotecnologico. Innanzitutto, l’attività di fusione e acquisizione sta ripartendo, con l’annuncio di varie operazioni da diversi miliardi di dollari negli ultimi mesi, tra cui le acquisizioni appena annunciate da parte di Pfizer di Biohaven Pharmaceuticals (per quasi 12 miliardi di dollari, con un premio di circa l’80%) e di Global Blood Therapeutics (per oltre 5 miliardi di dollari, con un premio di oltre il 100%). Riteniamo che altre operazioni seguiranno probabilmente, dato che nel prossimo decennio molte società farmaceutiche dovranno affrontare scadenze di brevetti per farmaci blockbuster. Gli investitori, inoltre, ricominciano a premiare gli esiti positivi degli studi clinici. In agosto Alnylam ha riportato risultati generali positivi per il suo studio di fase 3 su un trattamento basato sull’interferenza dell’RNA (RNAi) per l’amiloidosi da transtiretina, una patologia ereditaria che può portare al collasso degli organi, e in settembre, Akero Therapeutics ha conseguito dati positivi di fase 2 per il suo trattamento per la Nash, una forma grave di malattia del fegato grasso che colpisce oltre 10 milioni di pazienti negli Stati Uniti. In entrambi i casi, le azioni sono aumentate significativamente in seguito alla pubblicazione dei dati. Ci aspettiamo la pubblicazione di ulteriori dati nei prossimi mesi, riguardanti tra l’altro la malattia di Alzheimer, il cancro e l’obesità».

E in Europa?

«Nel Vecchio continente è stata approvata di recente la prima terapia genica per l’emofilia e nei prossimi mesi ci aspettiamo una richiesta di approvazione per la prima terapia genica per la distrofia muscolare di Duchenne, una malattia genetica spesso mortale che colpisce decine di migliaia di bambini. Riteniamo che si tratti di mercati potenzialmente vasti che potrebbero sostenere una solida crescita degli utili per il settore per anni a venire».

Questo articolo è stato redatto a solo scopo informativo, non costituisce attività di consulenza né sollecitazione ad acquistare o vendere strumenti finanziari. Le informazioni riportate sono di pubblico dominio, ma possono essere suscettibili di variazioni in qualsiasi momento dopo la pubblicazione. Si declina pertanto ogni responsabilità e si ricorda che qualunque operazione finanziaria viene fatta a proprio esclusivo rischio.
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